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Voto: 6.5/10 Titolo originale: Knives Out , uscita: 27-11-2019. Budget: $40,000,000. Regista: Rian Johnson.

Cena con Delitto – Knives Out: la recensione del film di Rian Johnson con Daniel Craig

29/11/2019 recensione film di William Maga

Il regista reinventa il classico whodunnit, innestando in un impianto ben noto umorismo, colpi di scena e un inaspettato commento sulla situazione sociopolitica americana contemporanea

Daniel Craig and Ana de Armas in Knives Out (2019)

Se ce ne fosse davvero il dubbio, Cena con Delitto – Knives Out è un ‘whodunit’ (o ‘giallo deduttivo’) che rimescola sapientemente gli stilemi del genere infondendoli contemporaneamente di un tocco più leggero e di un inaspettato messaggio politico tipico di questi tempi che stiamo vivendo da quando Donald Trump è diventato presidente degli Stati Uniti. Il punto di riferimento più ovvio per Rian Johnson (Star Wars: Gli ultimi Jedi) è evidentemente il seminale lavoro di Agatha Christie, sebbene il film includa gioiose allusioni dirette a CSI, La Signora in Giallo e ad altri programmi televisivi procedurali generici. La trama si sviluppa intorno a una morte misteriosa avvenuta all’interno di una dimora lussuosa, con una famiglia benestante che sembrava sul punto di sbranarsi ancor prima della prematura perdita del loro patriarca. Un investigatore privato venuto da fuori si ritrova coinvolto nel caso, che inizia a disvelarsi mentre segue i molti fili dell’intreccio verso qualcosa che assomiglia alla verità.

La bellezza di Cena con Delitto – Knives Out sta soprattutto nel modo in cui lo sceneggiatore e regista prende il quadro ormai decisamente famigliare a chiunque abbia un minimo di praticità col genere e gli consente di scendere nella quasi anarchia. Nei suoi 140 minuti, assistiamo infatti a colpi di scena piazzati ‘fuori posto’ e continui depistaggi. Nulla è mai quello che sembra essere, e man mano che emergono ulteriori prove sembra che nessuno abbia alcuna idea concreta di dove si trovi l’effettiva verità, inclusi sia il detective privato, che cerca di plasmare l’ordine dal caos, che persino l’assassino stesso. Si ha quasi la sensazione di assistere piuttosto a un thriller – ironico e intelligente – su come nessuno dei protagonisti sappia niente di quello che accade.

CENA CON DELITTO - KNIVES OUT film poster itaCome intuibile, è molto facile rovinare le sorprese a chi non l’abbia già visto, quindi meglio restare sul vago. La storia ruota intorno all’apparente suicidio, durante la notte del suo 85° compleanno – dell’acclamato scrittore di gialli Harlan Thrombey (Christopher Plummer). Mentre la sua numerosa famiglia (interpretata da grandi nomi quali Chris Evans, Jamie Lee Curtis, Michael Shannon, Don Johnson e Toni Collette) si ritrova per il funerale e poi per la lettura del testamento, l’investigatore privato Benoit Blanc (Daniel Craig) compare sulle scene per affiancare due poliziotti (Lakeith Stanfield e Noah Segan), dopo aver ricevuto una grossa somma di denaro da una fonte anonima, per indagare parallelamente sull’accaduto.

Mentre Blanc si fa strada attraverso i segreti dei familiari, scopre tutta una serie di potenziali moventi per l’omicidio, al limite del banale; ricatto, adulterio, estorsione, frode, risentimento. Ognuno ha un motivo per volere morto il vecchio Harlan, tranne Marta Cabrera, la sua candida infermiera personale (Ana de Armas). La sfida sta quindi tutta nel ridurre l’elenco dei potenziali sospetti al fine di fornire una chiara spiegazione di ciò che è realmente accaduto.

Per coloro che hanno familiarità con l’approccio di Rian Johnson alla narrazione, lo script offre ben poco per disfare in fretta il bandolo della matassa prima del gran finale. Il regista sembra divertirsi a dare in pasto al suo pubblico elementi noti, salvo poi giocare con le aspettative e spiazzarle. Cena con Delitto – Knives Out è incentrato sulla supposta consapevolezza da parte degli spettatori dell’impalcatura classica alla Cluedo, quindi utilizza tale conoscenza pregressa per affrontare domande più ambiziose e più provocatorie. In pratica, questo film da 40 milioni di dollari di budget gioca con le strutture e le convenzioni del genere al fine di mettere sul piatto idee più ambiziose.

Per essere chiari, non si tratta di un approccio radicale. Rian Johnson non sta reinventando il whodunnit. Dopotutto, la storia più famosa di Agatha Christie – Assassinio sull’Orient Express (tra l’altro recentemente portata al cinema da Kenneth Branagh) – era per prima probabilmente interessata a una simile disamina dei presupposti alla base di un misterioso omicidio. Tuttavia, il regista di Looper affronta l’argomento con energia coinvolgente e con l’obiettivo di usarlo per parlare d’altro.

Come noto, questo tipo di film si basa sull’idea di verità assoluta. È un gioco di ‘scoperta’. All’inizi, solo una persona conosce già l’intera storia, l’assassino. Gli altri personaggi devono eliminare abilmente le impossibilità per esporre quella singola verità. Risolvere un mistero è spesso un gioco giocato con il pubblico; lo spettatore – o il lettore – riuscirà a identificare quella versione della verità prima che lo riveli la narrazione?

Christopher Plummer in Knives Out (2019)Eppure, Cena con delitto – Knives Out evita quell’idea di verità. Diffonde deliberatamente – e abilmente – l’idea di una narrazione singolare. Gli spettatori vengono ripetutamente resi partecipi di dettagli tenuti all’oscuro degli altri personaggi. La trama è strutturata in modo tale che il pubblico sembri essere costantemente un passo avanti a Benoit Blanc. In effetti, Cena con delitto – Knives Out sembra offrire una versione definitiva di ciò che è accaduto quella notte all’inizio, ribaltando completamente le convenzioni narrative del genere.

Tuttavia, molto rapidamente diventa chiaro che anche questa apparentemente completa descrizione degli eventi non è tutta la verità. Non tiene conto di ogni variabile o possibilità. Mentre il film si dipana ulteriormente e altri resoconti vengono sovrapposti a quelle rivelazioni, sembra sempre più che non ci sia una sola verità. Piuttosto, c’è solo il caos. Gli individui agiscono nel proprio interesse, ma senza la consapevolezza o la comprensione delle altre forze in gioco, causando la collisione dei risultati desiderati, proprio come i pezzi del Go sparsi su un gigantesco pavimento.

Sebbene Benoit Blanc abbia una fiducia assoluta nella sua capacità di arrivare alla soluzione tracciando una linea retta ‘da causa a effetto’ (l’ “arcobaleno della gravità”) e aspettando che la verità caschi ai suoi piedi, Cena con Delitto – Knives Out suggerisce che la verità non si muova lungo una traiettoria predeterminata. E ciò è causa di frustrazione per l’investigatore, che da subito vediamo seduto nella penombra, in secondo piano, pigiando su un pianoforte una nota discordante quando deve ‘rifocalizzare’ sul proprio ordine di pensieri l’interrogatorio ai familiari. Naturalmente, l’uomo è abbastanza intelligente da dedurre la forma delle prove assenti dal ‘buco della ciambella’, anche se all’interno c’è un’ulteriore assenza, un’altra ciambella … Questi buchi ‘infiniti’ nel caso gli rendono impossibile spiegare completamente qualsiasi cosa.

La domanda al centro di ogni whodunnit è quasi sempre una variazione sulla domanda “chi ne beneficia?“. Con Cena con Delitto – Knives Out, Rian Johnson prende questo assunto di base e la rivolge contro il genere. Il film chiede ripetutamente allo spettatore chi benefici di questa narrazione, di questa struttura, di questo sistema. Se questo tipo di misteri riguardano la determinazione e l’identificazione della verità, finiscono forse dunque per favorire una certa versione della verità? Cena con Delitto – Knives Out ritorna più di una volta sull’analogia con un gioco. La stessa tenuta di famiglia è piena di porte e finestre occultate e scomparti segreti.

A un certo punto viene addirittura sottolineato come il vecchio Harlan abbia popolato la casa con elementi tratti dalle sue stesse storie gialle. Viveva letteralmente in un mondo da lui creato, in una narrazione che aveva costruito per se stesso. E chiunque organizza il gioco, ne controlla le regole, anche quando perde (la sua tazza preferita, non a caso, recita “La mia casa, le mie regole, il mio caffè”).

Jamie Lee Curtis, Don Johnson, Toni Collette, Michael Shannon, Riki Lindhome, Jaeden Martell e Katherine Langford in Knives Out (2019)In sostanza, Cena con Delitto – Knives Out ricorre alla metafora delle regole e delle strutture per domandarsi chi esattamente ne benefici. Il commento politico non è però certo sottile. Marta proviene da un paese sudamericano, sebbene la famiglia di Harlan non ricordi mai da quale esattamente. Gli eventi precipitano durante un acceso dibattito politico in salotto. Il nome “Donald Trump” non viene mai menzionato, ma non ce n’è bisogno. Il genero di Harlan, Richard (Don Johnson) e la nuora, si battono contro l’immigrazione, ma – insistono – solo quella ‘illegale’.

Trascinando Marta nel mezzo della conversazione, l’uomo insiste sul fatto di accogliere quegli immigrati che rispettano le regole e che si sbattono portare a casa la pagnotta. Regole che – chi ha i soldi come loro – può tuttavia piegare a suo piacere nel momento del bisogno.

Cena con Delitto – Knives Out allude a questa realtà anche nelle curatissime scenografia. Lo studio di Harlan include una grande sedia circondata da un intricato set di coltelli e pugnali. Serve non solo come allusione visiva al titolo originale del film, ma ricorda inevitabilmente anche il trono di spade della popolare serie TV, in cui si alludeva alle regole e ai sistemi preesistenti per proteggere e preservare il dominio dei ‘ricchi’. La famiglia di Harlan confida che la casa del patriarca apparterrà per sempre a loro, anche se non hanno fatto nulla per meritarsela. Le convinzioni di tutti i membri vengono via via sbugiardate.

Difficile non leggere nel film una satira sull’ansia che il potere e i privilegi di cui godono gli americani bianchi non siano stati guadagnati e che il paese potrebbe un giorno ricordare loro questo fatto. Rian Johnson attacca obliquamente le paure dell’invasione demografica, le turbe per il cambiamento dell’influenza politica ed economica, le preoccupazioni per l’erosione dei privilegi sociali. Insomma, un’istantanea della vita nell’America moderna. Peggio di un omicidio c’è l’orrore che quelli in posizioni avvantaggiate potrebbero svegliarsi e scoprire che le regole sono cambiate e il loro posto nel mondo è cambiato.

Tutto questo potrebbe far apparire Cena con Delitto – Knives Out molto più pesante e serio di quanto non sia. In realtà, le oltre due ore procedono sostanzialmente con spasso. Il film è vivace, pieno di momenti autoconsapevoli e divertenti. Il tono cambia costantemente, dal thriller al dramma, fino alla commedia vera e propria, spesso nel giro di poche battute. Aiuta chiaramente il fatto che Rian Johnson abbia riunito un cast incredibile, chiedendo agli attori di interpretare personaggi stereotipati, ma flessibili. Non bastasse, il regista manipola e manovra le simpatie del pubblico. Ci sono momenti in cui Cena con Delitto – Knives Out suggerisce di tifare per un potenziale assassino, che riesca a battere le autorità e ad eludere il lungo braccio della legge. È un vecchio trucco narrativo in storie di questo tipo, con la sequenza in cui Norman Bates cerca di far sparire l’auto in Psyco. Tuttavia, Rian Johnson ricorre a questo trucchetto narrativo per uno scopo, invitando chi guarda a porsi domande sull’abisso che esiste tra un crimine legale e il torto morale.

Daniel Craig, Noah Segan e LaKeith Stanfield in Knives Out (2019)In effetti, senza rivelare nulla, la risoluzione finale del mistero centrale è deliziosa. Rian Johnson sa che il pubblico, dopo anni di esempi pratici, non è totalmente idiota e quindi dovrebbe essere in grado di intuire alcuni elementi dello schema generale. E sa anche che non c’è niente di più frustrante di un film in cui lo spettatore accorto arriva alla giusta conclusione prima del tempo.

Pertanto, opta per una soluzione ingegnosa: una trama che uno spettatore sgamato sa – più meno – dove sta andando a parare, infarcita però di così tanti colpi di scena da risultare sufficientemente complessa perché la anticipino tutti quanti. Il risultato è un’opera che riesce a essere internamente coerente senza sembrare prevedibile.

Il definitiva, Cena con Delitto – Knives Out è un film vivace e giocoso che funziona sia come eccellente esempio ipercinetico del classico whodunnit, sia più ampiamente come commento alla situazione americana contemporanea. Oltre a ciò, riesce a bilanciare l’essere divertente e intelligente, confidando che il suo pubblico sappia stare al passo coi suoi twist, senza mai lasciargli scoprire troppo.

Di seguito trovate intanto – sulle note di I’m gonna live till I die di Frank Sinatra – il trailer in versione italiana di Cena con Delitto – Knives Out, nei nostri cinema dal 5 dicembre: