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Voto: 6/10 Titolo originale: 21 Bridges , uscita: 24-10-2019. Budget: $33,000,000. Regista: Brian Kirk.

City of Crime: la recensione del film diretto da Brian Kirk

19/01/2020 recensione film di William Maga

Chadwick Boseman, Stephan James e Taylor Kitsch sono i protagonisti di un action thriller 'vecchia scuola' senza troppi fronzoli, che privilegia l'azione all'approfondimento psicologico

city of crime film boseman

Chi è un po’ pratico di Hollywood sa bene che, specie per certi generi, la scarsità di nuove idee la faccia un po’ da padrone da quelle parti. Anticipando che City of Crime (21 Bridges) è un film dal budget piuttosto sostanzioso (33 milioni di dollari) diretto da un regista inglese esordiente al lungometraggio, Brian Kirk, ma veterano nelle serie televisive (Il Trono di Spade, Penny Dreadful), con un direttore della fotografia, Paul Cameron, che ha lavorato titoli come Collateral e Man on Fire – Il fuoco della vendetta, e uno sceneggiatore, Matthew Michael Carnahan, che ha scritto The Kingdom, potreste già da questi indizi farvi un’idea piuttosto previsa, anche se incompleta, di cosa aspettarvi dalla visione (ah si, tra i produttori figurano Anthony e Joe Russo di Avengers).

E se un film d’azione di serie B – in un’accezione non dispregiativa – è quello che cercate, allora i 100 minuti di City of Crime non saranno sprecati.

Un paio di criminali professionisti, Michael (Stephan James) e Ray (Taylor Kitsch), si aspettano che il loro nuovo incarico sia una passeggiata. Tutto quello che devono fare è infatti intrufolarsi in un ristorante, rubare un paio di pacchi di cocaina e uscire di soppiatto. Quando un gruppo di poliziotti fuori servizio incrocia però la loro strada, i due sono costretti a reagire con le maniere forti, diventanod ben presto gli uomini più ricercati di New York City.

Questo li mette anche sul radar di Andre (Chadwick Boseman), un poliziotto di seconda generazione con la reputazione di sparare sempre per primo e, beh, non fare troppe domande. Ma mentre Andre dà la caccia a Michael e Ray attraverso ogni via di Manhattan, tutti e tre gli uomini iniziano a rendersi conto che potrebbe esserci in gioco molto di più di quello che sospettano.

City of Crime poster film 2020Come si diceva in apertura, già dal trailer si capisce – con un livello di precisione ai limiti dell’allarmante – in che modo si sviluppera la vicenda di City of Crime. Alcuni sbirri vi sembrano sospetti / corrotti? Lo sono. Pensate che qualcuno morirà? Di sicuro succederà. Qualunque osservazione intelligente questa sceneggiatura pur getti sullo schermo circa i metodi brutali della polizia americana, sull’omertoso muro di silenzio tra colleghi nelle forze dell’ordine e sul razzismo serpeggiante risulta alla fine completamente secondaria rispetto all’importanza degli scontri a fuoco e delle scene di inseguimento.

L’unico modo per aggiungere un certo spessore intellettuale al film di Brian Kirk sarebbe allora decidere di inserirlo / valutarlo all’interno di un percorso evolutivo ventennale della figura del poliziotto della Grande Mela nel cinema post-11 settembre, ma è assai probabile che ne rimaniate comunque parzialmente delusi o insoddisfatti.

Per un thriller notturno di livello medio come City of Crime infatti, dimostrarsi per lo più canonico è – evidentemente – meno importante dell’essere al passo coi tempi. Proprio come molti film simili degli anni ’90, gli sceneggiatori (c’è anche Adam Marvis alla penna) qui scelgono di ‘valorizzare’ i nomi coinvolti rispetto ai retroscena o le implicazioni morali. Sebbene lo script fornisca poco o niente in termini di sviluppo dei personaggi principali (in ruoli secondari troviamo J.K. Simmons e Sienna Miller), Chadwick Boseman (Black Panther), Stephan James (Race – Il colore della vittoria) e Taylor Kitsch (John Carter) sono attori, specie il secondo, innegabilmente dotati, che possono ‘da soli’ garantire una serie di sfumature sufficienti a descrivere i rispettivi caratteri.

Infilate queste performance in una storia che qualche spunto quasi decente lo regala – come la reputazione di Andre con una pistola in mano e la preoccupazione fraterna di Ray per Michael – e ci ritroviamo tra le mani abbastanza profondità da giustificare dignitosamente alcuni sviluppi e qualche colpo di scena.

Insomma, se City of Crime fosse un romanzo tascabile, sarebbe uno di quelli che si leggono nel giro di un weekend al mare in agosto. E di certo non sfigura neppure nella programmazione ‘senza impegno’ che vi può garantire una compagnia aerea su un volo che vi porta verso la destinazione delle vostre vacanze. Nulla per cui strapparsi le vesti o fare la coda al cinema, ma non si può negare che Brian Kirk abbia confezionato con mano sicura un film ‘vecchia scuola’ dallo stile rigoroso e senza grossi fronzoli. Con tutti i relativi pregi e difetti.

Di seguito il trailer italiano di City of Crime, nei cinema dal 9 gennaio: