Voto: 6.5/10 Titolo originale: Deadstream , uscita: 20-10-2022. Regista: Vanessa Winter.
Deadstream: la recensione del film di mostri in found footage di Vanessa e Joseph Winter
09/04/2023 recensione film Deadstream di Gioia Majuna
I registi e coniugi debuttano con un'opera a basso budget derivativa, ma comunque inventiva e ispirata
Sono passati più di vent’anni da The Blair Witch Project (1999) e più di quaranta da Cannibal Holocaust (1980), quindi è abbastanza sorprendente sapere che il sottogenere dei film horror in found-footage è ancora vivo e vegeto. Dalla serie antologica V/H/S, ai film a basso budget che vanno e vengono ogni anno, solo pochi esponenti hanno però superato la prova del tempo.
Tuttavia, sono uno strumento efficace per un giovane regista per dimostrare quanto può fare con poche risorse e una ambientazione limitata – e sembra che ogni aspirante ‘maestro dell’horror’ voglia diventare il prossimo Adam Wingard. Non molti hanno fatto questo salto. Nella lista dei papabili ci potremmo comunque infilare Joseph Winter e Vanessa Winter, la coppia di coniugi che ha scritto e diretto Deadstream, il loro primo lungometraggio insieme.
Deadstream, presentato lo scorso anno in esclusiva da Shudder, non reinventa certo il sottogenere, ma offre una degna variazione su un tema. Oltre a scrivere e dirigere, i Winter ne hanno anche curato il montaggio, la produzione e le musiche.
Joseph è anche il protagonista, nel ruolo di Shawn, il cui show livestream “Wrath of Shawn” consiste nel sottoporsi ad acrobazie rischiose e stupide per il divertimento dei suoi follower. Shawn aveva un grande seguito, fino a quando uno scandalo lo ha quasi cancellato dal web, senza sponsor e con una fanbase scioccata.
Nel disperato tentativo di riconquistare il suo pubblico, di scrollarsi di dosso la sua reputazione disonorata e di soddisfare i suoi nuovi finanziatori, Shawn accetta così di passare una notte da solo nella “Dead House”, una vecchia casa abbandonata dalle origini inquietanti e una storia di attività paranormali registrate alle spalle.
Se se ne andrà o non riuscirà a indagare su alcuni spaventosi suoni nel buio, i suoi sponsor potranno mollarlo. Perciò decide di ‘proteggersi’ da se stesso e rimuove le candele del suo veicolo per evitare tentazioni, e poi si chiude dentro.
Ciò che funziona così bene in Deadstream è la personalità da fifone di Shawn, catturata in modo esilarante dai Winter attraverso reazioni eccessive e urla acute indirizzate contro dei poveri ragni. Shawn si spaventa facendo partire la tipica musica da film horror su un piccolo registratore portatile, e le sue reazioni scomposte ai segnali di pericolo in giro per la casa diventano una costante fonte di umorismo.
Per riprendere l’azione, Shawn ha una telecamera puntata sul viso, praticamente sul naso, e un’altra montata sulla testa per le riprese in POV. Poi installa una serie di telecamere notturne all’esterno e intorno alla casa, che monitora su un dispositivo. Oltre a esplorare la casa fatiscente e a raccontare la sua storia di suicidi e morti misteriose, Shawn fa anche girare la sua “Ruota delle cose stupide” che lo spinge a mettere in pratica idee sbagliate, come quella di usare una tavola ouija. Per tutto il tempo, il suo pubblico in diretta offre commenti che vanno da osservazioni meschine sulle cicatrici da acne di Shawn ad avvertimenti del tipo “Vattene da lì subito!”.
Ma Shawn non è esattamente un personaggio virtuoso. La sua ossessione egocentrica per i follower e gli sponsor lo porta a ‘giocare’ in favore della telecamera, come ogni buon livestreamer, facendolo sembrare piuttosto vuoto. Inoltre, le ragioni dello stato traballante della carriera di Shawn rivelano gradualmente che si tratta di una persona poco raccomandabile. Tuttavia, c’è qualcosa nel comportamento ridicolo e pavido impresso dai Winter che fa affezionare lo spettatore a Shawn, con tutti i suoi difetti.
È divertente anche quando non può fare a meno di peggiorare situazioni già spaventose. Durante una seduta spiritica, ad esempio, annuncia ironicamente: “Manda qui dei bambini morti!”, come se volesse evocarli da un qualche film dell’orrore. Più tardi, trova un piccolo buco in un muro che conduce a delle scale nascoste, ricordando una scena di Barbarian (la recensione), e deve scenderle. In più di un modo, lui è il peggior nemico di se stesso. Quando una grande fan di nome Chrissy (Melanie Stone) appare dal nulla e attira i favori degli spettatori di Shawn, la situazione si complica ulteriormente e il disperato bisogno dell’uomo di mantenere accesi i riflettori diventa più evidente.
I Winter manipolano la situazione con un effetto tumultuoso, offrendo un tono da horror-comedy che inizia come un aggiornamento di The Blair Witch Project, affidato all’atmosfera e a spettri invisibili nella notte, ma che presto diventa una ‘festa dello shock’ in stile di Sam Raimi, completa di abbondanti quantità di sangue, gore, mostri e umorismo slapstick. E come in Raimi, la presentazione tecnica dei Winter è particolarmente ispirata.
Si consideri il modo in cui i registi utilizzano più telecamere: Shawn ne ha piazzata una in corridoio e, mentre si trova in un’altra stanza, vede un’apparizione sulla visuale del suo dispositivo della telecamera del corridoio.
Obbligato a indagare, lo fa e non vede nulla, ma la figura continua a comparire sul suo schermo. I Winter passano da una visuale all’altra, aumentando la tensione a ogni mossa, fino a un incontro da urlo. Più tardi, quando Shawn si ritrova inseguito per la casa dai mostri, riesce a montare una telecamera sulla testa di uno zombie per una sequenza decisamente comica. Sono momenti come questi che rendono Deadstream un film sempre divertente e coinvolgente.
Anche se i loro omaggi a La Casa a volte sembrano troppo ovvi, i Winter dimostrano di saper bilanciare attentamente spaventi e umorismo demenziale con scoperta allegria. In effetti, Shawn ci ricorda l’Ash Williams di Bruce Campbell, senza i muscoli: è una persona implacabilmente presuntuosa e imperfetta che perpetua la sua sfortuna, spesso in modo comico. Ci piace e vogliamo che sopravviva, ma vorremmo vederlo trascinato nel fango (o, nel caso di Shawn, nelle acque nere dello stagno …).
Data l’impostazione da found footage, Deadstream si conclude come ci si potrebbe aspettare, ma d’altronde è solo un’altra strizzata d’occhio a Sam Raimi, no? In ogni caso, i Winter hanno realizzato un’esperienza delirante e divertente, piena di trucchi creativi e di trovate comiche. In un sottogenere che spesso lascia lo spettatore insoddisfatto, Deadstream ci ricorda che i registi e l’approccio giusti possono rivitalizzare qualsiasi scenario, per quanto banale.
Di seguito trovate il trailer internazionale di Deadstream:
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