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Voto: 5/10 Titolo originale: Dogman , uscita: 27-09-2023. Budget: $22,700,000. Regista: Luc Besson.

Dogman (2023): la recensione del film canino diretto da Luc Besson

12/10/2023 recensione film di William Maga

Caleb Landry Jones è il bravo protagonista di un'opera bizzarramente drammatica che non sa monetizzare l'intrigante premessa

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Caleb Landry Jones (Scappa – Get Out), travestito, su una sedia a rotelle, circondato da una muta di cani di tutte le razze, forme e dimensioni, che sono devoti al loro padrone e recuperano praticamente qualsiasi cosa per suo conto – e fanno a pezzi praticamente tutto il resto. Un’immagine potente.

Il più hollywoodiano dei registi francesi, Luc Besson ha da sempre una vivida immaginazione visiva, che più di una volta ha compensato le trame spesso cartoonesche dei suoi film d’azione, di fantascienza e fantasy, o addirittura le ha esaltate. Ma non è questo il caso. Dogman – omonimo del film di Matteo Garrone del 2018, ma con cui ha poco altro a cui spartire – potrà pur avere un tono più intimo e riflessivo rispetto a molti altri suoi lavori del passato – almeno fino alla resa dei conti finale tra uomo e cane – ma fatica a superare la sua intrigante premessa iniziale.

Girato in lingua inglese, in parte nel New Jersey, questo è il primo film che Luc Besson e sua moglie, la produttrice Virginie Besson-Silla, hanno realizzato insieme dopo una serie di accuse di natura sessuali non provate contro il regista in patria. A distanza di mesi dall’assoluzione per stupro, Dogman è stato ora presentato in Concorso a Venezia 80, ma qualunque fosse l’intenzione di programmarlo in questa prestigiosa sezione, si tratta di una collocazione un po’ troppo di alto profilo (come accaduto per altre opere quest’anno peraltro).

dogman film 2023Una storia fosca e sensazionalistica che sembra per metà in debito col Joker di Todd Phillips e col dottor Dolittle e per metà con il genere letterario noto come ‘misery porn‘, che starebbe più a suo agio lontano dalle luci della ribalta.

Il 33enne Caleb Landry Jones comunque lascia il segno: non amplia con decisione il suo tipico raggio d’azione in questo ruolo di fragile e sofferente stramboide, ma offre una performance di grande effetto in un dramma d’azione a tinte comiche che piacerà agli amanti dei cani a cui non dispiace rosicchiare per quasi due ore un ‘grande viaggio emotivo’ piuttosto stanco e stereotipato.

Ci vuole un bel po’ di storia per capire perché Douglas (Landry Jones) sia costretto su una sedia a rotelle e si è rintanato in una scuola abbandonata circondato dai cani che chiama “i miei bambini”. Rivelato in una serie di sature scene di flashback a una psichiatra della polizia di nome Evelyn, la risposta coinvolge una gabbia, un padre violento, una madre debole e un fratello pazzo e vendicativo.

I brevi scambi in cella tra Douglas ed Evelyn, interpretati con tranquilla compostezza da Jojo T. Gibbs, sono la parte migliore dell’erratico Dogman. Quest’uomo danneggiato, in piena ‘tenuta’ da Marilyn Monroe al momento dell’arresto, si apre con una sorta di sfacciato fatalismo a questa donna altera, che ha i suoi propri problemi di madre single con un ex marito violento. Anche questa è un’impostazione profondamente trita e ritrita, ma almeno diffonde un po’ di crepitio drammatico nell’aria.

Lo stesso non vale per il resto della storia, che raggiunge il suo punto più basso in una sequenza ambientata in un istituto per bambini che spiega come Douglas sia stato avvicinato a William Shakespeare, e al piacere di travestirsi e di essere qualcun altro, da un’insegnante di recitazione entusiasta (Grace Palma). C’è davvero bisogno di vedere così tante delle sue rappresentazioni di Shakespeare a scuola? E quando finalmente riesce a fare ‘una pausa’, nei panni di un artista drag in lip-sync, abbiamo davvero bisogno di vederlo cantare per intero La Foule di Edith Piaf per far capire il punto?

Ambientato in un’anonima periferia della East Coast, l’unica grande idea del farsesco Dogman è che i cani possano in qualche modo essere così in sintonia con un solitario intenso e simpatico da eseguire i suoi ordini quasi telepaticamente. Ma Dogman non ha il coraggio delle sue convinzioni per fare di questa premessa una vera e propria incredibile fantasia che lo spettatore dovrebbe prendere o lasciare senza compromessi, lasciandolo a chiedersi piuttosto come Douglas abbia addestrato i suoi cani a compiere rapine di gioielli in ville di lusso o a entrare nel covo di un boss della malavita locale e stringergli le mascelle intorno all’inguine.

È allora meglio non farsi venire in mente domande scomode come queste: basta godersi i cani, davvero adorabili, soprattutto gli enormi Komondor ungheresi (o sono pastori bergamaschi?).

Di seguito trovate il trailer italiano di Dogman, nei nostri cinema dal 12 ottobre: