Titolo originale: Dead Man's Shoes , uscita: 29-09-2004. Regista: Shane Meadows.
Dossier | Dead Man’s Shoes: vendetta e redenzione secondo Shane Meadows
18/08/2020 recensione film Cinque giorni di vendetta di Ashok Bulgarini
Nel 2004 il regista inglese tornava sulle scene con un film incentrato sul tortuoso cammino che conduce dal regolamento di conti alla salvezza
Nel piccolo villaggio di Matlock (nella contea inglese di Derbyshire, nelle Midlands Orientali) vive Anthony (Toby Kebbell), ragazzo docile e mite che soffre di un lieve ritardo. Proprio per la sua fragilità viene preso di mira da Sonny (Gary Stretch), uno spacciatore locale che insieme ai suoi amici non perde occasione per umiliarlo. I bulli però non hanno tenuto in considerazione il ritorno di Richard (Paddy Considine), fratello del ragazzo; egli, dopo un periodo in cui ha prestato servizio per l’esercito, decide di riabbracciare Anthony recandosi a Matlock. I cinque giorni che si prospetteranno all’orizzonte per Sonny e la sua banda saranno mortali, poiché Richard ha architettato la sua vendetta in maniera razionale e senza scrupoli.
Dead Man’s Shoes – Cinque giorni di vendetta (2004) si apre sulle note di Vessel in Vain di Smog (pseudonimo di Bill Callahan, musicista statunitense) che accompagna le immagini dei fratelli Richard e Anthony da piccoli. Già da qui si può notare il senso di protezione che il primo ha verso il fratello minore (in particolare un’immagine in cui i due bambini sono nel letto). Durante i titoli di testa c’è il montaggio parallelo che pone a confronto i due fratelli da piccoli e da grandi, e dove in quest’ultima veste si vede il ritorno di Richard che cammina davanti ad Anthony per le vie di campagna di Matlock. Il fratello più piccolo rimane dietro, come se il più grande dovesse fare da guida e spianare la strada al fratello indifeso. Richard è il punto di riferimento di Anthony, e per quest’ultimo è come un faro in mezzo al mare in un giorno di nebbia che guida le imbarcazioni che navigano senza una meta.
Richard, mentre cammina per le vie del villaggio natale insieme ad Anthony, osserva l’abitazione di Sonny, un tizio che si è approfittato di suo fratello; mentre scruta la casa, nella sua memoria si creano le immagini dei ricordi (in bianco e nero) di Anthony. Nella mente di Richard è come se il fratello Anthony trasmettesse i suoi ricordi, e ciò consolida l’esistenza di un forte legame empatico tra i due fratelli.
Già nella sequenza iniziale del bar si può notare la differenza caratteriale tra Anthony e Richard; il primo, pur essendo stato vittima dei soprusi orditi da Sonny, si volta davanti ad Herbie (scagnozzo di Sonny), come se si volesse nascondere; invece Richard si posiziona con la sedia proprio per guardarlo mentre sta vendendo droga a dei ragazzi che stanno giocando a biliardo nel locale. L’espressione di Richard nei confronti di Herbie sembra trasmettere ribrezzo per ciò che sta vendendo a quei ragazzi. Quando Herbie gli domanda in tono minaccioso “Che cazzo guardi?”, Richard senza nessuno timore risponde “Guardo te, figlio di troia!”. Il tono e l’espressione sprezzante di Richard turbano, e non poco, Herbie.
Paddy Considine per mezzo dell’espressione dei suoi occhi, riesce a trasmettere lo stato d’animo di colui che ormai non ha più niente da perdere, e che con lucidità sa come muoversi e quale vendetta dovrà compiere. Gli unici a non sapere l’entità del cataclisma che si sta per abbattere su di loro sono gli uomini che hanno bullizzato Anthony.
Nei flashback in bianco e nero di Dead Man’s Shoes – Cinque giorni di vendetta si vede Anthony insieme a Sonny, e agli altri suoi scagnozzi, nella sua casa. Costringono il fratello di Richard ad assumere delle droghe, e subito il ragazzo incomincia a non sentirsi bene (vede tutto buio). Herbie lo etichetta spesso con epiteti offensivi come ritardato, o demente; mentre gli altri lo deridono, Sonny sembra guardare Anthony con disprezzo.
Tale flashback, mediante una dissolvenza, scompare sovrastato da un’inquadratura (a colori) in primo piano di un Richard pensieroso; mediante questa sovrapposizione il regista Shane Meadows (C’era una volta in Inghilterra) vuole, forse, introiettare nella mente di Richard i ricordi dolorosi del fratello. La zona rurale dove si riposano i due fratelli rappresenta un luogo incontaminato dalla corruzione e dalla malvagità, mentre in un rapporto dialettico tra la campagna e la città quest’ultima è vista come il simbolo della perdizione dell’anima. E’ la stessa città che ha di fatto infettato il mansueto Anthony. Infatti, mentre parlano, Richard dice al fratello che deve andare in città a sbrigare delle faccende (ovvero consumare la sua vendetta), e lo stesso Anthony gli confida che non vuole andare in centro, perché quel luogo gli ricorda ciò che ha dovuto subire da Sonny e gli altri.
C’è anche un discorso inerente allo spazio, luogo in cui Richard simbolicamente vuole mandare Sonny e gli altri facendogli ingerire un cocktail di acidi e di quella stessa droga che stanno spacciando ai ragazzi in città.
Tra le mura fatiscenti della fattoria in cui Richard si rifugia, Anthony si sente protetto soprattutto per la presenza di Richard; mentre in città egli si dimostra vulnerabile. Città come settore geografico frequentato durante l’assenza di Richard, e paesaggio bucolico del villaggio come luogo che segna la presenza di Richard. Quindi si ha il doppio rapporto città/assenza di Richard e villaggio/presenza di Richard. Città come luogo di tentazione per Anthony che non ha la protezione del fratello, e campagna come ambiente che simboleggia la salvezza e la redenzione.
Infatti, Richard si dovrà recare nella cittadina di Weston (luogo estorto con la forza a Herbie) per giustiziare Mark, l’ultimo responsabile delle angherie inflitte ad Anthony; quindi il piccolo centro urbano di Weston come ubicazione dove risiede il maligno.
E in che luogo si consuma il momento in cui il climax finale raggiunge il suo apice con la redenzione di Richard, che ammette di essere diventato un mostro? Ovviamente tra le mura del Riber Castle, struttura che si erge su una collina di Matlock sopra la Derwent Valley, a circa 853 piedi sul livello del mare (approssimativamente a 260 metri sul livello del mare); quindi la redenzione e il pentimento, sia del protagonista che di Mark, aderiscono in maniera perfetta all’ambientazione rurale in cui è immerso il castello.
I lavori per la costruzione di tale struttura, finanziati da John Smedley, iniziarono nel 1862 e terminarono nel 1868. La storia del Riber Castle è abbastanza travagliata. Smedley morì nel 1874 e sua moglie continuò a vivere nel castello; dopo la morte della consorte di Smedley l’edificio divenne una scuola per ragazzi fino agli anni Trenta (successivamente chiusa a causa degli insostenibili costi di gestione). Con l’avvento della Seconda Guerra Mondiale il castello divenne un deposito per poi rimanere un luogo abbandonato, fino a che non venne sfruttato come riserva naturale che ospitava animali britannici ed europei; però tale riserva fu chiusa (nel 2000) a causa delle condizioni in cui furono trovati gli animali. Seguirono aspre polemiche inerenti alla vicenda, e un gruppo di attivisti liberò alcune linci che iniziarono a girare libere nei luoghi limitrofi; dagli avvistamenti registrati in quel periodo nacque la leggenda della “Bestia di Lumsdale”.
Tale bestia che si aggirava nei dintorni del castello è come se si fosse reincarnata in Richard, tramutato in animale dall’addestramento dell’esercito; una creatura bestiale assopita nel corpo del giovane, che si ridesta dal suo sonno per esplodere in tutta la sua ferocia per attuare la sua vendetta contro Sonny e soci. Quindi dopo diversi anni altri animali sono liberi di aggirarsi nei dintorni del castello, come abitudinariamente facevano gli animali nella riserva; solo che in questo caso le bestie sono uomini senza valori che convincono un loro stesso compagno (Anthony) a togliersi la vita.
Richard può essere associato alla lince, la quale secondo superstizioni e leggende tipiche della mitologia europea era dotata di una vista eccellente che le consentiva di vedere oltre le cose; questa capacità è riscontrabile in Richard che sembra quasi poter osservare i ricordi di Anthony (le sequenze in bianco e nero).
Richard, quando entra in azione, indossa una maschera antigas; Herbie, imbottito di droghe, appena lo vede lo scambia per una figura con una grossa testa da elefante con due occhi grandi. Tale maschera è della Russia ed è del periodo degli anni sessanta. La somiglianza imposta da Herbie con l’elefante conferisce allo stesso protagonista un’aurea di potenza, saggezza, determinazione e temperanza; virtù tipiche dell’elefante. Tale animale rappresenta anche l’amore cristiano che indirizza l’uomo nello schiacciare il peccato; in Dead Man’s Shoes, Richard guidato dall’amore fraterno spazza via (anche fisicamente) il peccato compiuto da Sonny (l’aver indotto Anthony alla morte).
Il coraggio e la determinazione di Richard ci viene ulteriormente mostrata in Dead Man’s Shoes – Cinque giorni di vendetta quando si introduce nel covo di Sonny e trucca il viso dello tesso boss come un clown. Secondo Herbie, se egli è entrato in casa di Sonny e gli ha pitturato la faccia, Richard è “in grado di fare tutto. E’ addestrato”. L’aver disegnato il viso di Sonny come un clown denota un atteggiamento coraggioso e non timoroso di Richard nei suoi confronti e dei suoi uomini, come a voler dire allo stesso boss che lui non ha paura di lui e che anzi la sua figura lo fa ridere.
Nei flashback a casa di Sonny (bianco e nero) lo stesso boss dice ad Anthony che il fratello se n’è andato perché lui è un ritardato, e si è arruolato per andarsene lontano. Poi gioca con lui: o gli fa un servizio orale o deve scegliere un premio; Anthony sceglie il premio, e Sonny gli dà un cazzotto e gli rovescia addosso dell’acqua con un pentola. L’atto orale è proprio la volontà di voler umiliare e sottomettere Anthony. Un altro episodio connesso al rapporto tra Anthony e il sesso è quello in cui Sonny costringe una ragazza (Patti) ad avere un rapporto sessuale con Anthony, che sicuramente non aveva mai fatto sesso con nessuna. Questo solo per irrompere nella stanza mentre i due stanno facendo sesso, e deridere Anthony.
Nella sequenza in cui Sonny è in giro per la città con la sua macchina (insieme ai suoi sgherri) e intravede Richard, i due hanno il loro primo confronto ravvicinato: Sonny scende dalla macchina e con spavalderia si posiziona davanti a Richard, con Anthony che si fa in disparte collocandosi distante da loro due. In questa successione di scene che segna il primo faccia a faccia tra Richard e Sonny, il militare rimane fermo impassibile ad aspettare che il boss si faccia avanti. Richard ammette di essere stato lui a pitturargli la faccia, e senza timore gli dice dove alloggia e dorme da quando è ritornato (nella fattoria dei Motsons). Quando Sonny gli chiede se non ha paura di lui, Richard scuote la testa.
Gli occhi di Richard sono quelli di una persona razionale che sa il fatto suo. Una persona che in qualsiasi modo vendicherà l’onore ferito del fratello. Non si scompone e fa capire di essere determinato nel portare a termina la sua missione di vendetta. Lentamente Richard risucchierà gli sgherri di Sonny in un vortice di ansia e paura; il vero e puro terrore si dipingerà sulle facce di ognuno di loro. I malviventi ora si sentono degli animali in trappola, incapaci di gestire un personaggio più pericoloso e psicopatico di loro.
L’istinto e la componente selvaggia della Natura, sprigionati dallo spirito della vendetta e conservazione, tendono ad annientare la minaccia portata dalle figure create dalla città (Sonny e i suoi scagnozzi). Le vicende nell’arco dei 5 giorni di Dead Man’s Shoes – Cinque giorni di vendetta iniziano sempre di mattina presto, come a voler imporre un ritmo frenetico alla storia narrata, caratterizzato da un andamento narrativo privo di attimi di tregua.
Richard stando nell’esercito ha conosciuto il mondo e realtà più grandi del piccolo villaggio dove è cresciuto. Infatti lo stesso Sonny ammette che il Richard che è ritornato non è più quello di una volta. E ha capito ciò solo guardandolo negli occhi. E questo aspetto di Richard lo ha intimorito.
La dimensione di uomo di mondo rispetto ai delinquenti locali, che ha appreso insegnamenti che valicano la realtà del paese, si può notare semplicemente nel mezzo di trasporto del boss locale Sonny: una Citroën 2CV 6 Spécial Dolly, bianca e verde, del 1987. Non una macchina di grossa cilindrata tipica dei boss, ma una macchina semplice che risulta aderente alla piccola realtà della cittadina in cui si svolge la vicenda. Sonny e la sua banda sono i tipici ladruncoli di paese che se la prendono con i più deboli, ma che quando incontrano dei veri duri se la fanno sotto e vanno nel panico. Sono caratterizzati dal tipico comportamento da bulli, i quali in gruppo sono forti mentre se presi singolarmente si dimostrano dei buoni a nulla.
C’è una dialettica anche nell’uso delle armi. Nella sequenza di Dead Man’s Shoes – Cinque giorni di vendetta in cui Sonny e i suoi scagnozzi si recano alla fattoria, egli con un fucile da caccia cerca di sparare a Richard ma inavvertitamente uccide uno dei suoi (Alan). Richard esce allo scoperto con un’ascia; ritorna quindi la contrapposizione tra la corruzione della città, e l’istinto della campagna. E c’è anche un paragone tra la selvaggia natura rurale e il progresso cittadino che si riflette nel confronto rispettivo tra le due armi: l’ascia che simboleggia la campagna e il fucile che rappresenta la tecnologia cittadina.
Il coraggio di Richard risiede anche nell’aver deciso di lasciare quella realtà di paese per mettersi in gioco, affrontando il mondo che aspetta ognuno di noi fuori dalle proprie mura domestiche e cittadine. Invece Sonny e compari vigliaccamente hanno deciso di rimanere radicati nella mentalità ristretta della piccola cittadina, preferendo una “carriera” da piccoli boss locali, piuttosto che mettersi in gioco con qualcosa di più impegnativo. E la forza di Richard, che lo differenzia dai cattivi di turno, sta anche in questo.
Dopo l’uccisione accidentale di Alan, Sonny e gli altri rimangono a piedi per problemi alla macchina. Non trovandosi nel loro habitat naturale (la città), spersi nei paesaggi bucolici, si sentono spaesati, impauriti e in balia della furia di Richard, il quale gioca con loro come il gatto col topo.
Il regista dipinge Sonny e i suoi scagnozzi come delle macchiette, e consolida questa caratterizzazione diegetica con piccoli siparietti (la macchina rotta e la camminata a piedi verso la città, Herbie in preda alla droga che scambia Richard con la maschera per un elefante, Sonny che si sbaglia e uccide accidentalmente il suo compagno Alan). I momenti comici che vedono protagonisti i furfanti diluiscono la tensione del film, che invece viene alimentata dalle performances di Richard.
Dead Man’s Shoes – Cinque giorni di vendetta non sfocia mai nell’action movie vero e puro. La bellezza del film di Shane Meadows forse è proprio il mostrare la vendetta di un uomo senza abusare di scene d’azione, ma raffigurare la Dea della vendetta mediante stati d’animo e umori dei vari personaggi. È un’opera che innalza la tematica dei ricordi, ponendola in risalto. Mentre sono seduti su di una ruota di un trattore, Anthony tesse le lodi di Richard domandandogli se si ricorda quando a calcio era il migliore, e tutti volevano stringergli la mano. Richard risponde che se lo ricorda e che lui (Anthony) era l’unico a non stringergli la mano; lo stesso Anthony gli risponde che lui non ne aveva bisogno rispetto agli altri, perché lui è suo fratello. Anche qui si può intuire il forte legame tra i due.
I singoli componenti della banda, mentre sono impauriti dal pensiero di poter morire, ripensano al male fatto ad Anthony. Nei ricordi in bianco e nero ora c’è un’atmosfera ibrida, risultante dal pentimento, dal rimorso e dal timore.
La sequenza successiva a quella in cui Sonny e gli altri rimangono in panne con la macchina fa vedere anche un altro aspetto dialettico: l’organizzazione. Mentre Richard ha pianificato tutto nei minimi dettagli, Sonny si dimostra un furfante da quattro soldi poiché non ha un piano da seguire, e si muove con una vettura che cade a pezzi (li lascia a piedi perché si rompe il cambio). Altro aspetto che riporta la figura di Sonny ad una dimensione da boss locale è la sequenza di fotogrammi in cui ritorna a piedi insieme a Soz ed Herbie a casa sua. La sua abitazione è uguale a quelle che ci sono lungo la via; quindi niente villa tipica dello spacciatore che guadagna milioni con i propri traffici illeciti. La sua vita alla fine è fatta di piccoli traffici illegali che gli fruttano pochi spiccioli in più degli altri. Solo a livello di importanza si è fatto un nome all’interno della cittadina.
Nella sequenza della vendetta a casa di Sonny, Richard droga lui, Soz ed Herbie mettendo un mix di acidi nella teiera. Compie questa azione per proiettare Sonny e gli altri nello stesso stato di fragilità e impotenza in cui si era trovato Anthony quando fu il loro oggetto di scherno. Approfittando della situazione, Richard ammazza senza tentennamenti i tre bulli che sono sotto gli effetti allucinogeni degli acidi somministrati dallo stesso militare.
Verso la fine di Dead Man’s Shoes – Cinque giorni di vendetta si ha il plot twist rivelatore: Anthony è morto quando Richard era lontano. Portato da Sonny e gli altri in un rudere abbandonato conosciuto come La Casa del Diavolo (Il Riber Castle), Anthony è stato lasciato lì da solo. Il giorno dopo è stato ritrovato impiccato. La morte del fratello ha fatto scattare in Richard un desiderio inarrestabile di vendetta nei confronti di chi ha spinto Anthony al suicidio. Il trauma ha fatto credere a Richard che Anthony fosse ancora vivo (nelle scene in cui si vedono parlare Anthony e Richard, ovviamente quest’ultimo sta parlando da solo).
L’atto finale si svolge proprio nella Casa del Diavolo. Qui Richard capisce che ora anche lui è corrotto poiché il suo aver eliminato tutti non lo ha reso diverso da coloro che hanno spinto al suicidio Anthony. Ora il mostro è lui. Ora le sue mani sono sporche di sangue come lo sono quelle di Sonny e degli altri. Ora anche lui è stato contaminato dall’influsso negativo della città. Quindi implora l’ultimo “aguzzino” rimasto (Mark) di pugnalarlo per porre fine a questa mattanza. In nome dell’amore che Mark nutre per i propri figli decide di uccidere Richard. L’amore per i propri figli è lo stesso amore fraterno che legava Richard ed Anthony; quindi un amore paterno che viene utilizzato per equilibrare un amore fraterno.
L’ultimo scontro avviene fuori dal nucleo cittadino, immersi in quella natura selvaggia che spesso anima i nostri istinti primordiali di vendetta; tra le mura del Riber Castle (ex riserva naturale) sembrano echeggiare i ruggiti degli animali selvaggi che si mescolano al desiderio di vendetta di un uomo tramutato in bestia per la sete di vendetta.
Dead Man’s Shoes – Cinque giorni di vendetta si chiude con una panoramica dall’alto di distese verdi che si contrappongono alle case della città; forse Richard si è ricongiunto a suo fratello e insieme a lui sta sorvolando Matlock.
Una netta distinzione nelle tecniche di ripresa è riscontrabile nell’uso della camera: Shane Meadwos utilizza la camera fissa per gli interni, e la camera a mano all’esterno delle abitazioni. La scelta della camera fissa per gli interni forse è stata dettata dalla necessita di agevolare il senso di inquietudine nello spettatore, mentre la camera a mano per gli esterni assorbe lo spettatore in un contesto filmico molto più dinamico.
Le parole “Cheyne Stoking” che Richard scrive con la bomboletta nell’appartamento di Soz indicano il respiro affannoso di persone malate prossime alla morte. Il Respiro di Cheyne-Stokes (conosciuto anche come “respiro periodico”) è una tipologia di respiro patologico che si manifesta nel seguente modo: il soggetto mostra delle fasi di apnea (assenza di respirazione), che possono avere anche una durata di 20 secondi, che si alternano ad altre caratterizzate da cicli respiratori brevi e frequenti, per poi riconfigurarsi nella fase di apnea.
In questa circostanza l’apnea è indipendente dall’ostruzione delle vie respiratorie, ma è correlata al centro respiratorio bulbare (sito nel bulbo encefalico) che regola la respirazione; in sintesi, viene attenuato l’impulso nervoso che regola la fase respiratoria. Si manifesta in particolare in alcune patologie che interessano il cuore (scompenso cardiaco e varie cardiopatie), in malattie respiratorie, in gravi encefalopatie e in alcune tipologie di intossicazione (narcotici e ipnotici). Questa anomalia deve il suo nome ai due medici che la descrissero la prima volta nel XIX° secolo: l’irlandese William Stokes lo scozzese John Cheyne.
Sorprendentemente, Sonny non è l’ultimo della lista di Richard. L’ultimo ad essere scovato è Mark. Egli è il più colpevole di tutti perché poteva opporsi a Sonny e a i suoi amici, impedendo così ad Anthony di suicidarsi. Egli ne aveva la forza, e ciò è dimostrato dal fatto che è l’unico che ha cambiato stile di vita mettendo su famiglia (ha una moglie e due figli); quindi avrebbe avuto anche la forza di opporsi al bullismo perpetrato nei confronti di Anthony. Richard capisce anche che Mark, per questa sua forza interiore, è la persona giusta che può ucciderlo; l’unico in grado di ammazzare il mostro (cioè Richard) e porre fine a questa vendetta di sangue. Richard, accoltellato da Mark, muore in una pozza di sangue tra le mura fatiscenti della Casa del Diavolo; tali mura assumono le fattezze di una gabbia contenente un animale che, in un tempo non molto lontano, era una temibile bestia feroce e indomabile, mossa da un unico desiderio di vendetta fraterna.
Di seguito il trailer italiano di Dead Man’s Shoes – Cinque giorni di vendetta:
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