Voto: 6.5/10 Titolo originale: Teeth , uscita: 18-01-2008. Budget: $2,000,000. Regista: Mitchell Lichtenstein.
Dossier: Denti di Mitchell Lichtenstein (2007), entriamo all’osteria numero venti
10/05/2023 recensione film Denti di William Maga
Il regista figlio d'arte esordiva con una dark comedy dai tocchi gore che rendeva reale il mito della 'vagina dentata', a metà tra parodia e riflessione sul potere sessuale
Si dice spesso che a Hollywood le idee nuove latitino. Spesso è vero, ma questo non impediva nel 2007 allo sceneggiatore e regista Mitchell Lichtenstein (figlio di QUEL Roy …) di provarci con il suo primo film. Denti (Teeth) è infatti è non solo bizzarro, ma sfida anche il genere, in quanto non vuole essere incasellato in un preciso genere. È una dark comedy, è un dramma sull’angoscia adolescenziale, è una storia d’amore finita male, è un film horror di serie B, è un’allegoria sull’emancipazione femminile. Tutto questo in meno di 90 minuti.
L’approccio “corri dei rischi” e “non fare prigionieri” di Denti è allora rinfrescante, ma ci sono momenti in cui le cose si fanno in effetti un po’ troppo sciatte o un po’ troppo campy per far sì che i cambi di tono e gli approcci contrastanti possano amalgamarsi completamente. Tuttavia, questo è il tipo di biglietto da visita che fa sì che un regista venga quanto meno notato e che gli spettatori siano curiosi di vedere cosa succederà.
Denti si diletta a prendere situazioni ‘quotidiane’ e a stravolgerle, a volte in modo violento. E proprio questo è parte del divertimento. I personaggi si comportano come i loro predecessori in innumerevoli altre commedie adolescenziali e/o film horror, ma i risultati sono decisamente diversi.
Per coloro che sono stati svezzati con le produzioni di John Hughes e dei suoi numerosi imitatori, il destino di Tobey (interpretato da Hale Appleman) risulterà piuttosto scioccante. C’è qualcosa di orrendo alla base di tutta la dolcezza sbandierata. Ci si chiede se questa sia la commedia romantica adolescenziale che avrebbe potuto realizzare David Lynch.
Dawn (Jess Weixler) è una normale liceale in una cittadina arretrata. Fa parte di un gruppo di studenti che hanno deciso di conservare la loro verginità fino al matrimoniale. È devota alla causa ed è diventata un’oratrice motivazionale. Gli ormoni non sono mai stati un problema per Dawn, almeno fino all’arrivo a scuola di Tobey (Hale Appleman).
Lui smuove qualcosa dentro di lei e inizia a temere che passare del tempo con lui possa portare a qualcosa di più che semplici pensieri impuri. Decide quindi di non vederlo più, ma questo non interrompe la relazione. La loro storia però si conclude con la scoperta, da parte di Tobey, che Dawn ha una ‘stranezza’ biologica. Nel suo caso, la mitica ‘vagina dentata’ non è un mito: il sui apparato genitale ha davvero dei denti che ne rivestono l’interno. E guai a chi cerca di entrarci senza permesso …
Nel frattempo, la vita domestica di Dawn è più incasinata di quella sentimentale. Sua madre (Vivienne Benesch) sta morendo, suo padre (Lenny von Dohlen) è un relitto e il suo fratellastro, Brad (John Hensley), è un incrocio tra un cretino e un mostro. Il suo obiettivo nella vita è infatti quello di essere colui che reclamerà la verginità di lei, ancora accuratamente custodita. Solo che lui non sa esattamente quanto sia ‘accuratamente custodita’, nonostante abbia quasi perso un dito durante un gioco infantile del tipo ‘tu mi fai vedere la tua, io ti faccio vedere il mio’.
Mitchell Lichtenstein si diverte con gli stereotipi. Nel tipico film adolescenziale, il nerd di turno è quel personaggio che funge da spalla comica o emerge come protagonista romantico. In effetti, in Denti le cose iniziano in questo modo. Un nerd viene messo al tappeto. L’altro è timido con Dawn. Tuttavia, con l’evolversi della situazione, impariamo che questi ‘sfigati’ non sono tutti uguali. In questo film possono avere l’aspetto e la voce di quelli di tutti gli altri titoli del filone, ma le loro motivazioni non sono altrettanto caste. E quando si tratta di una lotta tra un fifone e un bullo, il bravo ragazzo non finisce al tappeto per primo.
Quando i denti si ‘danno da fare’, lo schermo è invaso da una discreta quantità di gore. È un gore piuttosto esagerato e c’è da essere ragionevolmente certi che Mitchell Lichtenstein si aspettasse di ottenere le risate del pubblico piuttosto che lo sgomento. Specificamente in queste scene, il regista si rifà a quegli horror ‘a tutto sangue’, puntando alla combinazione di gemiti e allegrezza. È un altro aspetto parodistico in un’opera prima che non smette mai di prendere in giro i generi e le loro tipiche convenzioni.
Si eccede persino con l’idea che le centrali nucleari possano causare mutazioni (per far sì che Denti funzioni, bisogna essere in grado di accettare questo approccio e aprirsi fino in fondo a ciò che il regista sta cercando di dirci. Non sta certo girando un film mainstream …).
Uno dei motivi per cui Denti funziona è che il personaggio di Dawn è sviluppato come una persona reale. Certo, è dolorosamente ingenua, ma non è un problema insormontabile (come può una ragazza superare la pubertà senza rendersi conto che c’è qualcosa di molto ‘diverso’ in lei?).
Al di là delle sue inclinazioni religiose, Dawn è trattata con dignità e intelligenza. Assurdità e satira le girano intorno, ma non la toccano davvero. Merito di Mitchell Lichtenstein e di Jess Weixler, eccellente in questo ruolo. Se non riusciamo a simpatizzare con Dawn, Denti diventa un fallimento. E rendendo tutti i personaggi nella sua orbita così noiosi, aumenta la nostra ‘disponibilità’ a seguirla ovunque la sceneggiatura la porti.
Alla base di tutto, per quanto possa sembrare sorprendente, c’è in realtà un tema sul potere sessuale. Denti ha molto da dire su come uomini e donne si relazionano tra loro e su come la coercizione sessuale possa presentarsi in tutte le forme. Cristallizza anche la tesi di alcuni uomini secondo cui le donne usano il sesso come un’arma. In questo caso, però, l’aspetto della vittimizzazione è stato eliminato.
Dopo aver visto Denti, è difficile non pensare a quanto sarebbero diverse le relazioni uomo-donna se la vagina dentata fosse un fenomeno reale. Di solito non ci si aspetta che da un film fondamentalmente ‘cazzaro’ come questo emerga qualcosa di lontanamente riflessivo.
In ogni caso, Denti è imperfetto. Il tono disomogeneo farà sì che alcuni spettatori abbiano la sensazione di guardare più film uniti insieme. A volte la natura allegorica della trama è fin troppo evidente. E la sceneggiatura è piena di buchi e di incongruenze. Nel complesso, tuttavia, il film è fresco e godibile, a patto che lo si guardi per quello che vuole essere.
Non si tratta di un capolavoro d’autore; è una piccola commedia nera / parodia con scene gore esagerate. Il modo intenzionale e consapevole in cui è costruito, unito all’interpretazione vincente e tridimensionale della Weixler, rende tuttavia Denti più di un semplice film dalla premessa simpatica.
Di seguito trovate il trailer di Denti:
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