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Voto: 6/10 Titolo originale: The Rift , uscita: 09-03-1990. Regista: Juan Piquer Simón.

Dossier: La Cosa degli Abissi di Juan Piquer Simón, il fanta-horror brutto ma buono

18/01/2022 recensione film di Francesco Chello

Onesto film di cassetta, uscito nel 1990 per sfruttare l’onda lunga del filone innescato da The Abyss, è grezzo e non esente da difetti, ma compatto, sanguinoso e divertente, con una sana predisposizione per lo splatter e le creature disgustose

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Nel 1989, l’annuncio di The Abyss (arrivato un paio d’anni prima) aveva innescato un intero filone di produzioni a tema che faranno la corsa per finire sugli schermi prima delle altre. The Abyss, Leviathan, Creatura degli Abissi, Lords of the Deep, Abissi Profondi – rigorosamente in ordine di gradimento (il mio) e non di release. Dico sul serio, è una cosa successa veramente. Ora, per convincervi della veridicità della cosa, dovrei partire con una serie di argomentazioni, se non fosse che… l’ho già fatto! Poco meno di tre anni fa ci ho scritto un dossier, che a questo punto vi invito a leggere o almeno a cliccare sul link, perché si sa che il clickbait è l’anima del giornalismo!

Qui, invece, è dove arriva l’aneddoto personale assolutamente non richiesto e di cui non frega niente a nessuno: il dossier in questione è stato il primo pezzo che ho scritto per il Cineocchio. E siccome la prima volta non si scorda mai, capirete se dico di esserci affezionato, non crediate che chi ama il cinema di genere non sappia toccare il cuore, è che il più delle volte preferiamo farlo aprendo la cassa toracica. Tutto questo per dire che la recensione story di oggi può, in qualche modo, essere considerata una sorta di piccola appendice di quel dossier.

Lacosadegliabissi.jpgOggi parliamo, infatti, di The Rift, letteralmente ‘la crepa’, traduzione che non convinceva i fantasiosi titolisti italiani che hanno pensato bene di inserire (a caso) riferimenti a John Carpenter per distribuirlo nel belpaese come La Cosa degli Abissi. Quando poi, a voler essere pignoli, di ‘cosa’ (in questi abissi) non ce n’è soltanto una, ma molteplici e di tipo differente. Ad ogni modo, veniamo al nesso col nostro discorso.

Il film esce nel 1990, ma il copyright (presente anche sui titoli di coda) viene registrato nel 1989, mentre le riprese pare siano avvenute o iniziate verso la fine del 1988 – otto settimane per quelle principali più altre quattordici per girare le sequenze con effetti speciali. Un titolo che era stato volutamente escluso dal nostro dossier che, partendo principalmente dal The Abyss di James Cameron, prendeva in esame film distribuiti esclusivamente nel 1989 in occasione del 30ennale della loro uscita.

Ma l’attinenza tra La Cosa degli Abissi e il gruppone di cui sopra è evidente. Per quanto il regista iberico Juan Piquer Simón dichiari di aver avuto l’idea per il soggetto un paio di anni prima, è palese che l’uscita del film in questione tenti di sfruttare l’onda lunga di quel filone che intanto si era venuto a creare. Non a caso, tra i produttori risulta esserci anche quel Dino De Laurentiis che aveva già prodotto proprio Leviathan (investendoci 30 milioni di dollari), e che per l’occasione sceglie di non farsi accreditare lasciando che lo faccia la figlia Francesca.

Il produttore assume David Coleman per riscrivere la bozza di Colin Wilson, sceneggiatura scritta in inglese che necessiterà di essere tradotta sia in italiano (per DeLa, appunto) che in spagnolo per Simón. Una storia che trova la sua formula nel suo essere derivativa pescando elementi altrove, persino da Aliens – non per niente una prima bozza ambientava la vicenda nello spazio – citato più o meno esplicitamente con un “vengono fuori dappertutto” che ricorda da vicino le famosissime fottute pareti. Una produzione a capitale misto tra Spagna e Stati Uniti (con quel tocco italiano rappresentato dal buon Dino e prole). E’ proprio in Spagna che si tiene buona parte delle riprese e che avverranno le prime due release (a marzo e aprile del 1990, rispettivamente a Barcellona a Madrid) col titolo La Grieta – sempre ‘la crepa’, con buona pace dei titolisti italiani.

Inizialmente ho elencato i cinque film in ordine di gradimento, dovendo estendere la mia graduatoria all’integrazione di oggi, collocherei La Cosa degli Abissi sul terzo gradino del podio; premesso che, naturalmente, The Abyss e Leviathan occupano i primi posti e che lo fanno pure con distacco, mi sento di piazzare il film di Juan Piquer Simón davanti a Creatura degli Abissi, che generalmente gode di un minimo di considerazione in più da parte degli appassionati.

la cosa degli abissi film 1990Al netto dei suoi difetti, The Rift è un film onesto, compatto, divertente. Che capitalizza un budget modesto (che arriva a malapena ad un milione e trecentomila dollari) attraverso un approccio genuino ed una ricetta efficacemente completa. Un’avventura subacquea a bordo di un sottomarino portato in scena attraverso simpatici modellini, ricostruendo gli interni con un discreto impianto scenografico dal fascino un po’ retrò (ed intendo già per gli standard di allora, sembrano realizzati una decina di anni prima), suggestioni ambientali che si estendono alla messinscena delle grotte utili a bypassare sequenze in acqua troppo costose e di difficile realizzazione, in barba a dubbi di natura scientifica sulla vivibilità e la respirazione in certi luoghi.

Ed è proprio l’anima fortemente artigianale che diventa punto di forza de La Cosa degli Abissi, un aspetto che trova il suo sfogo principale nel pregio più grande del film: un assortito e minaccioso comparto faunistico e vegetale fatto di mostri marini e creature disgustose frutto di fantomatici esperimenti genetici che per darsi un tono ricorrono a paroloni come transgenetica ed acceleratore di DNA.

Colin Arthur imbastisce un campionario di fantasia e disgusto, che annovera esemplari pittoreschi, sostanze organiche, feti umanoidi, alghe giganti e mucillagine letale, e che porta come graditissimo corredo una orgogliosa deriva splatter tra gambe tranciate, esseri umani schifosamente sfigurati, melting, mutazioni ed una bella testa esplosa a fucilate.

Il merito di Juan Piquer Simón (di cui vi consiglio Pieces e, soprattutto, Slugs) è quello di gestire questo calderone con sufficiente mestiere, consapevolezza dei limiti produttivi, capitalizzando i mezzi a disposizione attraverso una direzione semplice ma funzionale ad un preciso focus orrorifico, essenziale e senza fronzoli.

Cast misto, in cui i i ruoli principali vengono affidati agli americani, con Simón che veniva aiutato da un interprete in quanto non parlava correttamente l’inglese. Il protagonista è quel Jack Scalia che in Italia tendiamo a ricordare per Tequila and Bonetti, assunto al primo colpo dopo un colloquio avuto direttamente con Dino De Laurentiis, si presenta in forma e con un’acconciatura alla Martin Riggs.

la cosa degli abissi film 1990 ermeyAl suo fianco R. Lee Ermey, che riprende un ruolo militare e che sembra il classico personaggio cagacazzi quando invece dimostrerà coraggio ed onore. A differenza dell’ambiguo esperto di computer affidato al volto spigoloso di Ray Wise, che rivelerà la sua vera natura mentre fischietta il Grande Valse Brillante Op 18 di Chopin. Deborah Adair prende la bronchite sul set per interpretare il ruolo di una donna tosta ma non troppo da rischiare di oscurare il protagonista, la love story è nell’aria (i due hanno dei trascorsi), ma stranamente ci viene risparmiata.

John Toles-Bey è il tipico personaggio di colore a cui venivano affidate le battute simpatiche – inclusa “This feels like a gold ball being sucked trough a garden hose” che omaggia quel Full Metal Jacket in cui si era distinto il Sergente Hartman di R. Lee Ermey. Gettone di presenza per l’inglese Edmund Purdom, inglese dal lungo curriculum di genere (spesso in Italia) che probabilmente ricorderete nei panni del Conte in Fracchia contro Dracula.

Non siamo qui per riscoprire chissà quale gemma nascosta. Ma se vi piace un determinato tipo di cinema e di film (e di creature mostruose), grezzo e non privo di difetti, ma schietto, sanguinoso e divertente, allora La Cosa degli Abissi può fare al caso vostro. Scorrevole nei suoi 83 minuti, onesto titolo di cassetta che in diversi paesi arriva pure in sala, come in Italia dove esordisce il 2 agosto del 1990; per quanto riguarda il nostro mercato home video, da circa un annetto il film è disponibile in DVD edito dalla Quadrifoglio.

Di seguito trovate il trailer internazionale di La Cosa degli Abissi: