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Dossier | Paprika di Satoshi Kon vs. Inception di Christopher Nolan: plagio o sinergia?

19/03/2020 news di Redazione Il Cineocchio

Cerchiamo di capire meglio il controverso rapporto tra il blockbuster del 2010 con Leonardo DiCaprio e l'onirico capolavoro animato del 2006

paprika inception

Se provate a immettere su Google le chiavi di ricerca ‘Inception di Christopher Nolan‘ (2010) e ‘Paprika – Sognando un sogno di Satoshi Kon‘ (2006), troverete una serie di articoli e post in cui autori e utenti si chiedono se il primo sia uno spudorato plagio del secondo oppure che lo accusano apertamente di esserlo.

Per motivi differenti, entrambi questi approcci sono imperfetti.

Il problema nel mettere in discussione il loro legame è che non c’è quasi nulla da indagare. Sebbene alcune fonti affermino che Christopher Nolan abbia ammesso l’influenza di Paprika – Sognando un sogno, non c’è traccia di alcuna intervista – video o scritta – che riporti tali dichiarazioni. Tuttavia, lo stesso guardare Inception è una prova sufficiente dell’influsso di Paprika – proprio come Arthur (Joseph Gordon-Levitt) dice nel film, “la mente del soggetto può sempre rintracciare la genesi dell’idea“.

Dall’attenzione alla tecnologia di condivisione dei sogni al guardaroba di Arianna (Ellen Page), dai riferimenti alla mitologia greca ai corridoi che sfidano le leggi della fisica, fino all’utilizzo degli ascensori e la scelta di un uomo d’affari giapponese (Mr. Saito / Ken Watanabe) per assumere Cobb (Leonardo DiCaprio) e la sua squadra, o è lampante che Christopher Nolan abbia visto il lavoro animato del collega, oppure si tratta del caso più incredibile di scoperta artistica multipla nella storia del cinema.


Non è difficile capire da dove provengano le critiche più aspre. Christopher Nolan e lo studio avrebbero dovuto essere all’epoca molto più aperti riguardo alle loro influenze, specialmente alla luce della morte di Satoshi Kon (il 24 agosto 2010) poco dopo il rilascio di Inception. Allo stesso modo, va biasimato il modo in cui molti, incluso un certo numero di noti critici cinematografici, hanno salutato Inception come una sorta di esempio fulgido di originalità.

Come regola generale, rivendicare l’originalità tende ad essere una scelta sbagliata. La gente racconta storie da migliaia di anni; se non ti sei mai imbattuto in nulla di simile prima, è assai probabile che sia tu ad avere un’esperienza limitata. Ma soprattutto, il significato arriva dalla ripetizione: se mai incontrassi qualcosa di veramente originale, non avresti idea di cosa farne. Quando le persone dicono “originale”, a volte intendono qualcosa di più vicino a creativo, stimolante o innovativo, tutti aggettivi che potrebbero facilmente definire Inception senza mancare di rispetto all’importanza di Paprika – Sognando un sogno.


Ma mentre è facile capire l’irritazione che ha ispirato alcuni a parlare di Inception come un rip-off dal grande budget di Paprika – Sognando un sogno, il modo in cui una tale argomentazione appiattisce il rapporto tra i film in termini di ‘chi ha fatto prima cosa’ e ‘chi ha fatto quello meglio’ non danneggia solo Inception, ma anche Paprika.

Come quasi sempre accade, è preferibile un discorso ponderato allo sbraitare cieco. Attraverso alcuni modelli possiamo dedurre un significato superiore; far dialogare i due film offre infatti l’opportunità di comprenderli meglio entrambi, piuttosto che guardarli in modo indipendente.

Per iniziare a guardare al significato che si può trovare facendo dialogare le due opere, è necessario introdurre un terzo giocatore: il surrealismo. L’elemento più affascinante della relazione tra Inception e Paprika – Sognando un sogno non sono le loro evidenti somiglianze, ma come queste possano esistere mentre i film sono fondamentalmente diversi: quello di Christopher Nolan è esteticamente ispirato al surrealismo, mentre quello di Satoshi Kon è un film surrealista.

Se André Breton, autore di entrambi i Manifesti del surrealismo, fosse ancora vivo oggi, probabilmente risponderebbe alla visione di Paprika con lacrime di gioia e di Inception con lacrime di orrore. Mentre il termine “Surrealismo” oggi generalmente porta alla mente immagini di opere d’arte visive – specie di Salvador Dalí – il primo Manifesto di Breton, pubblicato nel 1924, specifica in realtà che il Surrealismo non ha estetica.

Definisce così il termine invece:

Puro automatismo psichico puro col quale ci si propone di esprimere, sia verbalmente, sia per iscritto, sia in qualsiasi altro modo, il funzionamento reale del pensiero. Dettato del pensiero, in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione al di fuori di ogni preoccupazione estetica o morale.

Allo stesso modo, sostiene di credere “alla futura soluzione di quei due stati, in apparenza così contraddittori, che sono il sogno e la realtà, in una specie di realtà assoluta, di surrealtà”.

Paprika – Sognando un sogno visualizza proprio uno scenario del genere, in cui i sogni e la realtà si sono completamente fusi. Guardando una coloratissima sfilata di idol di dimensioni giganti e oggetti inanimati, il detective Toshimi Konakawa chiede: “Sto ancora sognando?“.

“Sì, tutto il mondo sta sognando!”, gli risponde con calma uno dei due baristi digitali / dei sogni (è complicato …) – doppiato in originale dallo stesso regista Satoshi Kon -, comparendo dietro al protagonista dal nulla un momento appena prima di due parchimetri e una cassetta delle lettere che saltellano.

Tuttavia, questa fusione tra sogno e realtà si rivela pericolosa per diversi personaggi – la protagonista Dott.ssa Atsuko Chiba (una psichiatra che entra nei sogni della sua paziente nei panni della sua alter ego, Paprika) tenta di saltare una recinzione in un sogno e quasi accidentalmente salta da un balcone nella realtà, proprio come il suo supervisore, il Dott. Shima, ha effettivamente poco prima nel film. Viene salvata dal collega Dott. Morio Osanai, che in seguito si rivelerà essere un complice del malvagio Presidente, a cui Konawaka spara in un sogno e viene ucciso nella vita reale.

In ogni caso, nonostante tutto, la domanda “Che cosa è reale?” non è mai la preoccupazione principale del film (sebbene lo sia, in modo abbastanza interessante, in Inception …). Proprio come gli altri tre film diretti da Satoshi Kon, la preoccupazione principale di Paprika – Sognando un sogno è, invece, l’identità.

Il detective Konakawa si preoccupa di scoprire l’identità di un criminale misterioso, i personaggi centrali sono motivati ​​dalla ricerca di un agente doppiogiochista che utilizza un DC Mini rubato (tecnologia dei sogni) per far impazzire le persone e l’instabile percezione di sé di Chiba non è solamente parte integrante della narrazione, ma uno degli elementi che hanno spinto il regista giapponese a scegliere il progetto (si tratta dell’adattamento di un romanzo del 1993 di Yasutaka Tsutsui).

Anche quando i film di Satoshi Kon non si occupano così tanto di sogni – Perfect Blue (la recensione), Millenium Actress, Tokyo Godfathers (in misura molto minore) e la serie televisiva Paranoia Agent – sono ugualmente noti per le loro qualità estremamente oniriche, in parte grazie al lavoro di montaggio del regista, che trascende fluidamente il tempo e lo spazio in un modo che appare completamente naturale.

I teorici del cinema hanno avanzato diverse dissertazioni su come le sue opere riescano ad apparire così incredibilmente visionari, attingendo da eminenti teorici che vanno da Gilles Deleuze a Sigmund Freud, ma non importa quali percorsi divergenti seguano i loro argomenti, tutti sono concordi sulle qualità oniriche che permeano il suo lavoro.

Dall’altra parte c’è Inception. Mentre Satoshi Kon era un filmmaker noto per la sua ‘logica’ dei sogni prima ancora di affrontare veramente l’argomento dei sogni in un suo film, Christopher Nolan ha intenzionalmente plasmato un lungometraggio che inserisce la logica nei sogni.

Quello che il film cerca di fare è rimanere nel regno della sci-fi – rimanere nel regno di ciò che è meccanico e con cui ci si può relazionare, così da non diventare astratto e incomprensibile. Ci sono regole sul modo in cui i personaggi usano i sogni, che definiscono la realtà, che definiscono i sogni in cui entrano“, ha spiegato il regista americano un’intervista con suo fratello e collaboratore, Jonathan.

Nel primo Manifesto surrealista, André Breton parlava a lungo di quella che definiva “l’incurabile mania che consiste nel ricondurre l’ignoto al noto“, e se oggi fosse ancora tra noi metterebbe sicuramente Christopher Nolan tra quelli che ne sono afflitti. Nel caso in cui restino dei dubbi sul fatto che l’uomo che ha letteralmente definito il movimento considererebbe il lavoro di Nolan in contrasto col surrealismo, va sottolineato che Nolan giustifica l’attenzione di Inception verso architetti e architettura come protezione contro il cedimento al “caos e anarchia”, mentre André Breton divenne letteralmente anarchico.

Il risultato piuttosto notevole raggiunto da Inception di essere sia incentrato sui sogni che – contemporaneamente – in conflitto diretto con gli ideali del movimento surrealistam non è in definitiva né una debolezza né una forza. È così e basta. Satoshi Kon ha lavorato in spazi liminali, e quindi i suoi film sono difficili, persino impossibili, da definire. Christopher Nolan ha invece scelto di definire le proprie condizioni, per così dire, al fine di essere in grado di erigerci sopra qualcosa di concreto.

Naturalmente, nel costruire qualcosa di più solido, ha naturalmente lasciato spazio a maggiori critiche: è molto più facile attaccare qualcosa di definito rispetto a qualcosa che sfida la stessa descrizione. In effetti, molte delle critiche più comuni a Inception riguardano direttamente il suo desiderio di struttura e specificità, come ad esempio l’assegnazione di relazioni temporali specifiche tra i diversi strati del sogno.

Un elemento di Paprika – Sognando un sogno che ha ricevuto sorprendentemente poca attenzione è l’uso di riferimenti a Hollywood. Forse non ve ne sarete accorti, ma il primo dialogo è in inglese.

Mentre il film, proprio come tutti i lavori di Satoshi Kon, mostra un’influenza globale – è difficile trovare una migliore visualizzazione della teoria della cultura convergente, anche se decisamente febbrile, di quella offerta dalla ‘parata dei sogni’ di Paprika – utilizza i riferimenti al cinema hollywoodiano in un modo molto specifico e stabilito fin dalla primissima sequenza: ovvero, escono fuori nelle sequenze di sogni più incredibili.

Questi omaggi, a volte fotogramma per fotogramma, per titoli che vanno da Vacanze romane a 007 – Dalla Russia con amore forse non sono particolarmente interessanti di per sé, ma il regista giapponese ha affrontato questo suo gusto per la citazione in qualche intervista:

Sono cresciuto durante il rapido momento di sviluppo economico in Giappone, dopo la guerra, e gli Stati Uniti hanno occupato il Giappone per un certo periodo. Molti giapponesi sognavano di avere un Giappone florido quanto sembravano gli Stati Uniti. Molte persone hanno lavorato molto duramente per creare un paese che sarebbe stato ricco come gli Stati Uniti. Naturalmente, molti di noi hanno guardato i film di Hollywood. Questi erano film in cui le cose sembravano molto munifiche. Quindi, le fonti di immagini su cui faccio affidamento, di volta in volta, sono i film di Hollywood.

Tuttavia, considerando che un personaggio in Paprika – Sognando un sogno descrive l’atto di “impiantare i sogni nella testa di altre persone” come “terrorismo” e il modo in cui Hollywood viene talvolta definita una ‘fabbrica di sogni’, non dovrebbe essere troppo difficile leggerci una potenziale critica – o forse la messa in discussione – della sopracitata influenza hollywoodiana. Potenziale. Dopotutto, una delle molte qualità dei film onirici di Satoshi Kon è che non invitano lo spettatore tanto all’analisi, quanto all’interpretazione con le pinze.

Ciò nonostante, il fatto che, tra tutti quelli diretti da Satoshi Kon, sia stato proprio Paprika ad aver avuto la maggiore influenza su un film di Hollywood di grande budget (2.5 milioni contro 160 milioni) – uno che peraltro si è già dimostrato piuttosto influente (pensiamo al Doctor Strange di Scott Derrickson, o ai suoni pensati da Hans Zimmer, amatissimi in molti trailer e action movie) ha un sapore poetico.

Di seguito un trailer che mescola le voci di Inception sulle immagini di Paprika – Sognando un sogno:

Fonte: FSR