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Titolo originale: Scarface , uscita: 09-12-1983. Budget: $25,000,000. Regista: Brian De Palma.

Dossier: Scarface e la rough cut deprimente mostrata a Oliver Stone

15/02/2025 news di William Maga

Lo sceneggiatore non fu per niente contento del lavoro di De Palma

al pacino scarface montana film

Molto prima che Scarface di Brian De Palma diventasse un’ossessione pop culturale per la comunità hip-hop americana, il film fu considerato un fallimento commerciale e artistico per il suo regista.

La moderna rilettura del classico gangster movie di Howard Hawks del 1932 era un’epopea di eccessi sfrenati: volgare, ridondante e incredibilmente brutale. Persino la sua più grande sostenitrice critica, Pauline Kael del New Yorker, intitolò la sua recensione “Un film di De Palma per chi non ama i film di De Palma”, e aveva ragione.

Coi suoi 170 minuti di durata, il film mancava della coesione formale e tematica delle migliori opere del regista. Era più che altro un palcoscenico per Al Pacino, che si immerse così profondamente nel ruolo del boss cubano Tony Montana da non riuscire mai del tutto a liberarsi dei suoi tic verbali (basta guardare i suoi film per notare la differenza tra il Pacino pre e post Scarface).

A distanza di oltre 40 anni, Scarface resta ancora oggi un film eccessivo sotto ogni aspetto. È troppo. La caduta di Montana è inutilmente prolungata. Il suo arco narrativo è piatto: è un mostro fin dall’inizio, che coglie l’opportunità e uccide chiunque ostacoli il suo sogno americano. Aggiungiamoci poi l’inquietante attaccamento incestuoso verso la sorella Gina (Mary Elizabeth Mastrantonio), e Tony diventa rapidamente un personaggio grottescamente noioso. Il film è indubbiamente entusiasmante a tratti, ma nelle scene che precedono lo scontro finale, risulta ripetitivo.

scarface pacino film de palmaIn ogni caso, Scarface non era il film che il pubblico si aspettava. Doveva essere un contendente agli Oscar, un trionfo attoriale per Pacino e una consacrazione per De Palma. Quando lo sceneggiatore Oliver Stone fu invitato a vedere un montaggio preliminare prima dell’uscita nel dicembre 1983, capì subito che non avrebbe ricevuto la sua seconda nomination all’Oscar per la Miglior Sceneggiatura Adattata.

Nel suo libro di memorie “Chasing the Light”, Stone ricorda di essere stato convocato dal produttore Martin Bregman per una proiezione in una “piccola e squallida sala di New York”. Bregman, prevedendo una reazione negativa, temeva che lo sceneggiatore potesse lamentarsi con Al Pacino, quindi lo mise in guardia, dicendogli di riferire prima a lui la sua opinione. E infatti, Stone rimase profondamente deluso dal montaggio, che con i suoi 169 minuti era praticamente la versione definitiva.

Da un lato, non fu una sorpresa. De Palma di solito non gira sequenze extra da montaggio—ovvero riprese da angolazioni diverse per avere più opzioni in post-produzione. Paul Hirsch, che montò Blow Out, raccontò una volta che le scene del finale erano state girate esattamente come disegnate nello storyboard. De Palma sapeva esattamente cosa voleva.

Ma Scarface rappresentava per lui una sfida nuova: era un progetto di grosso calibro per una major, e non era nato da un’idea sua (il primo regista incaricato fu Sidney Lumet). Perciò lavorò con un approccio più flessibile. Ad esempio, permise al suo amico Steven Spielberg, in visita sul set, di dirigere una ripresa della seconda unità, quella in cui i sicari si calano nella villa di Montana con i ganci da arrampicata. Tuttavia, per quanto potesse adattarsi, De Palma aveva già il film montato in testa prima ancora della fase di editing.

scarfaceQuello che Stone trovò insopportabile—e lo dice chiaramente—fu la visione di De Palma su Scarface.

“Mi sentii profondamente depresso”, disse Stone. “Tutto il nostro lavoro sembrava andato in fumo.” Secondo lui, i problemi erano evidenti, soprattutto nella parte centrale del film:

“L’inizio e la fine andavano bene, ma il centro aveva bisogno di un’enorme revisione. Lo capivo; da sceneggiatore, non puoi attaccarti emotivamente al risultato finale di un film, ma cos’altro avrei potuto scrivere? Il ritmo complessivamente lento, la mancanza di coesione e significato mi travolsero.”

Stone non offre soluzioni concrete nel suo libro. Dice di aver dato suggerimenti, alcuni dei quali furono accolti, ma in generale venne messo da parte, come gli era già successo con Alan Parker su Fuga di Mezzanotte. Tre anni dopo, avrebbe preso in mano la regia con due film straordinari, Salvador e Platoon. Da quel momento in poi, preferì dirigere le proprie sceneggiature, anche se con Assassini Nati (dall’originale di Quentin Tarantino) si trovò al centro di polemiche feroci.

Scarface appartiene a Brian De Palma e Al Pacino. Lo si ama o lo si odia (ed è assolutamente legittimo oscillare tra questi due estremi), ma resta l’opera di due artisti al massimo della loro potenza creativa, intenti a realizzare un film moralmente riprovevole e senza compromessi. È esaltante tanto quanto è brutale, ed è meraviglioso che esista.

Di seguito la scena della motosega nello Scarface di Brian De Palma: