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Voto: 6.5/10 Titolo originale: 見鬼 , uscita: 09-05-2002. Budget: $10,706,075. Regista: Danny Pang Fat.

Dossier: The Eye dei fratelli Pang (2002), vedo anche io la gente morta

25/04/2023 recensione film di Gioia Majuna

Angelica Lee è la splendida protagonista di un horror d'atmosfera, realizzato con grande competenza e senso del terrore

the eye 2002 film pang horror

The Eye (Gin gwai) si può facilmente annoverare tra gli horror asiatici più popolari del XXI secolo. Grande successo di critica e commerciale ai tempi dell’uscita nel lontano 2002, è stato tra i primissimi titoli di quella folgorante ‘new wave’ ad arrivare anche in Italia, aprendo la strada a svariati altri e contribuendo allo sdoganamento di cinematografie fino ad allora conosciute solo da una sparuta minoranza di appassionati.

Mun (Angelica Lee), una violinista cieca, subisce un delicato trapianto di cornea e riacquista la vista. Mentre cerca di abituarsi ai nuovi aspetti della sua vita quotidiana, giunge a una scioccante consapevolezza. Ha infatti misteriosamente acquisito la capacità di vedere i fantasmi che vivono tra noi. Dopo aver chiesto aiuto al suo terapeuta, il dottor Wah (Lawrence Chou), i due iniziano a cercare l’identità del donatore, convinti che la risposta a questa angosciante condizione risieda proprio nel passato di questa persona.

the eye film 2002 posterI fratelli cinesi Oxide e Danny Pang, registi e co-sceneggiatori del film, affermano di essere stati ispirati a scriverne la storia dopo aver letto su un giornale locale la storia di una ragazza che si era sottoposta a un’operazione simile e che dopo un po’ si era suicidata, iniziando a chiedersi cosa potesse averla portate a un simile tragico gesto estremo.

Tralasciando questo fatto, è più che evidente che la trama di The Eye sia fortemente influenzata da titoli di gran lunga superiori come Il sesto senso e La spina del Diavolo, pur tentando – e per lo più fallendo – di fornire una svolta degna di nota alla già fin troppo familiare premessa del “vedo la gente morta”.

L’aspetto interessante di The Eye è che funziona probabilmente meglio come mystery thriller piuttosto che come horror puro. Anche se non mancano alcuni jumpscare genuini, sono troppo sparpagliati lungo il film. Quello che i Pang riescono invece a fare è costruire intorno all’intrigante premessa un mistero piuttosto intelligente, che rende il pubblico ansioso di scoprire cosa succederà e come si concluderanno i 100 minuti di visione.

I due registi, dopo il successo ottenuto con il loro film d’esordio Bangkok Dangerous, decisero di cimentarsi col genere horror, quello a cui in seguito sono stati maggiormente associati. The Eye, il loro secondo sforzo dietro alla mdp, anche se molto familiare, è estremamente curato.

Fin dall’inizio, i Pang creano infatti un’atmosfera inquietante e sorprendono costantemente il pubblico con un’abbondanza di elementi visivi utili alla costruzione della suspense. La loro impressionante abilità nel creare immagini dense di pathos e spaventose è evidente in tutto il film (la sequenza nell’ascensore è negli annali), ma l’aspetto più importante del loro talento registico è che non solo salva The Eye dall’essere semplicemente mediocre, ma lo aiuta anche ad elevarsi al di sopra di molti altri titoli horror asiatici contemporanei.

L’aspetto più sorprendentemente ed efficace di The Eye è comunque l’ipnotica prova della protagonista Angelica Lee. Combinando il suo fascino intrinseco e le sue eccezionali capacità recitative, l’attrice offre infatti una delle più interessanti interpretazioni femminili del periodo in ambito horror. Il suo impressionante impegno da solo varrebbe il prezzo del biglietto. Anche il cast di supporto è all’altezza della situazione, cosa affatto scontata, anche se si mantiene a distanza.

the eye 2002 film pangLa fotografia fredda di Decha Srimantra è eccellente e conferisce a The Eye un’atmosfera adeguatamente inquietante e suggestiva, mentre gli effetti sonori si rivelano una necessità per le parti più spaventose, ampliando l’essenziale senso di terrore invece di indebolirlo.

Purtroppo, la colonna sonora si rivela il punto più debole. A volte suona così amatoriale e fuori luogo che non si può fare a meno di sorridere per il risultato sghembo. Spesso spinge il film in territori pericolosamente melodrammatici, arrivando quadi a rovinare del tutto alcune delle scene più potenti di The Eye.

Lasciando allora da parte la OST e la sua mancanza di originalità, The Eye, pur rimanendo lontano dall’essere un capolavoro del genere, resta un’opera dignitosa ed estremamente ben diretta. I personaggi sono ben sviluppati, le interpretazioni sono di primo livello e la fotografia è spaventosa e ammaliante in egual misura.

Tutti coloro che amano un buon ‘film di paura’ vecchio stile, che si basa più sulle sensazioni striscianti e sulle atmosfere che sul gore, dovrebbero (ri)dare un’occhiata a questo titolo di oltre 20 anni fa, e – soprattutto – evitare accuratamente il remake americano con Jessica Alba del 2008.

Di seguito trovate il trailer internazionale di The Eye: