Voto: 6/10 Titolo originale: Free Guy , uscita: 11-08-2021. Budget: $110,000,000. Regista: Shawn Levy.
Free Guy – Eroe per Gioco: la recensione del film videogiocoso di Shawn Levy
11/08/2021 recensione film Free Guy - Eroe per gioco di William Maga
Ryan Reynolds e Jodie Comer sono i protagonisti di una action comedy più profonda di quello che sembra, che trasmette un messaggio edificante tra un'esplosione e una battuta
Dopo essere stato programmato, rinviato, riprogrammato, rinviato e riprogrammato di nuovo (tutto questo trambusto è diventata una gag nella campagna di marketing), la commedia d’azione diretta da Shawn Levy (Una notte al museo) Free Guy – Eroe per Gioco è finalmente arrivata nei cinema. Francamente, e non sono molti i titoli di cui lo si può dire, ne è valsa la pena aspettare. Non è quel tipo di film ‘da vedere al cinema’, ma è uno di quelli da non perdere.
Vanta scena d’azione sapientemente orchestrate, performance esilaranti da parte del cast e una comprensione così assoluta del lessico tipico dei videogiochi che chiunque abbia mai giocato a uno sparatutto in prima persona o in terza persona, da Wolfenstein a Saints Row: Gat Out of Hell, potrà coglierne i riferimenti.
Ma più di tutto, c’è una miriade di Easter Egg nascosta all’interno di Free Guy – Eroe per Gioco, che invoglieranno il pubblico a ritornarci anche in seguito per scovarle tutte. E fortunatamente, la sceneggiatura scritta da Matt Lieberman (Scoob!) e Zak Penn (The Avengers) possiede anche strati inaspettatamente più profondi che renderanno gratificanti queste visione future.
Guy (Ryan Reynolds), residente di Free City, è stanco della sua vita. Ogni giorno si sveglia, indossa lo stesso vestito, va al lavoro con il suo migliore amico, Buddy (Lil Rel Howry), evita gli sprezzanti eroi ‘intoccabili’ che indossano gli occhiali da sole e razziano la città a loro piacimento, prende un caffè, va a lavorare alla Free City Bank, viene rapinato e ritorna a casa. Giorno dopo giorno, è uno schema che si ripete senza il minimo cambiamento. Ma tutto cambia per lui quando incontra una eroina di nome Molotov Girl (Jodie Comer), che gli mostra che il suo mondo non è affatto quello che a lui sembra.
Free Guy – Eroe per Gioco non è certo un titolo che punta a un Oscar, e nemmeno un prodotto che si possa definire ‘arte’, ma, nonostante l’aspetto patinato e le scene action da milioni di dollari inventivamente costruite, merita di essere affrontato sapendone il meno possibile, quindi procedete con cautela in quanto di seguito si parlerà in modo abbastanza approfondito di quello che succede nel film.
Innanzitutto, Free Guy – Eroe per Gioco si muove inspiegabilmente su molti livelli. In superficie, è una commedia romantica d’azione che frulla Tron, Essi Vivono (il dossier), Matrix, Nirvana, Ready Player One (la recensione) e The Truman Show. Se questa descrizione lo rende da un lato molto accessibile, dall’altro minimizza però ciò che Matt Lieberman, Zak Penn e Shawn Levy portano sullo schermo. Usando i VG come base per la sua narrazione, riesce a utilizzare tutte le funzionalità con cui il pubblico ha già familiarità – specie la comunità dei videogiocatori – e a decostruirlo per osservarlo come un microcosmo dell’umanità stessa nel suo insieme.
Free City è un luogo in cui una certa classe sociale può fare letteralmente tutto quello che vuole – rubare auto, tampinare i cittadini, commettere furti, e molto altro – senza preoccuparsi minimamente per nessuno di questi individui di ‘seconda fascia’, indicati come PNG (personaggi non giocanti) dagli ‘eroi’ che indossano occhiali da sole. I PNG, d’altra parte, devono seguire tutta una rigida serie di parametri immutabili, dal ripetere lo stesso dialogo più e più volte, all’entrare costantemente nelle stesse situazioni violente o essere vittime di brutale violenza. In caso contrario, loro stessi dovranno affrontare una punizione estrema.
Il risveglio di Guy scuote decisamente la sua insospettabile prospettiva personale quando apprende che indossare quegli occhiali da sole gli consente di vedere uno ‘strato interattivo’ posto sopra Free City, un mondo nascosto alla sua normale percezione (ricordate Essi Vivono e il suo commento pungente sul consumismo?). Infilandoli, è in grado di interagire con gli stessi potenziamenti, gli strumenti di guarigione e le altre misure capaci di alterare la vita degli “eroi”. Come mostrato nei trailer, il protagonista Guy sceglie subito senza esitazione di usare questa nuova conoscenza per fare del bene e proteggere i suoi sfortunati compagni PNG.
Per i giocatori all’esterno, questa consapevolezza improvvisa lo rende un’anomalia, mentre per i suoi concittadini diventa un protettore. Questa situazione, ovviamente, lo mette sul radar del cattivo del film, Antoine (l’ormai onnipresente Taika Waititi, qui completamente sopra le righe), che vede Guy come un problema tecnico da sradicare.
Il fatto che Guy possa indossare degli occhiali che fondamentalmente funzionano da ‘pillola rossa’ mentre lui interagisce con un giocatore mentre le sue imprese vengono guardate in tempo reale da milioni di persone in tutto il mondo è da una parte l’elemento che inevitabilmente fa scattare un confronto diretto con altri film dai contenuti simili, ma, come anticipato, è anche dall’altro ciò che esalta le idee alla base dello script di Free Guy – Eroe per Gioco sul classismo, la violenza e il libero arbitrio.
Vale la pena allora soffermarsi sul modo in cui viene usata proprio la violenza nel film di Shawn Levy. Per i cittadini di Free City, è un evento ‘naturale’ essere scaraventati fuori dalle finestre, investiti da bolidi in corsa o umiliati in qualsiasi altro modo immaginabile. Per loro, è quello che ci si aspetta e fare qualsiasi altra cosa sarebbe totalmente innaturale. In veste di pubblico, ridiamo quando i giocatori reagiscono con una sorta di furia indignata, volendo aumentare la dose di dolore inflitto quando Guy interviene in veste di paladino dei più deboli. Qui emerge una certa riflessione indiretta alla disconnessione dalla realtà della ‘vita vera’, che dà la sensazione di poter fare qualsiasi cosa senza conseguenze.
Nulla che si avvicini a uno studio antropologico, certo, ma Free Guy – Eroe per Gioco nel suo piccolo evidenzia il meglio e il peggio dell’umanità quando le viene offerto un sistema chiuso di infinite possibilità in cui operare. Prevedibilmente – ma anche per fortuna – attraverso la loro disamina Matt Lieberman e Zak Penn offrono una risposta positiva e piena di speranza che però evita quelle nozioni sdolcinate o idealistiche (disneyane?) che farebbero schizzare fuori dalle orbite gli occhi degli spettatori.
In sostanza, Free Guy – Eroe per Gioco non è quindi solamente una corsa di 155 minuti ricca di trovate visive, cameo, sprazzi di nostalgia, slapstick comedy ed esplosioni, ma un film che mette sul piatto spunti di riflessione non scontati e ci chiede di considerare il nostro lato più umano e migliore anche quando sappiamo di trovarci in uno spazio simulato in cui potremmo sfogare il nostro lato oscuro e cinico e operare come divinità (a tal proposito, per i più fanatici della filosofia, l’inclusione e il ricorso attivo all’Ipotesi della Simulazione all’interno del film gli consente brillantemente di navigare nelle aree più complicate della narrazione con più grazia.)
I lati positivi di Free Guy – Eroe per Gioco sono quindi non pochi guardando bene al di là della superficie da blockbuster da oltre 100 milioni di dollari di budget. Ryan Reynolds offre la sua tipica interpretazione impassibile e svagata, ma – per una volta – sposa perfettamente la totale ingenuità del suo personaggio.
Jodie Comer tecnicamente offre due performance (una da action girl, l’altra più realistica) e si assicura che il virtuale e il fisico rimangano collegati come una cosa sola. Joe Keery (Stranger Things), Utkarsh Ambudkar (Pitch Perfect) e Lil Rel Howery (Get Out) completano il cast in ruoli di supporto e raccolgono senza problemi il testimone narrativo sia letteralmente che metafisicamente.
Sebbene Ryan Reynolds e Jodie Comer siano i protagonisti, Free Guy – Eroe per Gioco è più un film corale che irradia positività e inclusività. Non è positivo alla Ted Lasso, ma è interamente ottimista, qualcosa che offre una tregua dalla disperazione della ripetitiva quotidianità e ci ricorda che va benissimo uscire dalla nostra programmazione di routine, che non è mai troppo tardi per cambiare le nostre vite e che, se in alcuni giorni ci sembra semplicemente di seguire uno schema prestabilito, è dentro di noi che deve iniziare il cambiamento.
Insomma finisce per essere il perfetto balsamo estivo per ciò che ci affligge. Collegatevi, abbandonatevi, fatevi una vita.
Di seguito- sulle note di Baba O’Riley degli Who – trovate il trailer italiano di Free Guy – Eroe per Gioco, nei nostri cinema dall’11 agosto:
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