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Voto: 6.5/10 Titolo originale: Gold , uscita: 13-01-2022. Budget: $6,500,000. Regista: Anthony Hayes.

Gold: la recensione del film di – e con – Anthony Hayes

29/06/2022 recensione film di Gioia Majuna

Zac Efron è il dedicato protagonista di un survival thriller australiano cupo e disperato

gold film 2022 zac efron

Definire ‘minimale’ Gold dello sceneggiatore e regista (e attore) Anthony Hayes non suona affatto azzardato. Anzi, minimale gli sta questi larga come definizione. Sono accreditati sette attori nel cast. Di questi, due sono la stessa persona che interpreta ruoli diversi. Tre appaiono sullo schermo per una scena ciascuno. Sempre di questi tre, uno è un neonato e l’altro è una donna che non ha battute.

La maggior parte del minutaggio di Gold è allora riempito da Zac Efron che, da solo, in un deserto dal sapore post-apocalittico, perde gradualmente il contatto con la realtà e, tutto sommato, l’uomo dietro alla mdp riesce a ricavare molto da questa situazione limite.

gold film poster 2022In un desolante futuro distopico, un vagabondo (Efron) in cerca di un’opportunità, una qualsiasi, si mette in viaggio con un uomo (Hayes) verso un avamposto dove potrebbe esserci lavoro. Quando il loro sgangherato camion si rompe nel bel mezzo del nulla, scoprono fortunosamente una enorme pepita d’oro. In realtà si tratta più che altro di un masso d’oro, visto che non riescono nemmeno a smuoverlo. Quando l’ ‘Uomo’ va a prendere gli attrezzi per recuperare il loro premio, il ‘Vagabondo’ rimane indietro a fare la guardia.

Gold è tutto qui. Il film è sostanzialmente Zac Efron seduto nella sabbia, con le scorte che diminuiscono, la sua situazione che va di male in peggio, cercando di non morire o di non perdere la testa. E non è un compito facile.

Ci sono mute di cani feroci e affamati, scorpioni, disidratazione, fame, sconosciuti, esposizione al sole cocente, paranoia e una serie di altri fattori che fanno del loro meglio per ucciderlo. Senza contare la tensione mentale, la solitudine, la disperazione, la perdita di speranza e la psicosi. Che minacciano anch’essi di farlo fuori amabilmente.

Questo è il film di Zac Efron e l’attore 34enne fa un lavoro ammirevole. Fisicamente, è adeguatamente trasandato e rude, tanto per cominciare. All’inizio di Gold è sporco, ma alla fine è ricoperto di mosche, vesciche dolorose e strati di lordume. Personaggio tranquillo anche quando ci sono altre persone intorno, lasciato solo, il Vagabondo inizia a sfilacciarsi, poi a disfarsi e infine a lacerarsi. Si tratta di un ruolo drasticamente diverso rispetto a tutti quelli che abbiamo visto prima per l’ex star della Disney e lui fa un ottimo lavoro passando attraverso queste fasi di ‘disintegrazione’ fisica e psichica.

Sebbene sia ambientato e girato in Australia, l’intero scenario di Gold è molto americano, ricordando le tipiche ‘Dust Bowl’ e altrettanto da vicino il Furore di John Steinbeck. Dopo un vago collasso economico, probabilmente causato almeno in parte dalla decimazione ambientale, la gente si mette in viaggio, andando ‘alla deriva’, saltando sui treni, cercando ogni tipo di speranza e arrangiandosi come può. È una situazione desolante e difficile sotto tutti i punti di vista.

Anthony Hayes e la co-sceneggiatrice Polly Smyth adottano un approccio scarno ma mirato al worldbuilding. Accennano e alludono, lasciando che l’immaginazione del pubblico estrapoli da sola per riempire i vuoti e gli spazi negativi di Gold.

L’intero film ha un aspetto visivo e un mood grintoso. Le riprese diurne, slavate dal sole e sovraesposte, sono quasi accecanti, mentre la notte assomiglia a una pesante coltre di oscurità che nasconde in sé ogni sorta di terrore. Ma anche questo paesaggio desolato e arido diventa di una bellezza ammaliante quando il direttore della fotografia Ross Giardina (Catch the Fair One) orchestra inquadrature ampie e riprese aeree. I luoghi dell’Outback hanno un aspetto ultraterreno, familiare ma allo stesso tempo alieno, e l’utilizzo di circostanze fortuite, come le riprese in una vera e propria tempesta di polvere scoppiata durante le riprese, non fa che accentuare il senso di isolamento e di pericolo.

gold film efron 2022Gold è un film cupo, che riesce a sprofondare sempre più nella disperazione a ogni passo. Scandaglia le profondità della miseria umana e le lunghezze che gli individui sono disposti a raggiungere nella ricerca di un barlume di speranza.

Il Vagabondo si aggrappa a questa pepita d’oro come se fosse una zattera di salvataggio, ma in realtà è un’ancora che lo trascina verso la morte anche se si rifiuta di lasciarla andare. Inseguendo qualcosa di così prezioso, potrebbe perdere la cosa più cara di tutte, la sua vita. Spesso ci si chiede: il Vagabondo è stupido, avido o disperato? La risposta più realistica è che è un po’ tutte e tre le cose.

Poiché la storia di Gold è così scarna e minimale, ci sono momenti in cui si dilata pericolosamente. E l’idea di un mondo in cui il detto cane mangia cane è sia metaforico che molto, molto letterale. Per fortuna, in questi momenti Anthony Hayes ha nella manica qualcosa di orribile da lanciare contro il protagonista per distrarre la nostra attenzione e far progredire le cose. Anche se, bisogna ammetterlo, l’efficacia dell’idea del “cosa accadrà adesso” si esaurisce con il passare del tempo.

Anche se non lascerà nessuno a bocca aperta, Gold è qualcosa di simile a Mad Max rivisitato come un austero survival drama, la storia di un uomo che prova a cavarsela in solitaria di fronte alla durezza della Natura. Se la metodica decostruzione della psiche umana dica o meno qualcosa di avvincente dipenderà allora dal singolo spettatore, ma rimane un racconto teso e lineare che si lascia guardare fino al non scontato finale.

Di seguito trovate il trailer italiano di Gold, nei nostri cinema dal 30 giugno: