Voto: 5/10 Titolo originale: Honest Thief , uscita: 03-09-2020. Regista: Mark Williams.
Honest Thief: la recensione del film di Mark Williams con Liam Neeson ladro pentito
05/08/2021 recensione film Honest Thief di Marco Tedesco
C'è anche Kate Walsh nell'action thriller - solo sulla carta - che spreca il suo protagonista per colpa di una sceneggiatura troppo assurda
Probabilmente è appropriato affermare che Liam Neeson potrebbe interpretare questo ruolo a occhi chiusi. Forse questo spiegherebbe la curiosa mancanza di energia non solo nella sua performance, ma nel film nel suo insieme. Da quando l’attore nordirlandese è stato ‘accettato’ come star d’azione (con Io vi troverò del 2008), c’è stata infatti una certa prevedibilità in queste produzioni, arrivate con cadenze piuttosto regolari.
In generale, si sono concentrate su un Liam Neeson nei panni di un vigilante abile e silenzioso che colpisce duro in nome della giustizia. Honest Thief è forse il più goffo del mazzo ora e, mentre diversi aspetti flirtano con la definizione di ‘guilty pleasure’, la sceneggiatura è così incredibilmente sciocca che non è mai possibile sospendere l’incredulità sufficientemente perché i suoi punti salienti offrano più di una fugace soddisfazione.
Honest Thief ricorre al classico concept dell’ “uomo innocente ingiustamente accusato” come idea centrale. Alfred Hitchcock ha imbastito un’intera carriera esaminando ogni tipo di variazioni su tale premessa, ma il regista Mark Williams non è Hitchcock. Il suo script ( uttato giù assiema a Steve Allrich) è il genere di cose che il maestro londinese avrebbe abbandonato già in fase di bozza, giustamente credendo che la generale mancanza di credibilità relativa alle procedure delle forze dell’ordine e all’intelligenza degli uomini di legge avrebbe silurato il progetto fin dalle prime battute.
Il film fallisce non tanto perché segue una traiettoria prevedibile, ma perché la sua visione di come funziona l’FBI è così lontana dalla realtà da risultare farsesca.
Liam Neeson interpreta il virtuoso ex marine Tom Carter, alias “Il bandito dentro e fuori”, un super criminale inafferrabile che ha passato gli ultimi otto anni a rapinare banche con una precisione tale che i federali non hanno la minima idea della sua identità. Lungo la strada, ha accumulato qualcosa come 9 milioni di dollari che, come ogni rapinatore di banche che si rispetti, tiene accumulati in un magazzino in affitto. Ma non c’è niente come l’innamorarsi davvero per soffocare i propri istinti fraudolenti e così, un anno dopo aver incontrato Annie (Kate Walsh), Tom decide di darsi una raddrizzata. Intende fare di lei una donna onesta, ma solamente dopo che lei abbia fatto di lui un uomo onesto.
Il piano per lasciarsi alle spalle il suo passato sgradevole sfida la logica (tranne nella mente di uno sceneggiatore di Hollywood …). Prenderà un avvocato e si costituirà? Andrà alla stampa? Darà tutti i soldi in beneficenza? O farà una telefonata anonima all’FBI e dirà a qualche agente oberato di lavoro che è davvero lui il bandito e che gli piacerebbe incontrarlo? La sua decisione di optare per la quarta ipotesi è solo una delle tante scelte stupide che vengono fatte solo dai personaggi di Honest Thief, che sono costretti ad agire in modi che favoriscono specifici requisiti di sceneggiatura. In ogni caso, Tom si ritrova in fuga da una coppia di agenti dell’FBI opportunisti che lo hanno incastrato per omicidio mentre Annie languisce in un letto d’ospedale e ‘l’unico poliziotto buono’ pensa che qualcosa potrebbe non essere come sembra, ma non è sicuro di cosa.
Nessuno in Honest Thief agisce in un modo che potrebbe essere considerato razionale. Tom è troppo nobile per essere credibile. Fa sembrare Qui-Gon Jinn di Liam Neeson un collaboratore del Lato Oscuro. La sua decisione di costituirsi, accettare una pena detentiva e restituire tutti i soldi indicherebbe che – forse – è rimasto coinvolto in una delle esplosioni che ha usato per aprire una delle casseforti.
Annie è così innamorata che, dopo solo un momento di orrore nell’apprendere il passato del suo uomo, sembra pronta a cantare a squarciagola “Stand by Your Man” e scappare con lui. I cattivi, l’agente Nivens (Jai Courtney) e l’agente Hall (Anthony Ramos), si trasformano istantaneamente da tirapiedi in psicopatici. E i bravi ragazzi, l’agente Meyers (Jeffrey Donovan) e l’agente Baker (Robert Patrick), violano innumerevoli procedure per parlare coi potenziali sospetti.
Il 69enne Liam Neeson, normalmente una presenza forte e piacevole, non è in grado di sormontare le carenze della sceneggiatura di Honest Thief. Inoltre, non sembra coinvolto nel personaggio come lo era invece stato nei tre film della saga di Taken e nei vari emuli che sono seguiti. Jai Courtney è immediatamente identificabile come il villain del film. È in parte il sogghigno di Courtney stesso a tradirlo, per non parlare del fatto che nessuno potrebbe mai credere che l’attore australiano non possa essere altro che un verme e/o un assassino (ed è questo è uno dei motivi per cui Die Hard – Un buon giorno per morire, in cui interpretava il figlio di Bruce Willis, non ha funzionato).
Sebbene sia stato pubblicizzato come un “action thriller”, in realtà non è né l’uno né l’altro. A parte alcuni inseguimenti e normali scazzottate, non c’è molta “azione” e quel poco che c’è difficilmente potrebbe essere etichettato come “emozionante”. Se realizzato con un certo grado di competenza, un film di serie B può risultare divertente in un modo assolutamente senza pretese. Ma quando è realizzato come Honest Thief, quel che ne esce è un prodotto straight-to-video tedioso e inutilmente dilatato che nemmeno la professionalità di maniera di Liam Neeson può salvare.
Di seguito trovate il trailer internazionale di Honest Thief:
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