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I diari del BIFFF 35: giorno 4 da Bruxelles

12/04/2017 news di Alessandro Gamma

Oggi parliamo della dicotomia francese/fiammingo (e di 4 film visti in sala)

Piccola lezione di geo-politica.

Il Belgio è diviso in tre regioni: a settentrione le Fiandre, la cui popolazione di lingua olandese comprende circa il 58% della popolazione totale. Nel mezzo è situata la regione della città di Bruxelles, Bruxelles-Capitale che è ufficialmente bilingue, sebbene sia prevalentemente francofona, e nella quale risiede il 10% della popolazione. A sud la Vallonia, che costituisce il 32% della popolazione complessiva nazionale, prevalentemente francofona con l’eccezione di una piccola comunità, ai confini con la Germania, la Comunità germanofona del Belgio di lingua tedesca.

forgotten scares posterPerchè questo preambolo? Perchè sin dal nostro arrivo, da bravi ‘turisti per caso’, non avevamo prestato troppa attenzione al fatto che intorno a noi ci fossero persone che parlassero indistintamente il francese o il fiammingo (tra cui il presentatore del BIFFF, che passa indistintamente da un lemma all’altro come niente fosse, lasciando superficialmente intendere che tutti qui siano in grado di farlo), così come avevamo trovato piuttosto naturale la presenza dei doppi sottotitoli durante le proiezioni (un po’ come succede a Sitges con il catalano e il castigliano). Insomma, si difendono le due anime linguistiche del Belgio allo stesso modo, naturale. Invece no. Un primo curioso segnale d’allarme è stata la visione del documentario Forgotten Scares, dedicato ai registi di quei film ‘di genere’ esclusivamente fiamminghi che per varie ragioni (tra cui proprio il loro essere apparentemente diretti solo a una parte della popolazione belga) sono stati ‘epurati’ dalla memoria cinematografica di questo paese, tanto che le loro opere non sono praticamente mai stati nemmeno stampate in DVD. In più, nel documentario viene fatto notare che Alleluia, film del 2014 di Fabrice du Welz (nato e cresciuto qui nella capitale), non è mai stato sottotitolato in fiammingo e quindi mai distribuito nella regione del nord. Ciliegina sulla torta del sospetto, oggi, al momento di incontrare il regista di Forgotten Scares, Steve De Roover (nato ad Anversa, 45 km da Bruxelles …), lo abbiamo sentito rivolgersi ai membri dello staff esclusivamente in inglese, proprio come noi! Senza entrare nei meriti specifici, la questione è quindi molto più spinosa e delicata di quello che un occhio superficiale come il nostro potrebbe captare.

Ciò detto, oggi è stata anche una giornata impegnativa a livello di visioni. Per primo è toccato all’ottimo The Void di Jeremy Gillespie e Steven Kostanski (vi rimandiamo direttamente alla nostra recensione per saperne di più), cui sono seguiti l’anteprima mondiale dell’horror con sfumature sci-fi Replace del tedesco Norbert Keil, il decisamente curioso e non esattamente digeribile The Unkindness of Ravens di Lawrie Brewster e la commedia d’azione taiwanese The Village of no return di Chen Yu-hsun. Ovviamente piano piano arriveranno i commenti estesi per tutti.

A domani per la nuova pagina del nostro diario belga.

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