I tre migliori film di Woody Allen
28/12/2015 news di Redazione Il Cineocchio
In occasione dell’uscita in sala del suo ultimo lavoro, la nostra redazione ha votato i 3 migliori film del nevrotico cineasta newyorkese
Woody Allen, nome d’arte di Heywood Allen, o Allan Stewart Königsberg, nasce a New York l’1 dicembre 1935. Ingegno poliedrico, è comico, attore scrittore e sceneggiatore, regista, ma anche commediografo e perfino clarinettista. Sia che li abbia scritti, diretti o interpretati, il punto forte di tale eterogeneo autore è quel peculiare humor newyorkese, un po’ nevrotico, che l’ha reso celebre e rappresenta certo il suo marchio di fabbrica. Intellettualiode, autoironico e borghese, Allen si è avvalso della psicanalisi, della letteratura, del cinema, per mettere in discussione con leggerezza lo stile di vita americano e in particolare quello della Grande Mela.
Iniziando come commediografo in tenera età, il vero momento di svolta arriva nel 1954 quando Allen viene assunto come autore dalla ABC e inizia a scrivere per The Ed Sullivan Show e The Tonight Show. Dopo una prima parentesi ad Hollywood, aver suonato in un trio Jazz, una notevole carriera come autore televisivo, è spronato dai suoi agenti i Jack Rollins e Charles H. Joffe a salire sul palco e nel ’59 debutta al Blue Angel, divenendo anche comico. Malinconico e assiduo frequentatore dello psicanalista, affronta vari matrimoni e divorzi burrascosi, tutti aspetti che riesce però a inserire nei suoi copioni e nelle sue performance, diventando in breve uno dei cabarettisti più riconosciuti.
Punto di svolta ulteriore è l’approdo al cinema, dove nel 1969 inizia come sceneggiatore di Ciao Pussycat di Clive Donner, in cui ha anche una piccola parte. Primo film è la docufiction Prendi i soldi e scappa, seguono Il dittatore dello stato libero di Bananas, Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso* (*ma non avete mai osato chiedere), Il dormiglione e Amore e guerra, pellicole che lo portano a riceve già l’Orso d’Argento alla carriera al Festival di Berlino nel 1975. Vince diversi premi Oscar per Io e Annie, Hannah e le sue sorelle e Midnight in Paris, diversi Golden Globe, tra cui quello alla carriera e il Leone d’oro alla carriera al Festival del Cinema di Venezia.
Ma veniamo ora alla nostra Top3
Il dittatore dello stato libero di Bananas (1971)
Cast: Woody Allen, Louise Lasser, Carlos Montalban (79 minuti)
Dopo essere stato lasciato dalla fidanzata, l’impacciato Fieling Mellish (Allen), decide di partire per la sconosciuta Repubblica di San Marcos per una vacanza… La permanenza tuttavia non va come sperato e l’uomo è rapito da un gruppo di ribelli che, saliti al potere, lo eleggono a loro leader, dacché lo credono capace di salvare il paese. Questi però viene arrestato dall’F.B.I. e processato, dando vita a una geniale ed esilarante autocritica del mondo occidentale.
Peculiare rispetto ad altre opere del regista, la pellicola fonde la usuale dose ironica ed esistenzialista alla satira politica, in una lettura paradossale delle dinamiche del potere nei paesi in via di sviluppo e nel loro rapporto con gli Stati Uniti. Pur essendo uno dei primi lavori alla regia, di certo denota un autore per nulla sprovveduto.
Il trailer:
Io e Annie (1977)
Cast: Woody Allen, Diane Keaton, Tony Roberts, Carol Kane, Paul Simon (93 minuti)
Alvy Singer, attore newyorkese molto in voga, è del tutto incapace quando si tratta di donne. Il suo migliore amico, Rob, gli presenta Annie Hall, cantante in un night club e lui immediatamente se ne innamora. In preda alle solite fobie, il protagonista però fa scappare l’amata, che lo lascia e si trasferisce con un altro uomo a Los Angeles ed uno nuovo amante. Alvy però stavolta sarà disposto ad affrontare le proprie fobie per la donna che ama.
Film cruciale nella carriera di Allen, gli ha fruttato ben 4 premi Oscar, tra cui quelli per Miglior Film e Miglior Sceneggiatura. Considerato da molti il suo capolavoro assoluto, è certo opera prototipica per quello che riguarda i caratteri essenziali dello stile dell’autore.
Il trailer:
Cast: Jonathan Rhys Meyers, Alexander Armstrong, Scarlett Johansson, Paul Kaye, Matthew Goode (119 minuti)
Chris Wilton, ex-giocatore di tennis professionista e affascinante rubacuori, insegna lo sport in un esclusivo club londinese, dove incontra il giovane rampollo Tow Hewett, che gli presenta la sorella, Chloe. In breve l’uomo intreccia con lei una relazione amorosa, ma non solo; seduce anche la bella Nora, fidanzata dell’amico, con cui intrattiene una relazione clandestina. Tra sotterfugi e bugie l’uomo cerca di dividersi tra le due, ma la situazione diviene insostenibile, finché non trova una paradossale via di uscita.
Anche in questo caso la pellicola segna una tappa fondamentale nella produzione alleniana; in un deciso cambio di rotta, abbandonate quella vena humor-esistenzialista che lo aveva contraddistinto in moltissime sue opere fino a qui, e la tipica ambientazione newyorkese, viene ora sviluppata una storia torbida in una pellicola sospesa tra thriller e drammatico sul potere del Fato, mostrando grande maestria in un genere lontano da quello a cui ci aveva abituati.
Il trailer:
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