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Voto: 6/10 Titolo originale: Konferensen , uscita: 13-10-2023. Regista: Patrik Eklund.

Il Convegno: la recensione del film horror svedese di Patrik Eklund (su Netflix)

16/10/2023 recensione film di Gioia Majuna

Il regista firma un simpatico slasher che fa satira sul mondo del lavoro, brillando sul lato del gore ma meno su quello del dark humor

Il convegno (2023) film

Il regista Patrik Eklund adatta il tagliente Die Konferenz / The Conference del tedesco Mats Strandberg in un’interessante aggiunta al sottogenere “Worksploitation”, arrivata dritta nel catalogo di Netflix. In Il Convegno si percepiscono inevitibaili sfumature di Severance – Tagli al personale di Christopher Smith, che trasformava un imbarazzante ritiro boschivo tra colleghi in una gita sanguinosa e mortale.

I principi della Worksploitation vengono ora rispettati attraverso una satira molto vicina al disagio, che mira alle pratiche legislative ombrose e ai capi egoisti. Lavorare fa schifo, lo sappiamo, ma i film horror come Il Convegno colpiscono duro la frustrante ‘cultura del lavoro’ diffusa, offrendo una catarsi nera come la pece infiocchettata in una confezione da slasher.

Il film segue alcuni dipendenti comunali svedesi che partecipano a una conferenza di team-building prima del lancio del massiccio progetto per un centro commerciale. È parte pianificazione, parte celebrazione: le riunioni diurne si trasformano in festini notturni tra alcol e idromassaggi. Purtroppo per i partecipanti, la loro scappatella è però tutt’altro che spensierata. Un maniaco mascherato vestito come la mascotte della loro nuova proprietà di Kolarängen inizia infatti a massacrare i membri dello staff del ritiro e i partecipanti senza rivelare chi sarà la prossima vittima.

Il convegno (2023) poster filmCome slasher boschivo, Il Convegno è violentemente affilato e girato con ferocia. La nitida fotografia di Simon Rudholm mette poi in risalto le foreste che isolano la zona per chilometri, incorniciando la brutalità con enfasi dell’assassino.

Patrik Eklund co-scrive con Thomas Moldestad una sceneggiatura che non complica eccessivamente lo scenario di base al di là di prevedibili pratiche commerciali losche che potrebbero attirare un folle deciso a vendicarsene, aiutando così la storia ad andare avanti senza esitazioni. Il ritmo è costante, la tensione è palpabile e non passa molto tempo prima che si precipiti tutti nel caos.

I registi di questo sottogenere a volte hanno esagerato i ‘misfatti aziendali’ in modo troppo cartoonesco e debole, ma Il Convegno tocca un nervo piuttsto scoperto. I suoi protagonisti tirano fuori il peggio dalle loro caricature di stereotipi da ufficio che ricordano le nostre ‘nemesi da salotto’.

Adam Lundgren fa accapponare la pelle nel ruolo di un project manager che si prende il merito del lavoro degli altri. Maria Sid, nel ruolo della boss Ingela, è sempre a un passo dal chiamare i suoi dipendenti “famiglia”, ma in quel modo subdolo che lascia intendere “sfrutteremo la vostra fedeltà …”.

Venendo da un decennio lavorativo lontano dalle attività di scrittura, lo svedese Patrik Eklund ci mette del suo vissuto personale, centrando in pieno le difficoltà dei cubicoli e la disumanità aziendale che si nasconde dietro a miseri compensi come il ‘Venerdì casual’. Le domande sui documenti falsificati e sui contadini cacciati dalle loro terre sono abbastanza sgradevoli da ‘giustificare’ la struttura slasher di Il Convegno, senza esagerare affatto con la malvagità che spesso di cela dietro le porte delle sale riunioni.

Il Convegno offre anche manciate di gore, sfruttando al massimo il potenziale di cucine industriali e le buche coi punji stick all’aperto. Le morti seguono i classici schemi del cinema horror, utilizzando ferite penetranti e colpi al collo, ma gli effetti speciali di prima classe rubano comunque la scena.

Van sempre apprezzati gli slasher che sanno andare oltre, dal suono stridente di uno scalpo che viene ricucito sulla testa della vittima a una o due decapitazioni e il regista compone le morti sulle note di hit pop svedesi e asseconda la verve sopra le righe del suo killer, ad esempio inquadrando un amante dell’amaca che viene trafitto con la sua lattina di birra. La narrazione visiva è gustosamente poetica, a volte.

Detto questo, Il Convegno tende purtroppo a perdere di slancio verso la fine. Lanciandosi così rapidamente nella mattanza, il susseguirsi di attività illegali che portano alla costruzione del centro commerciale sembra stranamente ‘fuori sincrono’. Anche l’umorismo stenta ad arrivare, pure per coloro che hanno sopportato le peggiori assurdità aziendali, cui vengono messe in bocca battute scontate solo perché di facile appiglio.

il convegno film netflix 2023 horrorQuesti piccoli problemi in uno slasher altrimenti adeguatamente costruito che satireggia sui colletti bianchi restano rilevanti, poiché le  pause sono evidenti. Il rapporto tra orrore e umorismo è al centro di un importante gioco di equilibri, e il piede di Patrik Eklund tentenna di tanto in tanto nonostante il passo sicuro verso i titoli di coda.

In ogni caso, Il Convegno va preso come una di quelle piccole sorprese di Netflix che arrivano sulla piattaforma per essere lentamente scoperte in modo organico. Patrik Eklund non ha paura a maneggiare l’horror, affidandosi ciecamente al carisma del suo assassino e andando dritto al sodo. Si tratta di una riuscita aggiunta al sottogenere Worksploitation, giustamente cattiva e quasi degna del terribilmente aggressivo Mayhem (la recensione), che nel 2017 prendeva di mira la mentalità capitalistica incontrollata e le sue sanguinose conseguenze.

Insomma, se siete in vena di 100 minuti di bugiardi e fannulloni che vengono fatti a pezzi, infilzati e brutalizzati, facendo gli straordinari nei momenti giusti, Il Convegno è il film di questo Halloween che si sta avvicinando a larghi passi.

Di seguito trovate il trailer internazionale di Il Convegno, su Netflix dal 13 ottobre: