Voto: 5/10 Titolo originale: The Beast Within , uscita: 22-07-2024. Regista: Alexander J. Farrell.
Il male dentro: la recensione del film di lupi mannari con Kit Harington
24/12/2024 recensione film Il male dentro di Gioia Majuna
Il regista Alexander J. Farrell promette scene feroci e terrore, ma offre solo un dramma familiare mascherato da horror 'elevato'
Il male dentro (The Beast Within) di Alexander J. Farrell (Come far innamorare Billy Walsh) inizia con una citazione sul “lupo dentro ognuno di noi,” seguita da un breve e sanguinoso attacco di un lupo mannaro. Non c’è ambiguità su ciò di cui tratta questo film: il protagonista, Noah (Kit Harington), soffre di un caso acuto di licantropia.
Tuttavia, è proprio per questo che delude vedere il film abbandonare gran parte delle sue promesse ‘di genere’ per diventare un’altra opera lenta e riflessiva sul trauma e sull’innocenza perduta. Siamo saldamente nel territorio dell’horror “elevato”, immersi in ciò che la critica letteraria Parul Sehgal chiama “la trama del trauma.” In questo universo, i danni psicologici preesistenti permeano tutto e definiscono ogni aspetto della narrazione.
Gran parte di Il male dentro è raccontato dal punto di vista della giovane Willow (Caoilinn Springall), che vive in un complesso isolato insieme alla madre Imogen (Ashleigh Cummings), al padre Noah, e al nonno Waylon (James Cosmo). Imogen è una madre amorevole e attenta, ma ci sono momenti in cui lei e Noah scompaiono, per poi tornare con Imogen costretta a pulire il sangue dai vestiti del marito. Kit Harington interpreta Noah come un fascio di rabbia compressa, trasformando il suo aspetto da “bello e dannato” in qualcosa di ben più pericoloso.
Farrell e la co-sceneggiatrice Greer Taylor Ellison riescono a creare una certa tensione, poiché Willow deve gradualmente scoprire ciò che il pubblico sa già: qualcosa non va con suo padre. Ad ogni modo, ciò che è sbagliato non è un mistero: Noah è lunatico e imprevedibile, anche quando non è la notte di luna piena, e la performance di Cummings suggerisce traumi profondi, che vanno oltre una semplice trasformazione mensile.
La stessa Willow non è esente da problemi, poiché è costretta a trascinare ovunque una bombola d’ossigeno, un ulteriore peso per una famiglia che già appare a pezzi.
Il regista tenta di ravvivare la narrazione con flashback ricorrenti e una cronologia disordinata, che aggiunge momenti di introspezione espressionistica. Ma il cuore del film rimane piuttosto banale: qualcosa non va con papà, e tutti lo sanno tranne Willow.
Visivamente, il direttore della fotografia Daniel Katz realizza alcune immagini accattivanti, con uno stile che ricorda le produzioni televisive di prestigio. Tuttavia, Il male dentro sembra indistinguibile da molti altri horror ponderosi e riflessivi degli ultimi anni.
Non c’è nulla di sorprendente o innovativo, né nella trama né nella realizzazione. La tensione e il terrore funzionano meglio quando conducono a un’esplosione narrativa, ma qui il film offre ai fan del genere solo pochi minuti di paura reale verso la fine.
Il finale stesso, un colpo di scena volutamente assurdo, sembra suggerire che i realizzatori fossero consapevoli della debolezza di Il male dentro e abbiano deciso di scuotere gli spettatori all’ultimo minuto. Purtroppo, questo twist non ha alcun senso narrativo o concettuale.
Il cast, almeno, è uniformemente valido. Kit Harington e Ashleigh Cummings danno il massimo, e la loro dedizione porta avanti la storia quanto più è ragionevolmente possibile. Curiosamente, se si eliminassero il prologo e gli ultimi minuti, si otterrebbe un dramma familiare potente e diretto. Ma il problema resta: questo doveva essere un horror.
Come osservò Scout Tafoya nel 2019 parlando dell’ascesa di questo sottogenere, il problema dell’horror ‘elevato’ è che “se strizzi gli occhi, questi film sembrano parlare di qualsiasi cosa.”
Di seguito trovate il trailer internazionale di Il male dentro, su Prime Video dal 23 dicembre:
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