Voto: 5/10 Titolo originale: Run Rabbit Run , uscita: 18-07-2024. Regista: Daina Reid.
Il morso del coniglio: la recensione del film horror di Daina Reid (su Netflix)
28/06/2023 recensione film Il morso del coniglio di William Maga
Sarah Snook è la brava protagonista di un'opera che getta quasi subito al vento le intriganti premesse
Ogni anno, il genere horror ineluttabilmente si riempie di film che cercano di esaminare e sviscerare i grandi temi del lutto e del trauma. E sebbene sia vero che recentemente alcune opere abbiano ampiamente centrato l’obiettivo (pensiamo a Hereditary, Midsommar o Babadook), la gran parte delle altre fallisce più o meno miseramente.
Il morso del coniglio (Run Rabbit Run), appena finito in esclusiva nel catalogo di Netflix senza passare dai cinema. non solo non riesce a sfruttare l’interpretazione ammaliante di Sarah Snook (Succession), ma alla fine si rivela una visione sfiancante lunga 90 minuti.
Seguiamo le vicende familiari di Sarah (Snook) e sua figlia Mia (Lily LaTorre). Il giorno del settimo compleanno della piccola, Sara arriva a casa e trova un coniglio sul portico. Da quel momento, Mia cambia completamente il suo comportamento, sente la mancanza di persone che non ha mai incontrato prima e afferma di chiamarsi Alice. Queste azioni spingono quindi la donna a esplorare il suo passato.
Sebbene la premessa sia indubbiamente intrigante, l’esecuzione avrebbe potuto – e dovuto – essere migliore. La sceneggiatura di Hannah Kent spende infatti una notevole quantità di tempo per creare un’adeguata tensione, senza però riuscire mai a capitalizzarne le sensazioni.
Lo script e il lavoro dell’australiana Daina Reid dietro alla mdp danno così l’impressione di ripercorrere semplicemente il ‘manuale degli stereotipi del cinema horror’, solamente per fallire nell’intento e lasciare il pubblico col rimpianto di non aver assistito ad una versione più efficace di questa storia vecchia come il mondo.
A rendere sconcertanti – e frustranti – i problemi di sceneggiatura e di regia è anche il curriculum di Daina Reid, che ha alle spalle progetti di successo come le serie The Handmaid’s Tale e The Outsider, in cui aveva dimostrato di poter maneggiare con sapienza toni cupi e tetri. Sfortunatamente per lei, la catarsi che gli appassionati solitamente bramano da un film horror latita malamente in Il morso del coniglio.
Un altro problema evidente è il montaggio. Abbiamo molti momenti in cui le scene vengono ‘spezzate’ in modo inspiegabile senza che abbiano raggiunto la piena efficacia e, nonostante ciò, Il morso del coniglio raggiunge una durata che appare ingiustificata.
Se c’è da trovare un punto di forza, quello è allora l’interpretazione della 35enne Sarah Snook. L’attrice si impegna ed è spesso straziante nella sua interpretazione, ma è un peccato che il materiale su cui deve lavorare non sia all’altezza dell’efficacia della sua prova. Come avvenuto con Toni Collette, auguriamoci comunque di vederla ancora in altri titoli di genere.
Una volta arrivati ai titoli di coda, è quindi difficile immaginare un esito più sconfortante per un film così promettente. Purtroppo per i cinefili che si aspettavano qualcosa dalle parti di Ari Aster, Il morso del coniglio è invece più vicino al Troll 2 di Claudio Fragasso che a Hereditary.
Ed evidentemente anche i distributori italiani avevano subodorato la ‘fregatura’, preferendo non scommetterci.
Di seguito trovate il trailer internazionale di Il morso del coniglio, disponibile su Netflix dal 28 giugno:
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