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Dossier: Indiana Jones 4 e quell’idea sci-fi di George Lucas prima del Teschio di Cristallo

23/08/2025 news di William Maga

Sulla carta anche più folle di quanto visto nel 2008

teschio di cristallo indiana ford

Prima de Il regno del teschio di cristallo, George Lucas aveva pensato negli anni ’90 a un film di Indiana Jones incentrato su una vera e propria invasione aliena: un progetto che, sulla carta, risulta persino più assurdo di quanto sembri.

Uscito nel 2008, Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo non gode di grande fama. Arrivato quasi vent’anni dopo quella che molti consideravano la conclusione naturale della trilogia, il film presentava un Harrison Ford ormai anziano e uno Steven Spielberg in una fase diversa della carriera, più concentrato su drammi storici che su avventure pulp. Il risultato fu un film che cercava di replicare la formula delle opere precedenti, ma senza riuscirci, aggravato dalla controversa scelta di legare il mistero principale agli extraterrestri.

La divisione del pubblico fu immediata: tono eccessivamente sentimentale, uso massiccio di effetti digitali, e soprattutto il famigerato teschio che si rivelava appartenere a un “omini grigio” restituito al suo pianeta da un disco volante. Una svolta che irritò persino Harrison Ford. Ma leggendo il progetto originale concepito da Lucas negli anni ’90, si scopre che poteva andare molto peggio. Il titolo provvisorio dice già tutto: Indiana Jones and the Saucer Men from Mars.

L’idea era trasformare la saga in un kolossal fantascientifico anni ’90, in stile Independence Day, con alieni, dischi volanti e un tono da invasione planetaria. George Lucas affidò la sceneggiatura a Jeb Stuart (Trappola di cristallo, Il fuggitivo), che nel 1995 consegnò una seconda bozza. Il film si sarebbe aperto con un prologo avventuroso in Borneo, tra coccodrilli e pirati, per poi introdurre la nuova protagonista femminile, la linguista Elaine McGregor, destinata a diventare interesse amoroso di Indy. Dopo sei settimane, la storia avrebbe mostrato un Indiana Jones maturo e reduce dalla guerra, pronto a chiedere la mano di Elaine, che però lo avrebbe lasciato sull’altare. Alla cerimonia avrebbero fatto ritorno i personaggi storici della saga: Sallah, Shorty, Marion e persino Willie. Sean Connery, di nuovo nei panni di Henry Jones Sr., avrebbe regalato la battuta più memorabile:

lucas set indiana 4“Sei un giocatore di golf, Fred? Ho sempre pensato che in casi estremi come questo, la cosa migliore sia andare a fare una partita.”

Ma Elaine spariva non per un tradimento, bensì perché arruolata dall’OSS per decifrare un linguaggio alieno dopo il presunto schianto di un disco volante a Roswell. Il film avrebbe messo in scena cadaveri extraterrestri alti due metri, reperti misteriosi e soprattutto lo spettro della paranoia da Guerra Fredda. Indy si sarebbe trovato tra i sospetti dei militari americani e le spie sovietiche, in un intreccio che inseriva anche la sequenza poi sopravvissuta al Regno del teschio di cristallo: l’esplosione nucleare dalla quale Jones si salva chiudendosi in un frigorifero.

Lo script accumulava cliché fantascientifici: alieni ostili, raggi termici, battaglie aeree con jet abbattuti, rapimenti e persino una scena in cui Indy ed Elaine, appartati in un drive-in anni ’50, non si accorgono di essere sollevati in cielo da un raggio traente perché troppo intenti a baciarsi. Il MacGuffin principale era un cilindro di pietra inciso con geroglifici egizi, segni maya e pittogrammi cinesi: una sorta di manuale per alimentare le astronavi aliene, che si rivelava in realtà un conto alla rovescia verso la distruzione.

La sceneggiatura culminava con un confronto su una montagna, tra alieni che annientavano l’esercito americano e l’agente Bollander, che tentava di sfruttare il potere del manufatto urlando:

«Inchinatevi, sovrani dell’universo, perché ora io ho il potere!»

Naturalmente, i dischi volanti lo incenerivano. Il finale si chiudeva con Indy ed Elaine finalmente sposi, salutati da tutti i comprimari storici, con Shorty adulto a guidare la loro auto nuziale.

Un copione acerbo, derivativo e incapace di restituire lo spirito della saga. Non stupisce che Spielberg abbia rifiutato: dopo Incontri ravvicinati del terzo tipo ed E.T., non voleva un’altra invasione aliena, soprattutto dopo l’uscita di Independence Day. Harrison Ford stesso, secondo Lucas, disse: «Non ci penso proprio a recitare in un film di Steven Spielberg del genere

Alla fine, Indiana Jones and the Saucer Men from Mars fu accantonato. In seguito arrivò la bozza di Frank Darabont, poi rifiutata da Lucas, fino alla versione definitiva di David Koepp che divenne Il regno del teschio di cristallo.

A posteriori, questa storia alternativa mostra quanto rischiosa fosse l’idea di trasformare Indiana Jones in una saga fantascientifica a base di dischi volanti e invasioni aliene. Se Il regno del teschio di cristallo ha fatto storcere il naso, il progetto originale di Lucas avrebbe probabilmente segnato la fine definitiva dell’archeologo più celebre del cinema.