Home » Cinema » Horror & Thriller » Inmusclâ: la recensione del mediometraggio di Michele Pastrello (su Chili)

Voto: 6.5/10 Titolo originale: Inmusclâ . Regista: Michele Pastrello.

Inmusclâ: la recensione del mediometraggio di Michele Pastrello (su Chili)

11/12/2023 recensione film di Francesco Chello

Il regista veneto ricorre alle potenzialità della Valcellina (e dell’idioma clautano) per realizzare un interessante dramma onirico, misterioso, metaforico, psicologicamente allegorico

Inmusclâ film 2023 Michele Pastrello

Ormai lo sapete, da queste parti cerchiamo di essere quanto più attenti a quelle produzioni italiane di genere che rispetto al recente passato iniziano a trovare spazio con una frequenza sicuramente benaugurante. Un comparto in cui si incastra Inmusclâ, l’ultima fatica di Michele Pastrello, disponibile dall’11 dicembre su Chili e prossimamente su altre piattaforme VOD. Con i suoi 34 minuti è tecnicamente un mediometraggio, ma considerando anche titoli di testa/coda direi che siamo al limite, quasi lo definirei più un corto bello corposo. Una durata ben ponderata che si presta al tipo di storia presentata.

Inmusclâ – Ugni Mal Nol a Scrupol da Tornà, questo il titolo completo da cui potete evincere una delle particolarità dell’opera. Quella di essere raccontata interamente in clautano, una variante unica della lingua minoritaria friulana. Scelta narrativa virtuosa che non si ripercuote sulla fruibilità della visione, non crea difficoltà a chi (come me, ad esempio) non lo mastica; il parlato è limitato a frammenti di voice over (sottotitolati, ovviamente) affidati alla poetessa clautana Bianca Borsatti.

Inmusclâ film posterUn idioma vero e proprio, che si rivela funzionale allo spirito identitario di un’opera che trova la sua dimensione ideale nelle location naturali della Valcellina (le località montane di Andreis, Claut, Barcis) nel suo inverno rigido e pungente. Cerchio filologico che si chiude proprio con la scelta della data della release, visto che l’11 dicembre è la giornata internazionale della montagna.

“L’essere umano plasma inconsciamente variazioni di un tema originario che non è stato in grado né a superare né a convivere: egli cerca di dominare un fenomeno che nella sua forma nodale gli è indicibile, incontrandolo perpetuamente.”

Inmusclâ si apre con questa citazione di Erik Homburger Erikson, psicologo e psicoanalista tedesco (poi naturalizzato statunitense). Ugni mal nol a scrupol da tornà, in pratica le ferite che non si fanno scrupoli a ripresentarsi, il dolore che ritorna, il passato che chiede il conto. Inmusclâ è un dramma onirico, misterioso, psicologicamente allegorico.

Un viaggio metaforico in cui l’immersione boschiva (con tutte le insidie del caso) rappresenta la ricerca di una propria identità interiore al netto di scorie di vita difficili da smaltire. Affrontare il passato per ridefinire il futuro. Trovare sé stessi scavando nel proprio vissuto, nella propria sofferenza, nelle proprie cicatrici. L’elaborazione di un trauma che porta a perdersi nel trauma stesso.

Da certi trascorsi non ci si può nascondere in eterno, a quel punto meglio affrontarli per poter ristabilire un equilibrio, settare un nuovo punto di partenza. É nella sua apparente semplicità che Inmusclâ trova le proprie sfumature più complesse, di quelle non immediatamente percettibili e/o codificabili.

Michele Pastrello capitalizza il proprio background in campo fotografico, sottolinea il silenzio quasi assordante attraverso un incedere volutamente lento, esaltando le immagini che sono a sua disposizione e non lo sono per caso, ma frutto di attenta ricerca. Valorizza la location, lui veneto che sconfina in Friuli.

I toni algidi, la varietà di inquadrature che include riprese dall’alto di un drone. Campi larghi sui paesaggi, alternati a molteplici zoom per cogliere l’importanza dei particolari. Di un albero, di una roccia, del lago, di un insetto, di un lupo. Del muschio infestante, che rientra in quel discorso metaforico. Della neve, del gelo. Di quel freddo che sembra entrarti nelle ossa, quasi tangibile.

Inmusclâ film 2023Temperature glaciali che rendono particolarmente ostico il lavoro della crew e del cast. In particolare della protagonista Lorena Trevisan, per la stragrande maggioranza del tempo unico personaggio in scena. I segni del freddo sono palesemente visibili, dalle mani spaccate al naso arrossato passando per le labbra screpolate; nessun make-up, tutto vero per l’attrice che sente Inmusclâ sulla propria pelle, non a caso ne firma la scrittura insieme a Pastrello con cui costituisce il perno portante dell’operazione.

Un’interpretazione che appare sincera nella sua angoscia, nel senso di smarrimento di chi si muove sul doppio sentiero che esplora sia un luogo fisico come il bosco innevato della Valcellina, che quello astratto della psiche e dell’animo.

Realizzato sotto il patrocinio di ARLeF, della Società Filologica Friuliana, dei comuni di Barcis, Claut e Scorzè, distribuito da Emerafilm, Inmusclâ è un progetto totalmente (ed orgogliosamente) indipendente in quanto a sforzo produttivo, che non include quindi sponsor o fondi pubblici.

Di seguito trovate il trailer di Inmusclâ, in esclusiva su Chili dall’11 dicembre: