Kurt Sutter parla di The Punisher 2 e del perchè la sua sceneggiatura fu scartata dalla Marvel
29/12/2016 news di Redazione Il Cineocchio
L'autore ha svelato le idee che avrebbero stravolto troppo la natura del personaggio
Anche se sta vivendo una seconda giovinezza grazie alla serie TV di Daredevil e a Jon Bernthal, il Punitore (o Punisher) – così come molti supereroi – ha avuto la sua parte di problemi sullo schermo in passato. Il personaggio ha potuto godere di ben tre film dedicati, che si sono però rivelati ogni volta o scadenti o non sono riusciti a creare la giusta storia per l’anti-eroe per eccellenza di casa Marvel. Dopo The Punisher del 2004, con Thomas Jane, la Casa della Idee stava progettando un sequel diretto della pellicola, che avrebbe dovuto essere scritto da Kurt Sutter (Sons of Anarchy, The Shield). Alla fine, la Marvel respinse la sceneggiatura di Sutter, che ora ha ricordato quell’esperienza in una lunga intervista, legando il rifiuto alla sua inesperienza (The Punisher 2 era il suo primo script) e al non aver capito cosa la Marvel aveva già previsto per il personaggio:
Sono un fan della Marvel, ma non ero un ragazzino che leggeva fumetti. Non sono entrato davvero in quel mondo fino a circa 15 anni fa, ovvero quando ho iniziato a interessarmi alle graphic novel. E questo che è successo a Parigi, perché la loro industria del fumetto è molti decenni avanti alla nostra! Ma non mi rendevo conto che non si possono prendere delle libertà con alcuni dei personaggi e alcuni dei tratti caratteristici, perché sono quelli che sono. Sono molto derivativi, sono stereotipati, ma questo è il tizio che fa questa cosa, e questo è il tizio che fa quest’altra … Quindi sono bidimensionali per una ragione: questo è lo scopo che servono. Così ho cercato di espandere l’universo Marvel in una direzione in cui non avrebbe dovuto essere ampliato.
Come Sutter stesso dichiara, non aveva capito che la Marvel voleva tutt’altro. Sutter all’epoca doveva rendere conto a Gale Anne Hurd, diventata poi produttrice di The Walking Dead, e a un Kevin Feige pre-Iron Man. Sutter alla fine consegnò loro una sceneggiatura con quello che avevano chiesto, ma aggiungendo molte cose di cui la Marvel non aveva la minima idea.
Incalzato, l’autore ha parlato di quali fossero queste folli idee aggiuntive:
Stavo solo cercando di radicarla un po’ di più nell’angoscia mentale che lui ha attraversato, per giustificarla, e approfondire un po’ quel viaggio. Penso sia quello che stavo cercando di fare: umanizzarlo un po’ di più. Ma è il genere di cose in cui si lotta sempre con una quantità X di tempo nei film, in modo da avere si alcuni momenti di questa idea, ma senza mai avere davvero una sottotrama che esplori a fondo questo genere di cose. Non in un blockbuster estivo o in un film Marvel almeno.
E’ certamente vero che i blockbuster non concedono molto spazio alle finezze psicologiche, è altrettanto vero che i film di supereroi si sono evoluti parecchio dal 2004, specie grazie a pellicole come Iron Man 3 o alla trilogia di Batman firmata da Nolan
In ogni caso, The Punisher 2 alla fine si è evoluto in Punisher: Zona di Guerra del 2008, interpretato da Ray Stevenson, una sorta di sequel spirituale del film del 2004. Sutter chiese quindi che il suo nome fosse rimosso dai credits, soprattutto perché non pensava di aver fatto nulla per meritarlo.
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Fonte: Looper