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Voto: 6/10 Titolo originale: La sociedad de la nieve , uscita: 15-12-2023. Budget: $65,500,000. Regista: J. A. Bayona.

La società della neve: la recensione del film di J. A. Bayona sul miracolo delle Ande

03/01/2024 recensione film di William Maga

Il regista spagnolo approccia una storia nota con verve, ma senza dimenticarne il lato più umano e introspettivo

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13 ottobre 1972: il volo 571 dell’aeronautica militare uruguaiana, un aereo noleggiato che trasportava 45 passeggeri e l’equipaggio da Montevideo, Uruguay, a Santiago del Cile, si schianta sulle inospitali Ande. I tentativi di ricerca e salvataggio furono abbandonati dopo otto giorni. Ma, in quello che divenne noto come “il miracolo delle Ande”, 16 passeggeri sopravvissero, dopo aver fatto ricorso al cannibalismo per disperazione, e furono salvati più di due mesi dopo.

Sintetizzando già ora, l’adattamento diretto dallo spagnolo Juan Antonio Bayona di questa storia già arrivata sul grande schermo in passato è arricchito da sequenze d’azione di grande impatto. Riesce a mantenere una certa tensione nonostante una durata eccessiva (144 minuti) e il fatto che l’esito dell’incidente non sarà probabilmente una sorpresa per nessuno.

J. A. Bayona, che ha già dimostrato il suo talento nei disaster movie con The Impossible, segue le orme di una lunga serie di altri registi nell’affrontare la storia dell’incidente andino. La società della neve (Society Of The Snow), che si basa sull’omonimo libro di Pablo Vierci, è il terzo film basato sul tragico evento, dopo la produzione messicana I sopravvissuti delle Ande del 1976 e Alive – Sopravvissuti de 1993, diretto da Frank Marshall.

La società della neve (2023) film posterL’avvenimento è stato anche oggetto di numerosi documentari, ha ispirato la serie Yellowjackets ed è apparso in un episodio di Rick e Morty. Netflix spera ora quindi che i suoi abbonati siano ancora interessati a un’ulteriore versione della storia, rigorosa e spesso spettacolare, dopo l’anteprima in chiusura della Mostra del Cinema di Venezia 2023.

Ciò che distingue La società della neve in termini di approccio è la decisione di non concentrarsi interamente sui sopravvissuti. Bayona si preoccupa infatti di garantire che le voci in primo piano non siano necessariamente solo quelle delle vittime dell’incidente che alla fine riescono a tornare a casa.

Ci viene presentata una folla chiassosa di giovanotti – i membri della squadra di rugby dell’Old Christians Club, i loro amici, le loro famiglie e i loro sostenitori – che sono coinvolti nella tumultuosa eccitazione del viaggio. Il personaggio più vicino ad essere quello principale è lo studioso e introverso Numa (Enzo Vogrincic), una figura periferica del gruppo che si è unita al volo su sollecitazione dei suoi amici più socievoli. Ma altri si spostano al centro della storia man mano che il film procede: Nando (Agustín Pardella), gravemente ferito e praticamente in coma dopo l’incidente, assume un ruolo chiave nella parte finale.

La scelta di affidare il ruolo a giovani attori uruguaiani e argentini, in gran parte sconosciuti, aiuta il risultato finale di La società della neve. Non solo si comportano in modo impressionante in quello che è stato senza dubbio un progetto fisicamente impegnativo, ma affiora anche l’autenticità che deriva da un cast mai visto prima: nessun personaggio ha la ‘protezione’ implicita e lo status che deriverebbe da un attore di grido nel ruolo.

Un uso elettrizzante e cinetico della mdp e un sound design di prim’ordine fanno poi sì che le scene d’azione più grandiose – la corsa a perdifiato verso il disastro, l’incidente stesso e una successiva valanga catastrofica – siano visceralmente efficaci. In particolare, i momenti a bordo prima dello schianto faranno tremare il pubblico, al pari di un Lost o un Final Destination (e al cinema sicuramente anche di più).

Eppure, sopravvivere non è solo una questione di emozioni, e La società della neve bilancia l’azione con lunghi periodi di disperazione e contemplazione esistenziale, con i personaggi che si adagiano contro la fusoliera distrutta masticando i lacci delle scarpe nella speranza di evitare i morsi della fame e rimandare l’impossibile decisione di mangiare o meno i corpi dei loro amici e dei loro cari deceduti.

È un equilibrio che forse a volte tende un po’ troppo verso la lungaggine inerte, e il ritmo si trascina, specie nella seconda ora. Tuttavia, l’incredibile – ma vera – risoluzione della storia conclude il film con una scossa di adrenalina di cui c’è bisogno.

Di seguito trovate il trailer italiano di La società della neve, nel catalogo di Netflix dal 4 gennaio: