Voto: 4.5/10 Titolo originale: Margaux , uscita: 09-09-2022. Regista: Steven C. Miller.
Margaux: la recensione del film horror high-tech di Steven C. Miller (su Netflix)
03/12/2023 recensione film Margaux di Gioia Majuna
Il regista torna sulle scene con un'opera densa di cliché e pochissimo interessante nonostante le premesse
Un gruppo di amici prenota una “casa intelligente” per il fine settimana per un po’ di sano divertimento, ma i loro piani vanno a ramengo quando l’Intelligenza Artificiale che gestisce l’abitazione inizia a cercare di ucciderli uno ad uno.
Questa è più o meno la trama di Margaux, horror del 2022 che arriva solo ora in esclusiva su Netflix e che parla in modo abbastanza intrigante, salvo diventare via via più desolante.
Diretto da Steven C. Miller (Escape Plan 2), Margaux inizia con una scena cruenta di una coppia che viene letteralmente uccisa dalla propria ‘smart house’; la storia passa poi al genietto dei computer Hannah (Madison Pettis), che siede in biblioteca e si diletta nel coding, sperando di ottenere un lavoro da Google.
Presto la ragazza si unisce ai suoi amici di vecchia data Drew (Jedidiah Goodacre), Devon (Jordan Buhat), Kayla (Phoebe Miu) e Clay (Richard Harmon) per un weekend di ‘riavvicinamento’ dopo parecchio tempo. La fastidiosa e formosa fidanzatina ‘influencer’ di Drew, Lexi (Vanessa Morgan), decide però di unirsi a loro all’ultimo minuto, e così il viaggio in auto inizia con un’overdose di selfie da spalmare sui social media.
Quando la combriccola arrivano alla loro casa high tech, sono piuttosto colpiti dalla sua intelligenza (artificiale) e dalle sue incredibili (e completamente irrealistiche …) capacità.
“Se avete bisogno di qualcosa, chiamate la vostra ragazza!”, saluta l’I.A. quando entrano.
Margaux è, insomma, quel tipo di tecno-horror che avrebbe dovuto spingere più sulla componente comedy invece che su quella thriller seriosa, perché la sceneggiatura non è abbastanza intelligente per la sua trama da “Intelligenza Artificiale che su trasforma in efferato serial killer”.
Inoltre, le storie scevre da elementi molto umani come la volontà di vendetta o il dolore non funzionano mai benissimo a livello di coinvolgimento emotivo con gli spettatori, tanto che si fatica a curarsi delle sorti di un qualsiasi protagonista.
Al di là della CGI inadeguata per un prodotto sci-fi, ciò che involontariamente aggiunge invece un tocco di umorismo – e di stupidità – a Margaux è la volontà della macchina di comunicare esattamente come un adolescente ‘fico’ medio coi collegiali che ospita.
Ad esempio, l’I.A. cerca di spingere due personaggi a confessare i loro sentimenti reciproci. In un’altra scena, la casa è visibilmente infastidita dal fatto che l’unica cosa di cui una ospite vuole lamentarsi è l’incapacità del suo ragazzo di fare belle foto.
È come se gli sceneggiatori – oltre ad appoggiarsi pesantemente a situazioni viste e riviste e personaggi dalle personalità stereotipata – avessero deciso di dare alla I.A. la personalità di una ragazzina maligna con palesi e inspiegabilmente sadiche intenzioni omicide (il termine “ragazza” è usato in quanto Margaux ha una voce femminile).
Quello che spinge a non spegnere subito e passare ad altro è quasi sicuramente allora la mera curiosità di sapere chi si salverà, e purtroppo, ma non sorprendentemente, nemmeno la fine è molto interessante.
Horrorini recenti comunque non esaltanti come la serie Red Rose (la recensione) o M3GAN (la recensione) risultano più divertenti all’interno del sottogenere del techno-thriller.
Insomma, se vi piacciono i filmetti sui serial killer e non fate caso a una trama deboluccia, purché ci sia un buon bodycount (ma senza sangue), allora Margaux potrebbe essere una scelta ragionevole, soprattutto se cercate qualcosa che non richieda troppa attenzione. Astenersi rigorosamente tutti gli altri.
Di seguito trovate il trailer internazionale di Margaux, nel catalogo di Netflix dall’1 dicembre:
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