Voto: 7/10 Titolo originale: Méandre , uscita: 01-07-2021. Regista: Mathieu Turi.
Meander – Trappola mortale: la recensione del film horror di Mathieu Turi
16/09/2021 recensione film Meander - Trappola mortale di Gioia Majuna
Gaia Weiss e Peter Franzén sono i protagonisti di un'opera claustrofobica ed ermetica, che lascia allo spettatore il compito di darsi delle risposte
Presentato ai Festival di Sitges e di Trieste nel 2020, Meander – Trappola mortale (Meandre) è un fanta-horror dalle grandi ambizioni che compensa con la tensione claustrofobica ciò che gli manca in termini di mera logica. Una giovane donna, Lisa (la Gaia Weiss di Vikings), si ritrova imprigionata in una rete di tubi metallici con trappole esplosive. Un conto alla rovescia che risplende da un bracciale al suo polso la avverte di minacce imminenti, tra cui palle di fuoco che sciolgono la pelle, bagni di acido e uno psicopatico inarrestabile deciso a raggiungerla e ucciderla malamente.
Il perché e il percome di tutta questa situazione non vengono molto esaminati, ma la combinazione di sound design e di produzione di prim’ordine con una credibile e tenace performance della bionda attrice 30enne e con alcuni effetti speciali visceralmente raccapriccianti contribuisce a creare un divertente prodottino di genere di 90 minuti.
Il secondo lungometraggio dello sceneggiatore e regista Mathieu Turi (Hostile), Meander – Trappola mortale è in qualche modo simile per tono e tematiche a Cube – Il Cubo di Vincenzo Natali (la recensione), ma il suo problema principale è il titolo fuorviante.
Meander (‘girovagare’) evoca infatti più che altro immagini di piacevoli passeggiate domenicali pomeridiane senza meta e non tanto una battaglia senza fiato per la sopravvivenza all’interno di una rete di condotti dell’aria condizionata subdolamente intricati e mortali.
Una breve sequenza di apertura definisce il contesto e i personaggi. Lisa, che conosciamo mentre è sdraiata in mezzo a una strada deserta, sta lottando con il dolore ancora fresco per la morte di sua figlia. Le viene offerto un passaggio da Adam (Peter Franzen), un uomo brizzolato e poco curato con una caratteristica croce tatuata sulla mano.
I campanelli d’allarme potrebbero anche iniziare a suonare non appena lui apre la bocca e, infatti, quando la descrizione di un sospettato ricercato per omicidio gracchia poco dopo sull’autoradio del veicolo, il segno distintivo a cui viene data rilevanza per riconoscerlo è proprio quel disegno. Adam frena allora bruscamente, e la testa di Lisa colpisce violentemente il cruscotto. Ma quando si sveglia, Adam non si vede da nessuna parte. È vestita con una tuta high tech, i suoi capelli sono intrecciati. Ed è imprigionata in una scatola di metallo.
Una porta si apre e la sfida ha inizio. Lisa deve arrampicarsi attraverso i tunnel il più velocemente possibile, infilandosi in varchi incredibilmente stretti e imparando le regole di questo gioco mortale mentre procede. Si rende presto conto che il contatore al polso avverte di un pericolo imminente. E la scoperta dei resti arrostiti e in decomposizione di un ex concorrente rivela che le conseguenze del fallimento sono disordinatamente definitive.
L’apparentemente sconfinata scenografia labirintica in cui si trova confinata Lisa fa di necessità virtù (aka il budget limitato), utilizzando creativamente lo spazio limitato e i materiali disponibili. Ma – come anticipato – è nel sound design che l’orrore di Meander – Trappola mortale si prende la scena in modo efficace, tra unghie che raschiano e meccanismi invisibili che risuonano cupamente fuori dalle inquadrature.
Il pericolo che la protagonista affronta è amplificato da ogni gemito metallico e scricchiolio.
E di tutte le insidie che affronta, la più letale è rappresentata da un’altra persona, anch’essa intrappolata nello stesso gigantesco puzzle senza uscita. Si ritrovano così l’una contro l’altro, a lottare per lo spazio che offrirà protezione dalla prossima palla di fuoco. Segue moderato SPOILER (ma se avete visto un qualsiasi trailer lo saprete già …). La croce tatuata e le sue inclinazioni omicide identificano però l’uomo come Adam stesso, l’assassino diventato vittima di una più trappola mortale ancora più grande di quella orchestrata inizialmente da lui.
Qual è il significato ultimo di questa terribile punizione? C’è qualcuno che li sta osservando? È tutta un’allegoria dell’elaborazione del lutto di Lisa? La ragazza è forse morta all’inizio del film? Mathieu Turi – che ha scritto anche la sceneggiatura di Meander (Meandre) – lascia semplicemente che siano gli spettatori a decidere le risposte a questi quesiti. Eppure, il sollievo quando finalmente emergiamo da questo inferno di metallo che non importa minimamente se alla fine tutto quello che abbiamo vissuto torni perfettamente o meno.
Di seguito trovate il trailer internazionale di Meander – Trappola mortale:
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