Voto: 4.5/10 Titolo originale: Morbius , uscita: 30-03-2022. Budget: $75,000,000. Regista: Daniel Espinosa.
Morbius: la recensione del film di Daniel Espinosa sul ‘vampiro vivente’
31/03/2022 recensione film Morbius di William Maga
Jared Leto, Adria Arjona e Matt Smith sono i protagonisti di un cinecomic modestissimo, gravato da dinamiche 'vecchie' e con nessuna specificità
Tutti gli ‘uomini pipistrello’ visti al cinema fino ad oggi indossavano solitamente costumi/armature impressionanti, erano dotati di fantastici giocattoli da combattimento a tema e alloggiavano in poco illuminate e segretissime Batcaverne, circondati talvolta anche da chirotteri in ali e ossa. Eppure, per quanto possiamo sforzarci di ricordare, nessuno dei suddetti è mai arrivato a iniettarsi in vena del vero DNA di pipistrello come invece fa ora il Dott. Michael Morbius. Insomma, parliamo di un tizio che si è guadagnato a tutti gli effetti il diritto perverso di chiamarsi Batman (per inciso, una ‘storia delle origini’ ben diversa da quella voluta nei fumetti dai creatori Roy Thomas e Gil Kane nel lontano 1971 …).
Ma non è quel Batman, quanto il personaggio di Morbius, film di seconda fascia del MCU diretto da Daniel Espinosa (Life) nato dall’accordo commerciale tra Sony e Marvel che dopo lunghi rinvii arriva al cinema offrendo al pubblico alcune performance interessanti e qualche sprazzo di ispirazione orrorifica avvolti in un modestissimo prodotto PG-13 che non va mai più in là di una narrazione semplicistica e superficiale e che diventa sempre meno stimolante nel corso della sua durata relativamente contenuta (1 ora e 48 minuti) prima di raggiungere una conclusione tanto prevedibile quanto spiazzante (e anche le due brevi scene mid-credits che anticipano le prossime avventure del protagonista sono meno che eccitanti, oltre che di difficile interpretazione).
Il 50enne premio Oscar Jared Leto, reduce dal Razzie Award per House of Gucci, al quale sorprendentemente non è stato chiesto di studiare un particolare accento, di indossare una qualche parrucca o una protesi, né di affrontare una drammatica perdita di peso, opta per una interpretazione diligente e poco cartoonesca di Michael Morbius, un brillante scienziato che ha inventato un prodigioso tipo di sangue artificiale “che ha salvato più vite della penicillina”, o così almeno ci viene detto durante la cerimonia per il Premio Nobel, che lui però si rifiuta stoicamente di ricevere.
Con l’aspetto di uno pronto a morire da un minuto all’altro, Michael soffre però dalla nascita di una rara e fatale malattia del sangue, e nonostante il sostegno finanziario del suo amico di infanzia ‘Milo’ (Matt Smith), che ha la sua stessa patologia, non è ancora stato in grado di trovare una cura – e il tempo sta scadendo per entrambi.
E allora entrano in gioco i pipistrelli vampiro. Come Michael spiega alla sua partner di lunga data e imprevedibile interesse amoroso (nel senso che la scena romantica tra i due viene gettata nella mischia completamente a casaccio, giusto perché ‘deve esserci’), la dottoressa Martine Bancroft (Adria Arjona), certi tipi di chirotteri tropicali sarebbero le uniche creature in grado di sopravvivere consumando unicamente sangue, quindi se Morbius si iniettasse del DNA di pipistrello vampiro adeguatamente stabilizzato, forse questo contribuirà a guarirlo (un’idea tanto assurda quanto disperata, che metterebbe in crisi pure il Seth Brundle di La Mosca e il Dott. Norman Osborn, alias il Green Goblin).
In ogni caso, con l’appoggio incondizionato di ‘Milo’ (che è convenientemente un qualche tipo di miliardario), Michael costruisce allora un laboratorio a bordo di una petroliera (la Murnau … colta la citazione dotta?) che naviga in acque internazionali al largo della costa orientale (dato che questo procedimento è assolutamente illegale e tutto il resto …), con Martine stessa a bordo per aiutarlo con l’esperimento e – inspiegabilmente – osservato da un gruppo di mercenari armati fino ai denti nel caso le cose si mettano male (mah …).
Attenzione, rullo di tamburi … le cose vanno male.
Pochi istanti dopo aver ricevuto l’iniezione del siero speciale, Michael Morbius si trasforma in una bestia ululante, zannuta, artigliata e assetata di sangue che semina caos e morte (senza che si veda una sola goccia di sangue …) prima di saltar giù dalla nave e tornare in qualche modo a New York City (che è il Northern Quarter di Manchester, in Inghilterra, anche se nessuno si preoccupa mai minimamente di stabilire un qualche vago senso di luogo o di tempo durante il film).
Morbius – che è costato 75 milioni di dollari – appare semplicemente modesto, quando non ‘vecchio’. Non abbiamo mai la sensazione che la brava gente della Grande Mela si renda conto veramente che in giro per le strade si sia scatenato il terribile “Vampiro Assassino“, questo il nome non troppo effervescente propinato al povero Michael dalla stampa scandalistica (in primis il Daily Bugle). E considerate che per quelle stesse strade – come confermato – c’è già anche Venom (a ben vedere, la struttura di questo film riprende quasi pedissequamente quella dei due cinecomic di Ruben Fleischer, coi quali condivide non casualmente i produttori).
La trasformazione di Michael Morbius e i suoi successivi, periodici ritorni alla normale ‘forma’ umana sembrano più vicini a quelli di un classico lupo mannaro che a quelli di un classico vampiro, dato che l’uomo non presenta la solita avversione alla luce del sole, la paura per l’aglio o per l’acqua santa, ecc. ecc. (vengono eseguiti dei test in merito, che forse vorrebbero alleggerire il tono vagamente cupo ma che non colpiscono mai nel segno).
Per il momento, comunque, Michael riesce a sostentarsi con il True Blood da lui inventato, ma la finestra in cui rimane umano si sta velocemente restringendo (come sottolinea spesso l’orologio CASIO che ha al polso, frutto di un product placement sfacciatissimo), il che significa che è solo una questione di tempo prima che debba ricorrere a quello umano.
Come facilmente intuibile, il vecchio amico di Michael, Loxias ‘Milo’ Crown, non ha però – per qualche ragione che non viene del tutto spiegata – i suoi stessi scrupoli morali. Infatti, altrettanto prevedibilmente, contro gli avvertimenti di Michael, ‘Milo’ si inietta il DNA del pipistrello vampiro e si trasforma immediatamente in una macchina per uccidere che abbraccia senza se e senza ma il suo ruolo di super-succhiatore e super-cattivo. La mente corre quindi agile a Jekyll e Hyde, ma pure a The Mask, L’uomo senza ombra e Darkman, giusto per citare qualche ispirazione a caso.
Muovendosi a passo di danza con una pettinatura e un abbigliamento che evocano immagini di David Bowie nel suo periodo “Let’s Dance”, urlando esclamazioni del tipo “Sono risorto!”, Matt Smith nei panni di ‘Milo’ offre una performance terribilmente sopra le righe, e non viene mai offerta alcuna motivazione del perché, al contrario, Michael sarebbe invece combattuto per la sua trasformazione, mentre l’ex amico in pochi secondi vira velocemente verso la psicopatico andante. E dire che era sembrato davvero un bravo ragazzo prima di assaggiare il DNA del vampiro.
Il buon Jared Harris (Chernobyl) fa quello che può con un ruolo stereotipato e mal scritto come Emil Nikols, il tipico ‘Mentore Gentile’ d’obbligo sia per ‘Milo’ che per Michael, mentre Tyrese Gibson e Al Madrigal sono i consueti partner ‘misti’ bloccati nella parte dei cinici e inutili detective della polizia di New York che fanno solamente domande retoriche uscite direttamente dal manuale di Law & Order e si presentano sulle diverse scene del crimine scuotendo la testa davanti alla carneficina.
Un cenno alle sequenze d’azione: quando Michael Morbius svolazza in giro per la città, si lascia dietro una bizzarra scia dinamica di colore blu e/o arancione, mentre il grande finale è girato in primi piani vertiginosi, montato in modo da far venire il mal di testa ed è spesso torbido. Lasciamo a ciascuno spettatore il giudizio sui volti trasfigurati in CGI, indegni di Buffy. Come accennato, non c’è alcuna traccia di violenza esplicita.
Tra l’altro, in base all’eventuale successo al botteghino, Morbius potrebbe presto incrociare le strade pure con Spider-Man (in un universo o in un altro), e questo sarebbe un grandissimo passo avanti per lui, perché questa prima avventura sul grande schermo sembra più che altro un film di vampiri uscito direttamente dagli anni ’90. E non è esattamente un bene nel 2022 (e neppure nel 2020).
Di seguito trovate il final trailer italiano di Morbius, nei nostri cinema dal 31 marzo:
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