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Voto: 7/10 Titolo originale: Mørke , uscita: 07-10-2005. Regista: Jannik Johansen.

Murk | La recensione del film di Jannik Johansen (su Netflix)

25/02/2021 recensione film di Elisa Pizzato

Nel 2005, il regista danese tornava dietro alla mdp per un thriller cupo quando il suo titolo con protagonisti Nikolaj Lie Kaas e Nicolas Bro

murk film 2005 danimarca

Murk (Mørke) è un film danese del 2005, diretto da Jannik Johansen, che lo ha anche co-sceneggiato con Anders Thomas Jensen, già vincitore di un Oscar per il Miglior corto del 1998 con Election Night (Valgaften). Più cupo del debutto di Johansen, Stealing Rembrandt del 2003 (anch’esso co-scritto con Jensen), il film segue le indagini di un giornalista spinto a investigare quando la sorella disabile si toglie la vita in circostanze misteriose durante la prima notte di nozze. Nonostante i buchi di trama e alcuni risvolti prevedibili, Murk risulta comunque un’opera che affronta tematiche profonde e spinose quali la solitudine e il suicidio.

murk film 2005 posterLa storia inizia a Copenaghen, dove Jacob (Nikolaj Lie Kaas) si sveglia improvvisamente da un incubo accanto alla fidanzata Nina (Laura Drasbæk). L’uomo soffre di insonnia e fa sogni ricorrenti sul tentativo di suicidio per annegamento della sorella Julie (Lotte Bergstrøm), gesto che le ha provocato severi danni cerebrali. Julie va a trovare il fratello assieme alla madre e, con grande sorpresa della sua famiglia, comunica che sta per sposare Anker Jensen (Nicolas Bro), un uomo che ha conosciuto da poco su internet.

La coppia convola a nozze, ma poche ore dopo Julie viene ritrovata nella vasca da bagno dell’hotel morta, con i polsi tagliati. Qualche tempo dopo, Jacob trova tra gli affetti personali di Julie un libro appartenuto ad Anker dal quale scivola fuori il necrologio di una certa Rikke Marlene Bjerre: un indizio che gli fa pensare che Anker potrebbe essere stato già vedovo in passato.

Jacob rintraccia così il suo ex cognato e arriva in una remota cittadina rurale, un inquietante borgo chiamato Mørke (letteralmente “oscurità”). Qui, con sua enorme sorpresa, Jacob scopre che Anker si è fidanzato con un’altra donna con handicap mentale, Hanne (Laerke Winther Andersen). I sospetti di Jacob non posso quindi che infittirsi. Chi è veramente Anker? Si tratta di un serial killer psicopatico? Jacob, quasi intrappolato dall’incantesimo della cittadina, continua così le sue indagini, trovando nella fattoria di Anker diverse prove della sua colpevolezza. Deve però ora riuscire a incastrarlo prima che lui faccia la sua prossima mossa.

A oltre quindici anni dalla sua uscita, Murk arriva finalmente in Italia grazie a Netflix, che lo ha da poco inserito nel suo catalogo insieme a un’altra dozzina di titoli scandinavi di vario genere. Forse, si potrebbe pensare che il motivo per cui è rimasto inedito per così tanto tempo risiede negli aspetti non esattamente felici che permeano il film. Innanzitutto, il protagonista Jacob compie scelte insensate per tutta la durata. Una volta ottenute tutte le prove a carico di Anker infatti, non si rivolge infatti alla polizia. Nonostante affronti diverse conversazioni con lo sceriffo del paese, Jacob non accenna mai alle sue scoperte, anzi resta sempre sulla difensiva. Questo aspetto, incomprensibilmente reiterato, finisce per portare lo spettatore alla frustrazione (anche perché se ne intuisce l’effettiva colpevolezza sin dall’inizio).

murk film 2005Jannik Johansen avrebbe potuto alimentare la suspense maggiormente, giocando con il pubblico e facendolo dubitare se Anker sia veramente colpevole o se, al contrario, sia Jacob a star impazzendo a causa dei sensi di colpa dovuti al suicidio della sorella. Sebbene ci siano alcuni deboli tentativi registici di depistaggio, la traiettoria di Murk risulta quindi abbastanza intuibile. Un fatto che spiazza gli spettatori però in effetti c’è: le motivazioni dietro gli omicidi (assistiti) di Anker. SPOILER Stando all’uomo, infatti, le donne disabili avrebbero effettivamente voluto suicidarsi a prescindere, e secondo lui quello che fa non è altro, quindi, che un atto di ‘carità’ nei loro confronti.

Purtroppo queste sembrano argomentazioni sconclusionate, che confondono lo spettatore e dilapidano il clima ansiogeno che si era creato fino a quel momento. A conti fatti, Murk risulta innecessariamente dilatato e ridondante. Dei suoi 124 minuti complessivi, almeno una ventina potevano essere facilmente tagliati: molte scene sono infatti superflue ai fini della trama ed eliminandole il ritmo ne avrebbe giovato.

Non mancano comunque i motivi di lode. Notevole è il lavoro del direttore della fotografia di Rasmus Videbæk (più recentemente al lavoro sulla trasposizione di La Torre Nera del 2017). Grazie ai toni freddi e tendenti al blu scelti, veniamo subito immersi nelle gelide atmosfere dei territori desolati della Danimarca. Le immagini si fanno via via sempre più cupe e opprimenti, alimentando il senso di disperazione e di angoscia che circondano Jacob e, di conseguenza, chi lo sta guardando. Buone sono anche le prove del cast. Nicolas Bro nei panni del pacioso Anker è particolarmente azzeccato: la sua faccia impassibile e la sua voce calma mentre racconta il suo traumatico passato mettono i brividi.

murk film 2005 danimarca morkeInfine, sotto la superficie di Murk si nascondono temi delicati quali il senso di colpa, la natura distruttiva dei suicidi e il sentimento di solitudine, aspetti piuttosto ‘pesanti’ che difficilmente si ritrovano nei thriller americani. La sceneggiatura di Johansen e Jensen li affronta nel modo più brutale, mostrando la più sconsolante faccia della morte: l’assoluto isolamento e abbandono che provano le persone prima di lasciare questo mondo (il sottotitolo originale del film, non a caso, è ‘Ingen bør dø alene’, ‘Nessuno dovrebbe morire da solo’).

Murk propone in tal senso una riflessione su un aspetto che spesso non viene molto considerato, vista la sua difficoltà nell’essere generalmente gestito. SPOILER Come rivela Anker riguardo il suicidio della prima moglie: “Capii perché l’aveva fatto, e perché doveva farlo da sola. Nessuno parla della morte, per questo è così complicato.” Uno spunto sicuramente interessante, che forse poteva essere affrontato in modo più approfondito.

In definitiva, Murk resta un esempio di crime thriller scandinavo particolarmente adatto a chi voglia approfondire una cinematografia che resta ancora oggi ignota dalle nostre parti.

Di seguito trovate il trailer internazionale di Murk:

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