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Voto: 6/10 Titolo originale: Now You See Me: Now You Don't , uscita: 12-11-2025. Budget: $35,000,000. Regista: Ruben Fleischer.

Now You See Me: Now You Don’t, la recensione del terzo film con l’illusione perfetta

12/11/2025 recensione film di Gioia Majuna

Rosamund Pike illumina un prodotto che diverte senza sorprendere

Rosamund Pike in Now You See Me Now You Don't (2025)

C’è un preciso istante, in Now You See Me: Now You Don’t (Now You See Me 3), in cui capisci qual è la posta in gioco: i Quattro Cavalieri tornano, ma la scena è stata già occupata da tre nuovi illusionisti – Bosco, June e Charlie – che violano il palco con ologrammi, parkour e furti chirurgici. L’Occhio richiama Daniel Atlas (Jesse Eisenberg), Merritt (Woody Harrelson), Jack (Dave Franco) e Henley (Isla Fisher) per un colpo globale: sottrarre il Heart Diamond, gioiello-vetrina dell’imprenditrice Veronika Vanderberg (Rosamund Pike), regina dei diamanti e simbolo di una ricchezza costruita sullo sfruttamento. Di fatto è una staffetta: esperienza e metodo contro rapidità e tecnologia.

Il film di Ruben Fleischer apre con un falso ritorno dei Cavalieri che si rivela un’illusione orchestrata dai tre ragazzi di periferia; da lì parte un itinerario che scivola da Bushwick all’Europa, fino a un château della magia con stanze rovesciate e prospettive ingannevoli. Il filo di trama è lineare: reclutamento, preparazione, furto, svelamento.

Funziona perché la progressione è chiara e i numeri sono collocati per creare ritmo, non perché vogliano convincerci della loro fattibilità fisica. La serie ha sempre privilegiato la spettacolarità e lo spiegone a posteriori; qui l’uso è più parsimonioso del solito, quel tanto che basta a ricomporre i pezzi senza soffocare la corsa.

Nel gioco delle parti spiccano due poli. Da una parte Eisenberg, che affila l’arroganza di Atlas con un velo di ferita: guida, ma è costretto a lasciare spazio. Harrelson sostiene la leggerezza con tempi comici che asciugano le battute più deboli; Franco e Fisher riportano gesto e presenza. Dall’altra i tre innesti: Dominic Sessa dà a Bosco la spavalderia del capobranco; Ariana Greenblatt fa di June un corpo elastico che pensa prima di atterrare; Justice Smith costruisce Charlie sulle esitazioni giuste, trasformandole in ironia. Il cast “allargato” trova un equilibrio migliore quando smette di ricalcare le funzioni dei veterani e mette a frutto competenze diverse: tecnologia, acrobazia, cabina di regia.

L'ILLUSIONE PERFETTA - Now You See Me Now You Don't film 2025L’antagonismo ha il volto e il portamento di Rosamund Pike: la sua Veronika Vanderberg è gelo lucente, sorriso come schermatura, accento che diventa maschera scenica. È più di un bersaglio: incarna il denaro che ripulisce se stesso e rende credibile la spinta “alla Robin Hood” dei Cavalieri. Ogni volta che entra, la scena si tende e il film trova una temperatura specifica tra glamour e veleno.

Fleischer orchestra con scorrevolezza: montaggio nervoso quanto basta, arredo visivo pulito, spostamenti internazionali al servizio del trucco. L’azione non punta a ridefinire il genere, ma a restituire piacere di esecuzione: travestimenti, passaggi di mano, ribaltamenti scenici. Il rischio di affastellare personaggi è mitigato dal tenere pochi obiettivi in campo e dal non insistere sulle nostalgie: il dialogo tra “vecchi” e “nuovi” resta concreto, utile al colpo, non un pretesto per fare morale sull’età.

Now You See Me: Now You Don’t resta fedele al suo patto con lo spettatore: il realismo non è la misura, lo è la coreografia del raggiro. Quando il film lavora su questa linea – la vetrina di Anversa, il castello coi meccanismi ottici, il serraggio finale attorno all’Heart Diamond – il divertimento sale e la logica si fa linguaggio visivo. Dove invece il copione s’increspa è nella necessità di motivare tutti i movimenti con una rivelazione: meno ce ne sono, meglio scorrono le scene; quando arrivano, reggono perché stringate.

Sul piano attoriale, il controcanto più riuscito è tra Eisenberg e Sessa: due leadership incompatibili che si misurano non a battute ma a controllo del quadro. Smith capitalizza il sottogioco emotivo, la Greenblatt accende i set fisici, Harrelson e la Fisher tengono insieme il “brand” dei Cavalieri con mestiere. La Pike resta la scintilla: è la ragione per cui l’Heist assume una dimensione etica, non solo ludica.

Insomma, questo terzo capitolo non reinventa la serie, ma ne rifinisce il lato più onesto, quello del patto spettacolare. Vuole essere intrattenimento di precisione più che di innovazione, e quando smette di spiegarsi e si limita a mostrare, centra il suo bersaglio. Per chi cerca la meraviglia “impossibile”, la saga non cambierà idea qui; per chi desidera il piacere di farsi guidare dentro un inganno ben coreografato, il biglietto è ripagato.

Di seguito trovate il final trailer doppiato in italiano di L’illusione Perfetta – Now You See Me: Now You Don’t, nei nostri cinema dal 13 novembre: