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Titolo originale: Nuevo orden , uscita: 22-10-2020. Regista: Michel Franco.

Nuevo Orden | La recensione del film di Michel Franco (Leone d’argento Venezia 77)

14/09/2020 recensione film di Alessandro Gamma

Il regista messicano confeziona un'opera spietata e senza speranza, un monito agghiacciante sul presente mascherato da thriller distopico

Niente di ciò che il regista messicano Michel Franco ha fatto fino ad oggi (Después de Lucía, Daniel e Ana, Chronic) potrebbe preparare qualcuno che già conosce il suo cinema alla visione di Nuevo Orden, presentato in concorso a Venezia 77 e vincitore – meritatamente – del Leone d’Argento Gran Premio della Giuria. Presentato come un thriller drama ‘vagamente’ distopico, è stato girato nella zona ‘infestata’ dai narcos del Messico di oggi, e si concentra sulla ben poco irrealistica rabbia sibilante e sullo smarrimento di una popolazione divisa e devastata dalle guerre di strada e dalla corruzione endemica del paese.

Opera oscura e cupissima che riporta facilmente alla mente elementi tipici dei primi lavori di Costa-Gavras, o persino di Michael Haneke, Nuevo Orden è però anche qualcosa di diverso e personale, un film che sfida le convenzioni narrative, presentando un punto di vista verace e schizzato di sangue, anche se messo in scena con precisione e stile. C’è una disconnessione dall’azione / reazione che a volte lo fa sembrare quasi allegorico. Il ‘Nuovo Ordine’ di cui si parla nel titolo non è un luogo in cui cercare eroi o speranza, almeno non più di quanto lo sia il mondo in cui viviamo.

nuevo orden film poster 2020Segnalato con un V.M. 14 alla Mostra del Cinema, Nuevo Orden può spiazzare il pubblico alla ricerca di un approccio più convenzionale, ma questo è cinema dinamico che non fa prigionieri (al di fuori degli ostaggi sullo schermo): rumoroso e spietato, attira lo spettatore dove non può rimanere tranquillamente in disparte e osservare. In tal senso, è davvero magnifico: una nefasta prefigurazione per coloro che ribollono per i tempi che corrono. Non è certo necessario vivere in Messico per sentire la rabbia – come succede col movimento del ‘gilet gialli’ in Francia – ma se siate pronti a impelagarvi nella pericolosa esplosione sociale orchestrata da Michel Franco è tutt’altra questione.

Il regista, autore anche della sceneggiatura, alterna il suo stile di riprese classico e invitante a movimenti frenetici con la videocamera a mano, ma è il contenuto a sorprendere più di tutto. Apre Nuevo Orden con lampi da un reparto ospedaliero dove i pazienti vengono portati via con veemenza. I gravi feriti appena arrivati gocciolano di sangue e di una vivida vernice verde e c’è una visione da incubo di cadaveri, e il flash di una donna nuda e indifesa.

Città del Messico è in preda a una violentissima rivolta. Tra l’anarchia e i saccheggi, ci spostiamo però sul luogo di un matrimonio civile in una casa di lusso nella periferia dove vivono “Los putos ricos“, come dicono i graffiti sui muri limitrofi. La futura sposa Marianne (Naián González Norvind) ha scelto un tailleur di velluto rosso di almodovariana memoria per il grande giorno. Sua madre è ansiosa che il giudice arrivi in orario per officiare la cerimonia; poi, alcuni ospiti irrompono dalle porte, imbrattati di vernice verde, con la sicurezza privata armata che si mette sull’attenti.

Non viene spiegato troppo, ma lo spettatore può sentire il ‘colpo di stato’ avvicinarsi mentre Marianne riceve buste piene di denaro dagli invitati, compresi i politici amici di suo padre. Il vortice sociale rotea e lo champagne e le tartine scorrono, ma ci sono crepe nervose agli angoli. I più giovani (tra cui Diego Boneta) assumono droghe; si fa riferimento a tangenti e a importanti sviluppi immobiliari tra i partecipanti più anziani. Il personale indigeno nelle cucine è intanto diviso tra coloro che si accontentano di servire i loro padroni bianchi e alcuni che vorrebbero invece impossessarsi di quello che hanno. Quando un disperato ex dipendente della famiglia arriva per chiedere in prestito una grossa somma di denaro per una fondamentale operazione al cuore della moglie – anche lei una ex domestica – viene praticamente scacciato da tutti, tranne che dalla tenera Marianne.

Poi, la svolta. Improvvisa e traumatica.

nuevo orden film 2020 michel francoQuello che succede dopo è una cacofonia tesissima e amplificata di cani che abbaiano e bambini che piangono – rapimenti, doppi giochi, torture, stupri di massa e omicidi indiscriminati, che potrebbero benissimo fuoriuscire da Arancia Meccanica di Stanley Kubrick, tutto mostrato senza sconti. Sembra quasi che Nuevo Orden sia stato concepito in quel posto in cui i reietti e gli emarginati dalla società sono stati traditi in modo totale – quelli che conoscono cosa sono le milizie, i coprifuoco, le forze di polizia disoneste, la manifestazione di uno stato di polizia e i livelli di corruzione che sono ormai così fuori scala che non si può spiegare più nulla, al punto che una trama tradizionale o la presenza dei ‘buoni’ perde ogni significato. Nichilismo puro. E, nel 2020, quel posto si sta ampliando.

La cosa inquietante di Nuevo Orden è come Michel Franco lo filmi in modo classico, nonostante tutta quella brutalità e caos. Non c’è una disintegrazione visiva che accompagni il marciume, ma un fermo controllo della narrazione che riecheggia quello delle forze maligne che l’hanno scatenato.

Gli eventi si svolgono in un mondo deliberatamente incorniciato entro precisi confini, sovrastato in modo ossessionante dalla gigantesca bandiera messicana che svetta sui titoli di coda, rivelando che il film è stato ispirato da un dipinto intitolato “Only The Dead Have Seen The End Of War”. Ma la storia di Michel Franco è anche un saggio con un messaggio potente: potrebbe non piacervi, ma se le cose non cambiano quanto prima, ti troverai abbastanza presto a vivere il nuovo ordine sulla tua pelle.

In attesa di capire quando verrà distribuito nei nostri cinema, di seguito trovate il teaser trailer internazionale (con sottotitoli in italiano) di Nuevo Orden: