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Titolo originale: Selfie from Hell , uscita: 25-01-2018. Regista: Erdal Ceylan.

Recensione BIFFF 36 | Selfie From Hell di Erdal Ceylan

09/04/2018 recensione film di Sabrina Crivelli

Il derivativo teen horror basato sull'omonimo cortometraggio del 2015 ci dimostra che non sempre se aumentiamo il minutaggio, il risultato sia migliore. O anche soltanto uguale

Era ancora il 2015 quando Selfie From Hell, cortometraggio scritto e diretto da Erdal Ceylan, è diventato virale, totalizzando su YouTube ben 17 milioni di visualizzazioni (ora sono salite a 20 milioni). Cavalcando infatti il trend degli horror incentrati sulle oscure implicazioni di social e nuove tecnologie, era intelligentemente esplorato il lato luciferino dell’altrettanto diffusa pratica dell’autoscatto. Purtroppo però il concept, anche di per sé fascinoso se concentrato in una manciata di minuti, una volta che è stato espanso nell’omonimo lungometraggio di 75 minuti perde subito ogni attrattiva, diventando solo un terribile, prevedibile e poco coeso pastiche.

Il film si apre con Julia (Meelah Adams, che era già al centro del corto del 2015), youtuber tedesca che tiene una rubrica video in cui esplora i misteri della rete, che va a trovare la cugina Hannah (Alyson Walker) negli Stati Uniti. Appena arrivata però nel paese straniero, si ammala gravemente ed è costretta a letto con una febbre altissima e in stato comatoso. Hannah, preoccupata per lei cerca di capire che cosa le sia successo e pian piano inizia ad esperire una serie di strani fenomeni, che la portano a pensare che non si tratti di un malessere di origine fisica, ma di qualcosa di decisamente più sovrannaturale e legato all’ultimo post di Julia, intitolato per l’appunto “Selfie from Hell”. Fatto strano, mentre la protagonista procede con le indagini, scopre che il blog sia stato misteriosamente oscurato, quindi decide di addentrarsi nel dark web per ottenere delle risposte e chiede all’amico esperto di programmazione – e spasimante – Trevor (Tony Giroux). Tuttavia, quello in cui si imbatterà sarà decisamente più pericoloso e oscuro di quello che si aspetta (poco avvedutamente fornisce il proprio vero nome e la sua email!), tra sadici hacker che gestiscono Black Room (luoghi nel Dark Web dove è possibile non solo condividere, ma anche partecipare in prima persona a omicidi e torture) e arcane presenze che si aggirano online.

Selfie from Hell è solo l’ultimo e assai derivativo di una lunga sequela di film del terrore destinati a un pubblico di adolescenti che hanno preso spunto da una qualche tecnologia o pratica di socializzazione contemporanea per costruire una narrazione dai risvolti paranormali, e di norma piuttosto banali. Ci sono stati Unfriended di Levan Gabriadze e Friend Request – La morte ha il tuo profilo (Friend Request) in cui Facebook si rivelava il tramite di maligne presenze, mentre in Bedevil – Non installarla (Bedeviled, la nostra recensione) di Abel Vang e Burlee Vang il male era diffuso da una app luciferina; in Nerve (la nostra recensione) di Henry Joost e Ariel Schulman invece un gioco di gruppo online basato sulla popolarità si rivelava letale; infine in Recovery (Ritrovamento, la nostra recensione) di Darrell Wheat la funzione “trova il mio iPhone” portava delle sventurate giovani vittime nella tana del lupo. Ebbene, Selfie from Hell ha diversi punti in comune con questa nutrita lista di titoli, e non è assolutamente un bene. Anzitutto, come detto, si tratta di un immaginario ben radicato nella contemporaneità, dove la minaccia, sovraterrena o meno, non si cela più solo in una tavoletta Ouija o in qualche bambola indemoniata, ma in un device elettronico, in rete o in un social media. Non ci sarebbe nulla di male a declinare secondo le evoluzioni dei tempi i meccanismi narrativi e i temi di un racconto del terrore, anzi … Sfortunatamente però, la stragrande maggioranza di questi teen movie focalizzati sulle nuove tecnologie si fermano a un’interessante trovata iniziale, ma sono del tutto incapaci di mantenere tale interesse per tutto il minutaggio e lo esauriscono in pochi minuti. Inoltre, vista l’età degli spettatori a cui sono destinati, sono attentamente epurati da ogni elemento particolarmente scabroso, violento o truculento.

Se possibile anzi, Selfie from Hell è addirittura peggiore e più scombinato della media. Avrebbe potuto ancora ancora essere vagamente intrigante l’idea alla base del corto, quella di un entità che compare alle spalle di chi si sta scattando un selfie e che pian piano si avvicina (va notato che se alla sequenza di scatti sostituiamo la dinamica luce accesa – luce spenta, viene fuori Lights Out – Terrore nel buio di David F. Sandberg …). Tuttavia, quando Erdal Ceylan cerca di imbastirci una storia di più di un’ora di durata (e comunque il minutaggio è assai limitato), diventa un vero e proprio disastro fatto di cliché mischiati a casaccio tra di loro in un’impalcatura in stile detective story del paranormale (in un percorso simile al pessimo Dead Awake di Phillip Guzman) del tutto strampalata. Giusto per dare un vago assaggio senza eccedere in spoiler si susseguono oltre alla malattia oscura di Julia, un misterioso misterioso hacker – maniaco in cui incappa Hannah (con tanto di parentesi home invasion), una malvagia entità che pedina le sue vittime sulla rete, videocassette che contengono esperimenti con derive infauste e un’entità che bracca le sue prede, una volta che queste vengono portate alla sua attenzione. Il tutto è condito di scempiaggini evocative sul dark web spesso con commento solenne di uno dei personaggi giusto per dare un’aurea più funesta, scambi di battute posticce e performance attoriali sconfortanti dal trio di attori principali, continui e casuali cambi di registro e qualche spauracchio ormai ritrito o addirittura ridicolo; l’apice massimo è raggiunto quando vediamo fluttuare in stile L’Esorcista sopra Hannah dormiente Julia, rivolta a faccia in giù, con tanto di iridi bianche!

In conclusione, Selfie From Hell risulta l’ennesimo teen horror basato su una esile trama e pieno di luoghi comuni e imprecisioni, di cui certo non si sentiva il bisogno.

Di seguito trovate il trailer ufficiale: