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Voto: 7/10 Titolo originale: BlacKkKlansman , uscita: 09-08-2018. Budget: $15,000,000. Regista: Spike Lee.

BlacKkKlansman: la recensione del film diretto da Spike Lee

25/09/2018 recensione film di William Maga

Il regista porta sullo schermo un'incredibile storia vera del 1979, con John David Washington e Adam Driver degni protagonisti di una satira agrodolce sugli Stati Uniti, che non sembrano imparare nulla dalla propria storia

BLACKkKLANSMAN di Spike Lee

Il successo principale raggiunto da BlacKkKlansman di Spike Lee (Fa’ la cosa giusta), che vede protagonisti assoluti John David Washington (il figlio di Denzel; Ballers) nei panni di un poliziotto nero sotto copertura e Adam Driver (Star Wars: Il risveglio della Forza) come suo ‘alter ego’ bianco ed ebreo, non è tanto quello che dice, ma tutti i diversi modi in cui lo dice. Il regista di Atlanta tratteggia infatti la sua opera avvalendosi di varie e insolite per lui sfumature di umorismo per attaccare duramente la mentalità bigotta di certe frange della popolazione, per satirizzare sulla nozione di ‘America bianca’ e per assaporare al meglio l’assurdità della storia vera di cui questo film è un adattamento.

L’autobiografia di Ron Stallworth pubblicata nel 2014, dal titolo Black Klansman, descriveva come un poliziotto nero divenne un noto membro del ramo del Colorado del Ku Klux Klan nel 1979. Per mascherare quello che sarebbe stato un chiaro ‘problema’ con l’Organizzazione (così la definiscono i membri), Stallworth si avvalse così dell’aiuto di un collega bianco, Flip Zimmerman, che alle riunioni si faceva passare per lui, indossando un microfono nascosto e imitandone al meglio la voce per non tradirsi.

Nel frattempo Stallworth continuava a discutere personalmente al telefono delle varie faccende del gruppo, finendo addirittura per diventare a un certo punto un confidente del Gran Maestro stesso, David Duke.

Insieme ai suoi co-sceneggiatori (David Rabinowitz, Charlie Wachtel e Kevin Willmott), Spike Lee ha redatto uno script fluente nella lingua dei suoi oppressori. Mentre in Tre Manifesti a Ebbing, Missouri di Martin McDonagh dello scorso anno (la recensione) i discorsi sull’odio erano stati pensati in modo tale da sembrare destinati a scioccare il pubblico, qui gli insulti razziali sono posizionati sulle bocche dei personaggi come una sorta di codice idiota utilizzato da coloro che non comprendono affatto come legare l’un l’altro come normali esseri umani.

Questo aspetto viene contrastato dal modo decisamente più caldo con cui Ron interagisce sia con Flip che con quello che diventa il suo interesse amoroso, Patrice (Laura HarrierSpider-Man: Homecoming), la presidente appassionata e radicale della Colorado College Black Student Union (CCBSU), che incontra la prima volta durante un incarico sotto copertura per scoprire cosa racconta ai suoi fedeli il popolare – ed ex primo ministro onorario del partito delle Pantere Nere – Kwame Ture aka Stokely Carmichael (un piccolo ruolo che Corey Hawkins – Straight Outta Compton – riesce a ricoprire con la stessa potenza di un fulmine dai cieli).

Spike Lee non riesce però a sottrarsi dal gigioneggiare sulla ricchezza insita nel suo concetto principale, il che significa che a tratti il motore narrativo di BlacKkKlansman va fuori giri e che nulla si muove di un passo. Queste sezioni si presentano come degli sketch satirici estesi e si fondano su performance uniformemente calibrate per risuonare col tono di fantasiosa ironia che attraversa il film.

Topher Grace (Spider-Man 3) interpreta David Duke con una stranamente affabile pacatezza, mentre – come quasi sempre gli accade – Adam Driver diventa il giocatore più prezioso della partita, incanalando la complessità psicologica di un uomo ebreo che inizia la gara nelle retrovie e la finisce da centravanti di sfondamento – guidato dalla sua amicizia con Stallworth e dal non velato antisemitismo che Spike Lee non dimentica di includere nella sua raffigurazione del KKK.

BlacKkKlansman è consapevolmente fiero della sua disomogeneità, spinto nei suoi 132′ di durata a includere tutto ciò che il regista vuole fo**utamente metterci dentro – dalle aspre lezioni di storia, col 91enne Harry Belafonte che racconta davanti a una platea di giovani il terribile linciaggio di Jesse Washington avvenuto nel 1916, fino alla voce registrata di una segreteria che ruota intorno alla banalità del male ripetendo: “Ha raggiunto la filiale del Colorado del Ku Klux Klan. Per favore, lasci un messaggio.”

I momenti più auto-consapevoli arrivano comunque attraverso i riferimenti appena velati agli Stati Uniti trumpisti del presente, come quando Duke loda Stallworth dicendogli: “Ci dovrebbero essere più persone come te negli uffici pubblici. Così che l’America possa raggiungere la sua … grandezza. ”

Queste parole sarebbero piuttosto pericolose se pronunciate per enfatizzare il pensiero tossico di un razzista, ma dette all’orecchio di uno sbirro nero che finge di essere bianco all’altro capo di una cornetta diventano un evidente scherzo per far divertire gli spettatori, e la maggior parte di BlacKkKlansman è del resto prosciugata dei ‘pericoli’ solitamente associati nel cinema all’organizzazione suprematista più tristemente nota al mondo (e oggi quasi del tutto estinta). Non di meno però, quando Spike Lee mette da parte le battute, i riferimenti al genere blaxploitation e i toni più leggeri e inizia a parlare con il cuore, ci si ritrova immersi fino alle ginocchia nel sangue dei suoi fratelli e sorelle scomparsi.

BlacKkKlansman è una fiaba agrodolce nella quale alcuni coraggiosi perdenti riescono ad avere la meglio – senza brutalità – su un gruppo di idioti ignoranti e violenti. Eppure la vittoria finale è vacua, e il regista lo sa. Sebbene trascorra la maggior parte del suo lungometraggio disseminando differenti tipi di vis comica, finisce per concludere la corsa in un luogo pieno di dolore. La Storia è tutt’altro che ‘sistemata’, ci dice in questo rimbombante messaggio sullo stato della (sua) nazione. Lo stile e l’aspetto saranno pure cambiati, ma il razzismo rimane una costante senza tempo negli Stati Uniti.

Di seguito il trailer italiano di BlacKkKlansman, nei nostri cinema dal 27 settembre: