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Voto: 5/10 Titolo originale: Maze Runner: The Death Cure , uscita: 10-01-2018. Budget: $62,000,000. Regista: Wes Ball.

Maze Runner – La rivelazione | La recensione del film di Wes Ball, ultimo della trilogia

24/01/2018 recensione film di William Maga

Tutto va come deve andare. La saga con Dylan O'Brien e Kaya Scodelario si chiude tra esplosioni e salvataggi impossibili, poco importa se non tutto trova una risposta

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I primi due capitoli della trilogia di Maze Runner – ora finalmente completa – sono arrivati nei cinema nel 2014 e 2015, ma mentre ci si mette comodi per La Rivelazione (The Death Cure), ci si sente un po’ come se si stesse facendo un viaggio indietro nel tempo in un’altra era. Solo cinque anni fa infatti, sembrava che ogni mese un nuovo franchise di fantascienza Young Adult ambientato in un futuro distopico dovesse approdare in sala. Il genere si è praticamente estinto oggi, lasciando dietro di sé una serie che è stata un vero successo al botteghino (Hunger Games), una che ha fatto leggermente bene prima di crollare su sé stessa (Divergent), e tutta una serie di franchise mai decollati fermati ai blocchi di partenza (The Giver – Il mondo di Jonas; Shadowhunters; La Quinta Onda). Rispetto ai cugini Hunger Games e Divergent, Maze Runner sembrava dovesse ricevere poca attenzione, ma uno sguardo agli incassi ci dice che i primi due film insieme hanno portato a caso oltre 650 milioni di dollari, un risultato che ben fa comprendere come mai la 20th Century Fox abbia optato per completare la saga basata sui libri di James Dashner.

A differenza della maggior parte delle altre serie affini, il budget è aumentato costantemente per ogni sequel di Maze Runner e, mettendo in bella mostra sullo schermo ogni centesimo dei suoi 80 milioni di dollari, La Rivelazione spazza via in termini di grandiosità la maggior parte dei suoi rivali YA. La prima pellicola era stata un episodio relativamente limitato, con il suo eroe, il Thomas di Dylan O’Brien, che si ritrovava parte di una colonia di adolescenti (più una ragazza, la Teresa di Kaya Scodelario) intrappolati nella misteriosa Radura, l’unica via d’uscita attraverso una gigantesco labirinto custodito da creature note come Grievers.

Un cambiamento gradito rispetto alla usuale gestione di questo tipo di racconti, sostenuto da cast di giovani talenti e da una trama capace di tenere in qualche modo col fiato sospeso gli spettatori. Il seguente La Fuga (The Scorch Trials), vedeva Thomas e la sua banda ritrovarsi in balìa di in una società futuristica alla sbando, e a quel punto il franchise è divenuto virtualmente indistinguibile dai suoi rivali. Arrivato un paio d’anni dopo che il genere YA si è silenziosamente spostato verso l’oscurità televisiva, questo senso di “ma non l’abbiamo già visto prima?” viene adesso amplificato con il terzo film, che finisce col rappresentare l’ultimo sussulto della distopia adolescenziale.

Venendo alla trama, il punto cruciale da cui tutto si muove è che la WCKD (sorvoliamo sulla traduzione italiana C.A.T.T.I.V.O.) ha catturato 28 bambini immuni al virus (più Minho, aka Ki Hong Lee) e li ha rinchiusi in un laboratorio da qualche parte in una metropoli luccicante chiamata The Last City (immaginate un incrocio tra il centro di Vancouver e la Midgar di Final Fantasy VII). Thomas e i suoi amici Newt (Thomas Brodie-Sangster), Frypan (Dexter Darden) e Brenda (Rosa Salazar) decidono così di affrontare il deserto e irrompere nella fortezza per liberare i prigionieri dalla grinfie di terribili aguzzini che stanno cercando di … salvare ciò che resta della razza umana dall’estinzione. Che scellerati! Già, La Rivelazione è un film in cui i buoni danno priorità alle vite di 28 millennial rispetto a letteralmente tutti gli altri. Nessuno degli audaci eroi si trova MAI a fare i conti con le implicazioni morali della missione, troppo occupati a correre da uno scenario al successivo per tutti i 142 frenetici minuti di durata.

Maze Runner 3 pesca infatti a piene mani dal sacco fanta-horror degli ultimi decenni, tirandone fuori un po’ di tutto, dagli zombi a Mad Max, passando per Resident Evil. La pellicola diretta da Wes Ball si muove in modo disordinato da un set muscolare all’altro, che – se valutati singolarmente -, appaiono comunque certamente curati: il prologo mette in scena un assalto al treno da brividi, rimando abbastanza palese all’analoga sequenza di Fast & Furious 5; la scena in cui un autobus pieno di ragazzini fugge per la città e viene poi depositato fuori dalle enormi mura con l’ausilio di un’altissima gru è probabilmente la più visivamente impressionante mai apparsa in opere affini; e un ultimo, esplosivo tentativo di salvataggio rimanda al climax di Aliens – Scontro finale di James Cameron.

È tutto ampiamente derivativo e sempre assolutamente prevedibile nel risultato (aspettarsi che una qualunque azione impossibile dei protagonisti vada storta è purissima utopia, per niente distopica …) e non importa se non viene data una risposta a tutte le domande sorte lungo il cammino, ma il regista – che ha diretto solo i tre film di questa serie, ricordiamolo – dimostra di padroneggiare il mezzo e sarà quindi curioso vedere di cosa si occuperà nei prossimi anni. Un altro guaio della sceneggiatura è che, nonostante siano interpretati da attori dotati, i personaggi centrali sono in definitiva dei sempliciotti, nei quali è praticamente impossibile investire emotivamente. Questo vale anche per gli adulti, siano essi Aidan Gillen e Patricia Clarkson, bloccati nell’interpretazione di cattivi pochissimo tratteggiati o Giancarlo Esposito, relegato al ruolo di autista e Walton Goggins, due facce abbandonato nel completo mistero.

Se, come sospettabile, Maze Runner – La Rivelazione consegnerà il sottogenere della sci-fi Young Adult alla storia della cultura pop, è difficile guardare indietro al movimento e trovare ricordi davvero memorabili. Con il senno di poi, la serietà di carta velina che ha segnato gran parte delle pellicole del filone non sembra altro che un’affettazione stilistica, un sottoprodotto della nolanizzazione del cinema di genere. Per molti adolescenti che non hanno il lusso di essere ricchi, etero o bianchi, l’inizio del XXI secolo è di per sé una distopia fin troppo reale. Un vero peccato che questo genere non abbia mai riflettuto le loro paure.

Di seguito il full trailer italiano di Maze Runner – La rivelazione, nei nostri cinema dall’1 febbraio:

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