Voto: 7/10 Titolo originale: Mientras duermes , uscita: 14-10-2011. Budget: $5,000,000. Regista: Jaume Balagueró.
Recensione story: Bed Time di Jaume Balagueró (2011)
14/08/2022 recensione film Bed Time di Gioia Majuna
Luis Tosar e Marta Etura sono i protagonisti di un thriller a combustione lenta che porta sul grande schermo una storia che materializza in modo deliziosamente dark un incubo metropolitano
Dando forma a uno degli incubi più comuni di molte ragazze che vivono in una grande città – un conoscente fin troppo disponibile (in questo caso il portiere/tuttofare di un palazzo di Barcellona) che ti guarda come se avesse appena frugato nel tuo cassetto della biancheria intima – Bed Time (Mientras duermes) è un piccolo thriller spagnolo del 2011 che danza sul labile confine tra il plausibile e l’assurdo.
Sostenuto da un’interpretazione carismaticamente snervante di Luis Tosar nel ruolo di Cesar, un uomo che riesce a placare la propria atavica infelicità solamente rendendo altrettanto infelici quelli intorno a lui, il regista spagnolo Jaume Balagueró (Darkness, Fragile, [REC]) rielabora l’antico adagio secondo cui il Male si nasconde spesso in bella vista (e a volte sotto il letto …).
La pazienza dello spettatore viene decisamente ricompensata mentre il progetto di Cesar di turbare in modo permanente la giovane e solare inquilina Clara (Marta Etura) si sviluppa passo dopo passo in modo sempre più inquietante.
Vediamo Cesar svegliarsi alle 5 del mattino accanto a una giovane donna attraente che dorme profondamente. Esce silenziosamente dall’appartamento, scende con l’adorabile ascensore vecchio stile, si fa la doccia nel seminterrato e prende posto alla reception nell’ampio atrio.
In qualità di portinaio, ha accesso a tutti gli appartamenti dello stabile. Ben presto scopriamo che inizia le sue serate proprio sotto il letto di Clara, la cloroformizza una volta addormentata e poi si corica accanto a lei. Oh, sì, le inietta anche sostanze irritanti nei cosmetici e le mette di nascosto della frutta marcia nel frigorifero per attirare gli insetti.
Lo stesso Cesar, la cui madre è quasi comatosa in ospedale, spiega con voce fuori campo di essere congenitamente infelice. Pensa che la sua infelicità sia come essere nati sordi o ciechi: è semplicemente così.
Date le circostanze, l’uomo trova difficile rimanere motivato nel continuare a vivere. Ma una volta accettato il fatto che si diverte a rendere infelici gli altri, ha una ragione perversa, molto perversa, per vivere. La sua devianza non riguarda quindi il sesso, ma il controllo: è un assassino del buonumore.
Cesar è astuto, ma non è un genio del crimine. Una ragazzina monella (Iris Almeida) che abita nell’appartamento di fronte a Clara sa che lui sta tramando qualcosa di brutto – anche se lei, come il pubblico, non può immaginare quanto sia realmente malvagio – e lo ricatta a un livello di estorsione tipico di bambino di nove anni.
Luis Tosar è presente in quasi tutte le inquadrature di Bed Time e spesso viene inquadrato a distanza ravvicinata. L’approccio visivo scelto da Jaume Balagueró rende sconcertantemente facile identificarsi con il comportamento sociopatico del protagonista e persino temere che non sarà in grado di uscire indenne da questa o da quella situazione incriminante.
Di contro, Clara si rivela incredibilmente resiliente e per Cesar diventa una grande sfida toglierle il sorriso dal viso.
La regia ‘controllata’ ed elegante di Jaume Balagueró è metodica come Cesar, coi giorni della settimana scanditi sullo schermo mentre il racconto prende gradualmente velocità. La suspense – preferita ai più classici jumpscare – cresce, e l’accurata accumulazione di dettagli porta a un soddisfacente e sinistro epilogo su più fronti.
Jaume Balagueró, che inizialmente aveva progettato di ambientare la storia a Manhattan, sfrutta al meglio una manciata di location. Tra gli inquilini, Petra Martinez è toccante nel ruolo dell’anziana Veronica, che ama i suoi due cagnolini fino alla follia.
Sebbene non riesca a elevarsi agli stessi livelli, Bed Time fa del suo meglio per raccogliere l’esempio di classici come Il giglio nero e L’inquilino del terzo piano portando sullo schermo la sceneggiatura di Alberto Marini (che ha adattato il suo stesso romanzo), avvalendosi della abile manipolazione della luce del sole e dell’ombra da parte del direttore della fotografia dello storico collaboratore del regista Pablo Rosso, capace di aggiungere una preziosa ariosità a un soggetto che avrebbe potuto facilmente diventare scomodamente opprimente, lasciando spazio all’umorismo contorto del film.
Si usa dire che un valido aiuto è difficile da trovare, ma in questo caso un aiuto davvero terribile, mascherato da buon aiuto, dà vita a un delizioso film a combustione lenta.
Di seguito trovate il trailer italiano di Bed Time:
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