Voto: 6/10 Titolo originale: Deadbeat at Dawn , uscita: 18-11-1988. Regista: Jim Van Bebber.
Recensione story: Deadbeat at Dawn di Jim Van Bebber (1988)
16/11/2021 recensione film Deadbeat at Dawn di Giuseppe Rocca
Il regista - e protagonista - esordiva con un film di purissima exploitation, sgangherato e low budget ma anche violentissimo e libero
Cercare di definire o addirittura di spiegare un’opera come Deadbeat at Dawn (1988) è davvero difficile, se non impossibile. È come se a un certo punto, dalla linea dei fumetti del Punitore, si fosse distaccata una delle storie secondarie e avesse preso vita propria, escludendo ovviamente Frank Castle. Si, perché in questo film, di giustiziere impazzito ce n’è già uno, ed è il protagonista Goose (Jim Van Bebber, anche regista).
Per farla breve, in una non ben specificata cittadina americana, la banda dei Ravens, capitana proprio da Goose, è in guerra con quella degli Spiders, guidata invece dal perfido e vigliacco Danny (Paul Harper). Di mezzo purtroppo però c’è sempre l’amore, infatti il leader dei Ravens è innamorato di una ragazza, Christy (Megan Murphy), e proprio per suo consiglio decide di lasciare la gang. Ovviamente Danny è un cane, non ci sta dato che è uscito perdente dall’ennesima battaglia e fa uccidere la ragazza. Pessima idea.
Lo sfondo di Deadbeat at Dawn è un contesto marcio, degradato, puerile e a momenti anche insignificante (per il semplice fatto che alcuni personaggi sono talmente disagiati che al loro destino non ci si pensa minimamente). Tutti esprimono volutamente ribrezzo e inoltre la scena criminale è incredibilmente esagerata e folle. All’interno della storia ci sono picchi di violenza e di splatter assurdi, con sequenze che sembrano uscite solo e soltanto da fumetti.
Nella guerra tra le due bande c’è odio e astio, nessun tipo di rispetto, solo tanta voglia di eliminarsi a vicenda e preferibilmente una volta per tutte. I personaggi, come detto prima, sono tutti quanti dei criminali squilibrati e incalliti, drogati nullafacenti che passano il loro tempo ad attuare le barbarie più crudeli possibili ai danni di persone che però alla fine dei conti non sono così migliori di loro, se non addirittura peggio.
Jim Van Bebber, che ha anche scritto la storia e si è occupato delle coreografie delle varie scene di lotta, butta in mezzo a questa violentissima caciara assurda anche il voodoo e la magia nera, praticate d Christy, che teme la morte del suo compagno in qualsiasi momento (motivo per cui vuole che cambi vita insieme a lei).
L’inesperienza di quelli che solitamente in questo caso chiamiamo ‘attori’ (ma che in realtà hanno all’attivo nel loro curriculum solo Deadbeat at Dawn), in questo caso aiuta perché rende il tutto ancora più spontaneo. Sarebbe inutile soffermarsi, nel caso di una pellicola simile, su una recitazione scadente.
L’immagine di Goose, il quale, una volta perduto il suo amore, si reca a casa di suo padre – un eroinomane dispotico, cospirazionista e possibilmente anche ex militare – è inquietante: da un momento all’altro l’uomo potrebbe uccidere il figlio in un’esplosione di idiozia e ignoranza. È talmente preso dalla sostanza stupefacente (che lui chiama “Nirvana”, nome che ripete più volte) che non riconosce il ragazzo e, anzi, a causa della sua ossessiva dipendenza, gli estorce dei soldi e lo costringe ad andar via.
Ancora, gli esagerati scontri che avvengono per la città esaltano la degradazione urbana presente, con teste che volano via, ossa maciullate, arti strappati, ferite e danni senza alcun senso di esistere. Per non farci mancare nulla, in una tavola calda un uomo decide di ordinare ben due colazioni e offende malamente la cameriera, perché a detta sua l’altra porzione è “per Gesù”, e per presunta legge il locale non può sottrarsi ad adempiere a questa richiesta.
Si tratta – come avrete capito – di una pellicola realizzata con un budget estremamente basso, ridotto davvero all’osso, ed è anche l’opera prima di Jim Van Bebber. Il consiglio di recuperare questo film (inedito purtroppo sul nostro mercato home video), oltre che per mera curiosità, va soprattutto a quegli spettatori che amano gli scontri tra gang, l’exploitation dal sapore 80s e la violenza esagerata e insensata. Per entrare nel giusto mood consiglio un paio di titoli non distanti da Deadbeat at Dawn come spirito: Vigilante (1982) di William Lustig e Combat Shock (1984) di Buddy Giovinazzo.
Tirando le somme quindi, Deadbeat at Dawn è un’opera che incarna l’essenza dell’exploitation più pura, quella truce, anticonformista e assolutamente immorale e che tratta una storia all’apparenza semplicissima (quasi banale) in maniera grottesca e sgangherata, facendo uccidere criminali a vicenda a mani nude, con armi da fuoco, con oggetti contundenti, nunchaku e – perché no – anche shuriken, le tipiche stelline dei ninja.
Ad un certo punto ci si chiede se quello che sta accadendo sia solo frutto delle paranoie da LSD del protagonista o se stia accadendo realmente, in questo connubio incredibile di incubo e pazzia. Vi sembra poco?
Di seguito trovate il trailer internazionale di Deadbeat at Dawn:
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