Voto: 6.5/10 Titolo originale: Deep Rising , uscita: 30-01-1998. Budget: $45,000,000. Regista: Stephen Sommers.
Recensione story | Deep Rising – Presenze dal profondo di Stephen Sommers
08/08/2020 recensione film Deep Rising - Presenze dal profondo di Giuseppe Rocca
Nel 1998 Famke Janssen e Treat Williams erano i protagonisti di un fanta-horror tutto azione e mostri in CGI, un b-movie R-rated divertente e con qualche scena bella tesa
Nella prima metà degli anni ‘90 il regista Stephen Sommers (La mummia, Van Helsing, La mummia – Il ritorno) iniziò a scrivere una sceneggiatura inizialmente intitolata originalmente Tentacle. Il progetto successivamente inizia a prendere vita, Sommers completa lo script e nel 1998, circa un mese dopo l’uscita (in alcuni paesi, tra i quali l’Italia) di Titanic di James Cameron, esce Deep Rising – Presenze dal profondo.
Da qui in poi, state per entrare in zona spoiler, occhio.
Sostanzialmente, si tratta di un film molto semplice e dalla trama basilare, ma nonostante questo rimane uno dei migliori film a basso budget (e non solo) a tema “creature marine assassine”.
John Finnegan (Treat Williams) è un pilota di barche e insieme al suo meccanico Joey Pantucci (Kevin J. O’Connor) e alla ragazza di quest’ultimo, Leila (Una Damon) accetta un contratto da dei loschi figuri armati, capitanati dal pericoloso Hanover (Wes Studi). Lo scopo di questi mercenari è raggiungere l’Argonautica, una gigantesca quanto lussuosa nave da crociera, con l’obiettivo di ripulire la cassaforte al suo interno e di affondare poi l’imbarcazione, così che il loro complice a bordo, niente di meno che il capo del mezzo marittimo Simon Canton (Anthony Heald), possa riscuotere anche i soldi dell’assicurazione.
Tutto sembra procedere secondo i piani, peccato che la tensione creatasi poco prima di arrivare tra i mercenari e Finnegan con i suoi assistenti, aumenti quando una volta arrivati a bordo sembra che i passeggeri siano scomparsi nel nulla. Vengono ritrovati solo Trillian James (Famke Janssen) – un’astuta ladra e truffatrice – Canton e il capitano Atherton (Derrick O’Connor). Gli ultimi due parlano di strani “tentacoli” che hanno infestato la nave…
Deep Rising – Presenze dal profondo è quasi un videogame. Un grande VG di sopravvivenza in terza persona ambientato su una grossa nave e abbastanza palesemente debitore di Alien / Aliens. Una volta arrivati a bordo dell’enorme transatlantico in pieno mare aperto, Finnegan e Pantucci capiranno ben presto che i mercenari di Hanover sono l’ultimissimo dei problemi.
Stephen Sommers scrive e dirige il tutto con mano sicura ed esperta, riuscendo a creare numerosi momenti di pura tensione. Nella prima parte gli attacchi delle creature avvengono senza che lo spettatore veda praticamente nulla, ma sono sequenze costruite talmente bene che rendono moltissimo ugualmente e ancora oggi, dopo ben 22 anni. L’intero gruppo viene totalmente assediato all’interno dell’Argonautica, mentre il battello di Finnegan è fuori uso, i sistemi dell’enorme cargo sono tutti offline e non vi è modo di ripararli, perché sono stati distrutti volutamente da Canton poco prima.
Il cast del film è largamente assortito, spazia tra caratteristi e buoni attori, oltre alla bella e brava Famke Janssen (X-Men, GoldenEye, Il mistero della casa sulla collina). Treat Williams (Sbirri oltre la vita, Hair, The Phantom) e Kevin J. O’Connor (La mummia, Van Helsing, Fiori d’acciaio) fanno morire dal ridere, con battute su battute, tra l’altro quest’ultimo molte delle frasi le improvvisava durante le riprese, senza che fossero presenti nella sceneggiatura originale. Wes Studi (Heat – La sfida, L’ultimo dei mohicani, Street Fighter – Sfida finale) invece sempre bravo, si diverte anche lui questa volta nel suo ruolo, ma comunque serio e professionale come al solito. Ad Anthony Heald (Il silenzio degli innocenti, Red Dragon, 8mm – Delitto a luci rosse) tocca anche il ruolo del cattivo, parte in cui sembra trovarsi piuttosto bene.
Anche se piuttosto ignorante, tra l’altro, l’atmosfera generale di Deep Rising – Presenze dal profondo, con una tempesta in corso, è allo stesso modo molto inquietante e, inizialmente, non sapendo cosa stia esattamente infestando la nave, è ancora più da brividi. Di tanto in tanto, però, si ci mettono Williams e O’Connor (ma non solo) a smorzare la serietà e la tensione. Dunque questo lo si può considerare sia un vantaggio che uno svantaggio, dipende se adorate film troppo seri o se vi piacciono anche i film tamarri e cafoni.
Uno degli elementi più interessanti di Deep Rising, tuttavia, è senza ragion di dubbio le creature marine. Si parla di antichi discendenti mutanti dell’ottoia profilica, un verme ormai estinto e della cui specie si riconoscono circa 1.500 esemplari. Tuttavia, questi esseri tentacolari sono anche molto simili al verme di Bobbit (vedi Eunice Aphroditois), un predatore acquatico che può raggiungere una lunghezza di tre metri. Il mostro finale, però, è di palese lovecraftiana memoria e, anzi, sembra proprio essere uscito da uno degli episodi dell’horror antologico Necronomicon – Book of the Dead (Brian Yuzna, Christophe Gans, Shusuke Kaneko, 1993).
Deep Rising – Presenze dal profondo è un fanta-horror anche molto crudo e violento (non propriamente splatter, ma comunque R-rated), con delle scene di morte davvero niente male, tipo quella di Wes Studi, che a quanto pare per l’attore fu anche una scena piuttosto difficile da girare. In generale, le riprese furono comunque dure per tutti, visto che lo stesso Studi si tagliò una mano con un vetro rotto semplicemente nuotando.
Il gran finale riservato agli spettatori è spettacolare e altamente pirotecnico, con tanto di fuga a bordo di una moto d’acqua di un colore più sgargiante che mai e con annesso l’approdo su un’isola nel bel mezzo del mare, probabilmente neanche segnata sulle mappe e – stupidamente – senza la possibilità di chiamare aiuto. I problemi non finiscono qui, perché pare che quella nella nave fosse solo una delle tante amichette che abitavano i fondali marini, così Finnegan può uscirsene con la sua memorabile “Ok, e adesso?”. Il trofeo per la miglior battuta del secolo, comunque, va sempre a Treat Williams / Finnegan che, alla vista del bestione marino finale / boss della situazione (anch’esso creato da Rob Bottin) esclama uno spudoratissimo “Ecco una cosa che non si vede tutti i giorni!”, per poi iniziare ad aggredire l’orrendo e bestiale nemico a colpi di fucile a canne mozze.
In conclusione, Deep Rising – Presenze dal profondo è un B-movie molto divertente e pieno di azione, magari con alcune esagerazioni nella narrazione, ma comunque un film che a distanza di più di venti anni si difende ancora bene, nonostante le creature siano invecchiate un po’ male.
Purtroppo sono state realizzate quasi tutte esclusivamente in computer grafica e, rivedendole oggi, sembra di guardare dei mostri degni delle più mediocri cutscene dei videogiochi. Poco da invidiare alla famigerata Asylum, insomma. Inoltre, visto il finale, era probabilmente stato già pensato un sequel, purtroppo mai realizzato.
Il film costò circa 45 milioni di dollari ma, senza girarci troppo intorno, fece flop al botteghino, incassandone appena 11,2. Per fortuna con il tempo Deep Rising – Presenze dal profondo è stato molto rivalutato ed è ora da annoverarsi tra le migliori fatiche di Stephen Sommers. Oltre a tutto questo, bisogna anche ricordare le ottime musiche del maestro Jerry Goldsmith, compositore per registi del calibro di Ted Kotcheff (Rambo) e Paul Verhoeven (Atto Di Forza e Basic Instinct).
Se anche voi amate Deep Rising, e già non li conoscete, potete approfondire questo sottogenere recuperando Leviathan (George Pan Cosmatos, 1989), The Rig (Peter Atencio, 2010), Creatura degli abissi (Sean S. Cunningham, 1989) e Blu profondo (Renny Harlin, 1999).
Al momento sfortunatamente non è reperibile su nessuna delle piattaforme streaming, e – peraltro – il DVD italiano è ormai fuori catalogo da tempo. Si può sperare solo in una futura riedizione, oppure si può puntare una qualche edizione estera dal prezzo più abbordabile.
Di seguito il trailer internazionale di Deep Rising – Presenze dal profondo:
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