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Voto: 6.5/10 Titolo originale: Nikita , uscita: 21-02-1990. Budget: $8,538,703. Regista: Luc Besson.

Recensione story: Nikita di Luc Besson, con Anne Parillaud (1990)

21/11/2022 recensione film di Gioia Majuna

Il regista francese tornava nei cinema con un poliziesco brullo e iperreale che introduceva una anti-eroina capace di conquistare il pubblico

Anne Parillaud in Nikita (1990)

Si può dire che il 1990 sia stato un anno assai propizio per le donne poliziotto al cinema. Dopo Doppia identità di Sondra Locke e appena prima di Blue Steel – Bersaglio mortale di Kathryn Bigelow, arrivava infatti nelle sale il francese Nikita (La femme Nikita) che, garante il fascino della brava Anne Parillaud, appena uscita da Che ora è di Ettore Scola, un crime thriller urbano che aveva fatto breccia nel cuore di 850 mila parigini (come riportano le cronache stupite del tempo).

Sarà perché la protagonista, di professione drogata e delinquente comune, è un avanzo della società che ci chiama complici; sarà perché la storia, scritta dallo stesso Luc Besson, fa andata e ritorno dal poliziesco al ‘surreale’; sarà perché le atmosfere di una Parigi livida e notturna gioca a favore della riuscita complessiva, ma Nikita regala momenti di grande qualità.

nikita film 1990 posterQuel che seduce il pubblico è forse il tentativo che questa ragazza fa per riciclarsi, dopo un finto suicidio, concedendosi in ostaggio alla polizia francese, che ne fa una specie di super agente segreto con licenza di uccidere, senza sapere chi. Vai e spara.

E ancora di più piace – probabilmente – che, dopo aver premuto i grilletti, tastato il computer, imparato il karate e messo il silenziatore al cuore, la spietata Nikita ritrovi l’affetto nei panni di un istruttore (l’efficace Tcheky Karyo) e l’amore nei panni di un paziente cassiere di supermarket, tenendosi in equilibrio su questa doppia vita.

Colpo dopo colpo, arriverà quello che va a finir male, putiferio all’ambasciata, in una scena non felice. Conviene fuggire. Ma il regista lascia i due uomini che hanno amato la 007 in un finale aperto.

Luc Besson, al tempo già celebrato per Le dernier combat e Subway (mentre Le grand bleu era ancora nelle maglie del processo di Maiorca), sembra guardare sia all’Arancia Meccanica di Stanley Kubrick sia al Blade Runner di Ridley Scott, e porta un tassello al quadro della disumanizzazione della società, puntando non sul verosimile del poliziesco quanto sull’iperreale.

Non solo, ma l’allora trentatreenne Luc Besson controlla gli svincoli sentimentali (e così la prima parte è più bella e rigida rispetto alla seconda, quando si rischia perfino il viaggio a Venezia con gondola) e si inventa, per una eroina fanta-poliziesca, uno scenario da incubo che si inabissa nel ‘grand noir’.

Eppure, la qualità migliore di Luc Besson non è certo la sceneggiatura, è quella di rimescolare i generi e di agire sugli stimoli sensoriali più che su quelli razionali. L’apparizione di Jeanne Moreau, che dà consigli femminili, è davvero un’apparizione, e Jean-Hugues Anglade è gentile e sensibile come sempre, ma chi si segnala è l’ispiratrice unica Anne Parillaud, una Anna Karina del Duemila.

E Nikita (il titolo è un ‘regalo’ di Sir Elton John) è un film da leggere in controluce, nella sua vena oscura, nella tenerezza corazzata di violenza. Il suo segreto, come dice Luc Besson, sta nel fatto che esemplifica la distanza siderale che c’è tra l’uomo e la legge, tra l’essere umano e la società.

Di seguito trovate il trailer internazionale di Nikita: