Voto: 5.5/10 Titolo originale: The Visit , uscita: 10-09-2015. Budget: $5,000,000. Regista: M. Night Shyamalan.
Recensione story: The Visit di M. Night Shyamalan (2015)
03/04/2022 recensione film The Visit di Marco Tedesco
Olivia DeJonge e Ed Oxenbould sono i giovani protagonisti di un horror velato di ironia girato con la formula del found footage, coi relativi limiti
Due distinti problemi di esecuzione impediscono a The Visit, il film che nel 2015 segnava il “ritorno” sulle scene di M. Night Shyamalan dopo il flop di After Earth, di essere qualcosa di più dell’ennesimo titolo deludente di una filmografia che stava all’epoca diventando piuttosto disomogenea.
Nonostante una premessa promettente e un efficace “colpo di scena alla Shyamalan”, questo horror a basso budget (appena 5 milioni di dollari) si rivelava infatti ancora sottotono per gli standard dei bei tempi andati, con lo sceneggiatore e regista de Il Sesto Senso che faceva di tutto per diventare il peggior nemico di se stesso con le scelte fatte nel portare The Visit sul grande schermo.
Forse, la prima cosa che lo spettatore deve decidere è se prendere The Visit sul serio o meno. È stato inteso come una commedia/parodia del genere oppure come un film dell’orrore ‘legittimo’? Le risate suscitate, la maggior parte delle quali appaiono intenzionali, sosterrebbero la prima ipotesi. Per la maggior parte della sua durata, ci sono tutte le caratteristiche di una satira con tocchi ironici.
Purtroppo, verso la fine, The Visit subisce un cambiamento di tono così drammatico che il colpo di frusta per chi guarda è inevitabile. È quasi come se M. Night Shyamalan, temendo che il pubblico non sarebbe riuscito a rapportarsi con la sua visione originale, abbia deciso di virare bruscamente rotta verso qualcosa di ‘sicuro’. Questa scelta non può che apparire come un tradimento, un sabotaggio di qualsiasi dose di limitata benevolenza che i primi 75 minuti avevano sviluppato.
Per quanto straordinario sia questo problema, non è niente in confronto alla sconcertante decisione di M. Night Shyamalan di fare di The Visit un’escursione nel found footage. Per ragioni note solo al cineasta, il film viene presentato in prima persona, come fossero spezzoni di un documentario amatoriale.
Quindi, sì, questo The Visit è l’ennesimo horror in cui i personaggi sfidano ogni logica e trovano sempre un modo per tenere accesa una telecamera. Una volta ogni tot anni, un film found footage ha trovato una ragione legittima per essere presentato in questo modo – vengono facilmente alla mente The Blair Witch Project e il primo capitolo della saga di Paranormal Activity – ma, per la maggior parte, questo approccio è diventato odioso sia per gli aderenti al genere che al pubblico più in generale.
Con la sua cinepresa ‘traballante’, è più adatto a indurre nausea che reale inquietudine. Nel caso specifico di The Visit, è una distrazione costante. Ma forse è questo il punto – gli spettatori concentrati sul posizionamento della macchina da presa sono meno propensi a chiedersi se la narrazione abbia un senso.
La maggior parte della storia si svolge in una zona rurale della Pennsylvania dove due ragazzini di Philadelphia, Becca (Olivia DeJonge) e Tyler (Ed Oxenbould), stanno trascorrendo una settimana invernale in compagnia dei nonni di cui sanno ben poco, Nana (Deanna Dunagan) e Pop Pop (Peter McRobbie), così che la loro madre (Kathryn Hahn) possa andare in crociera con il suo fidanzato.
Molto viene fatto sul fronte della difficile storia familiare a monte: la mamma non vede i suoi genitori da ben quindici anni, da quando è scappata per fuggire con un fidanzato ‘inappropriato’. Il successivo abbandono della moglie e dei due figli da parte dell’uomo ha lasciato profonde cicatrici emotive, che sono alla base di vari elementi drammatici e discutibili.
Il regista attinge ai ricordi nostalgici e ai sentimenti che molti adulti provano riguardo al trascorrere una settimana con i nonni. In parte avventura e in parte viaggio nel tempo, queste vacanze ricordano ai più giovani che i vecchietti possono vivere nel loro stesso mondo, ma che sono spesso un po’ indietro coi tempi e aderiscono ad abitudini formate quando la società era diversa.
Nana sembra passare ogni ora di veglia a cucinare, ma le sue abitudini notturne sono assai inquietanti (per non dire altro). Nel frattempo, Pop Pop ama tagliare la legna, ma che cosa avrà nascosto nel vecchio capanno che, nelle parole di Tyler, “puzza di culo”?
Per un po’, The Visit fa un lavoro intelligente nel prendere in giro il modo in cui i film horror calano un cast sinistro in situazioni apparentemente banali.
A volte, soprattutto all’inizio, The Visit è un film divertente. Funziona meglio come satira e, almeno a un certo livello, questa è l’intenzione di M. Night Shyamalan. La maggior parte dell’umorismo è calcolato e non il risultato di una cattiva recitazione o di contorsioni della trama oltraggiosamente mal scritte.
M. Night Shyamalan potrebbe aver cercato di ricreare ciò che Wes Craven aveva raggiunto con Scream – una fusione perfetta tra dark comedy e sani spaventi – ma la miscela non lega e l’approccio in POV è sufficientemente fastidioso da rendere improbabile che a qualcuno interessi abbastanza da rivederlo in futuro.
Detto questo, bisogna ammettere che il colpo di scena coglie nel segno. Difficile aspettarselo, ed è così sobrio che gli spettatori difficilmente lo vedranno in anticipo. Per quanto sia intelligente, tuttavia, proprio a questo punto il film inizia ad andare fuori controllo.
Al di là di tutto, comunque, il botteghino ha ampiamente pagato per questo esperimento (quasi 100 milioni di incassi), spianando la strada al ritorno di M. Night Shyamalan tra i nomi caldi di Hollywood.
Di seguito trovate intanto il full trailer di The Visit:
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