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Voto: 6.5/10 Titolo originale: Into the Night , uscita: 22-02-1985. Budget: $11,400,000. Regista: John Landis.

Recensione Story | Tutto in una notte di John Landis

24/06/2021 recensione film di William Maga

Nel 1985, Michelle Pfeiffer e Jeff Goldblum erano gli improbabili - e affiatati - protagonisti di una thriller comedy ricca di partecipazioni speciali e ritmatissima, una divertita lettera d'amore per il cinema caro al regista

tutto in una notte film goldblum 1985

Mai tornare a casa dal lavoro prima del tempo, si rischiano brutte sorprese. Come già accadeva al giovane attorucolo di Omicidio a luci rosse (1984), anche l’Ed Okin di Tutto in una notte (Into the night), rincasando anticipatamente, scopre che la moglie se la sta spassando con un altro uomo nella loro camera da letto. Ma Ed (Jeff Goldblum) ha troppi problemi per essere geloso: è spento, annoiato, soffre di insonnia, ha rinunciato a sognare, si sente vuoto dentro. Persino sul lavoro (è ingegnere aerospaziale) comincia a fare cilecca.

Nel 1985, John Landis tornava sulle scene con un film che parte proprio così, sotto tono, come una commedia agra sui comportamenti di certa middle-class americana. Colazioni veloci, file sull’autostrada, computer, routine familiare. Ma la notte no, la notte a Los Angeles è una finestra spalancata sull’imprevisto. E infatti, durante una delle sue peregrinazioni notturne all’aeroporto, lo sbiadito ingegnere inciampa finalmente nell’avventura (o forse è un sogno): una splendida fanciulla bionda. Diana (Michelle Pfeiffer), inseguita da quattro killer scalmanati della Savak, gli piomba sul cofano della Toyota nuova di zecca e lo supplica di scappare a tutta birra.

tutto in una notte film poster 1985È l’incipit di una fuga mozzafiato in stile Un bacio e una pistola che trascinerà lo sbalordito (ma incuriosito) Ed da un capo all’altro della metropoli californiana, tra sparatorie, inseguimenti, incontri pericolosi e camuffamenti. Il bello è che l’ingegnere, sempre più arzillo, ci prende gusto. Tutti quei morti, quelle spie, quel trabocchetti (ci sono di mezzo gli smeraldi della corona dell’ex Scià di Persia) sono una terapia salutare contro l’insonnia: alla fine della storia, esausto e miliardario, il nostro uomo dormirà ben 24 ore di seguito.

Thriller burlesco, in bilico tra comicità slapstick, tipo torte in faccia, e orrore iperrealista, Tutto in una notte è sostanzialmente un bizzarro omaggio al cinema che John Landis ama(va) di più. Ma è un omaggio sui generis, che non passa attraverso le solite genuflessioni e citazioni colte. No, il procedimento usato dall’allora trentacinquenne regista di Animal House è un altro, più scanzonato e sofisticato insieme.

Trattandosi di un sogno ad occhi aperti (in fondo Ed Okin non fa che evadere dal tran-tran quotidiano), John Landis ha pensato bene di arruolare come attori diciassette registi hollywoodiani di ieri e dell’altroieri, cucendo addosso ad ognuno di essi un personaggio dell’intricata vicenda. Cinema nel cinema, ovviamente, ma in allegria, secondo una tecnica che manipola gustosamente i manipolatori di sogni (il bisticcio è voluto).

Ecco allora che, nel corso della loro pericolosa fuga notturna attraverso quel moderno regno dello chic e della futilità che è Los Angeles, Ed e Diana incontreranno una serie di tipi e tipacci dai volti familiari: Roger Vadim (è un mellifluo criminale francese), David Bowie (la spia inglese), Jack Arnold (l’uomo in ascensore con il cane), Paul Mazursky (il produttore sporcaccione), Don Siegel (il vecchietto che esce dalla toilette con la vamp seminuda), Lawrence Kasdan (il poliziotto maldestro), Jonathan Demme (un altro agente), Paul Bartel (il portiere dell’hotel), David Cronenberg e Dan Aykroyd (colleghi d’ufficio), Cari Perkins (il gorilla assassino), lo stesso Landis (il killer con barba e occhiali), eccetera eccetera …

Il gioco è scoperto, ma quasi mai oppressivo (a parte le scontate citazioni di Gianni & Pinotto e Bela Lugosi), perché tenuto costantemente sui binari dell’avventura che i due fuggiaschi continuano a vivere nell’avvolgente buio della notte. Una notte senza fine, giacché una volta salvi e pieni di dollari i due, ormai divenuti amanti, prenderanno il primo aereo per il Sudamerica, rinunciando così a tornare nella mediocre realtà di tutti i giorni.

Meno esplosivo di Blues Brothers, più soffice e allusivo di Una poltrona per due, Tutto In una notte è, insomma, una dichiarazione d’amore per il cinema che stimola il sorriso: se si entra nel meccanismo (complici le conturbanti musiche di B.B. King e la magia delle tenebre) il divertimento è assicurato, altrimenti peggio per voi.

Un cenno, infine, al due attori protagonisti: lui, Jeff Goldblum (reduce da Le avventure di Buckaroo Banzai nella quarta dimensione), sfodera uno charme volpino e vagamente stolido destinato – non a caso – a fare moda; lei, Michelle Pfeiffer (Scarface, Lady Hawke) incarna il prototipo della classica bionda hollywoodiana di celluloide, misteriosa e seducente, capace di trasformare in eroe anche l’ultimo dei travet.

Di seguito il trailer internazionale di Tutto in una notte: