Reine Swart è una giovane neomamma in preda a una visionaria depressione post-parto nell'horror sudafricano sapientemente sospeso tra allucinazione e demoniaco
Cupo e profondamente disturbante, The Lullaby (conosciuto anche col titolo Siembamba) di Darrell Roodt (Skorokoro) riesce perfettamente a concretizzare i fantasmi di una mente stravolta e sempre più in preda alla psicosi, quella di Chloe van Heerden (Reine Swart), una giovane madre che sprofonda nella follia.
“La maternità è dura, prima lo realizzi, meglio sarà“. Con questa affermazione la glaciale Ruby sprona Chloe ad abbandonare ogni lagnanza e a iniziare a dedicarsi al figlio. Indubbiamente la reiterata privazione di sonno causata da un pianto continuo, o alcune attività che risultano addirittura dolorose, come usare il tiralatte, possono essere traumatizzanti per chiunque, ma per la protagonista di The Lullaby quello che è per altri solo fonte di stress è causa di una gravissima depressione post-partum, che oscilla tra l’ossessione di proteggere il proprio infante e accessi di aggressività, in cui immagina di ucciderlo! Darrell Roodt, che ha una notevole esperienza dietro la camera da presa e molti film all’attivo tra cui Prey – La caccia è aperta e City of Blood, riesce perfettamente a dare forma a tale delirio, mantenendo anzi incerto lo spettatore sulla natura stessa delle macabre fantasie della neomamma. Difatti, l’inquietante presenza fantasmatica che sprona la ragazza a compiere atti indicibili rimane per molto minutaggio sospesa tra proiezione psichica ed elemento paranormale, quale entità che emerge dal fosco passato della zona per tormentare Chloe. Per rendere la percezione deviata di quest’ultima, il regista inoltre ricorre a una serie di sequenze altamente distorsive, in un crescendo che coincide con il degenerare di lei. Inizialmente sono solo sporadiche allucinazioni visive, quale una mela che sanguina o una figura in nero che incombe alle spalle e sulla culla, poi gradualmente l’immagine filmica, come il suo vissuto stesso, si fa sempre più brutale e distante dalla realtà, fino a giungere a sequenze del tutto deformate. Il disturbo visivo è rappresentazione diretta così del disturbo psichico. L’apice è dato dalla violenta sequenza finale, in cui il tangibile e l’irreale si fondono e alternano con ritmo costante.
In definitiva, The Lullaby ci dimostra una volta in più che non solo dalla produzione americana o europea arrivino buoni horror e che il Sudafrica cela tesori purtroppo trascurati dalla nostra distribuzione…
Di seguito trovate il trailer originale: