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Titolo originale: Blackhat , uscita: 13-01-2015. Budget: $70,000,000. Regista: Michael Mann.

Riflessione: Blackhat, una sceneggiatura incompresa e un flop tutta colpa di Mann

05/11/2024 news di Redazione Il Cineocchio

Il regista ha ripensato con grande lucidità al cyber thriller del 2015 con Chris Hemsworth

Chris Hemsworth in Blackhat (2015)

Blackhat, cyber-thriller del 2015 diretto da Michael Mann, , con il suo stile visivo freddo e il tono ultra-serio, ha chiaramente cercato di aggiornare i film di spionaggio informatico per una nuova generazione.

Era passato molto tempo da pellicole come Hackers e The Net, e i cyber-guerrieri, insieme ai loro strumenti, apparivano ora molto diversi.

La trama segue Chen Lien (Tang Wei), ingegnere informatico, e suo fratello, l’ufficiale di polizia Dawai (Leehom Wang), mentre indagano su una serie di gravi violazioni della sicurezza informatica in Cina. Scoprono infine che il codice segreto usato per hackerare i loro sistemi era stato scritto da Nicholas Hathaway (Chris Hemsworth), ex compagno di stanza di Dawai al MIT e noto hacker, che però non è il vero responsabile. Hathaway, detenuto per aver violato i sistemi bancari, viene quindi rilasciato e arruolato per aiutare le autorità a scovare il vero colpevole.

Blackhat (2015) film posterCon un ritmo lento, una fotografia opaca e una trama difficile da seguire, Blackhat deluse gran parte della critica, che lo definì addirittura uno dei peggiori film dell’anno. Mann cercò di infondere il suo tipico realismo fumoso nella pellicola, ma Blackhat risulta uno di quegli esempi in cui un approccio più lineare avrebbe probabilmente valorizzato meglio il materiale.

Stroncato dalla stampa (con un 32% di approvazione su Rotten Tomatoes) e fallimentare al botteghino, il film incassò solo 19,7 milioni di dollari su un budget di 70 milioni, dimostrando che Chris Hemsworth, allora noto per il ruolo di Thor nel MCU, non riusciva ancora a sostenere un film da solo. Con un incasso deludente, Blackhat rimane il secondo film meno redditizio di Hemsworth, superato solo dall’oscuro Ca$h del 2010.

Nel 2023, in un’intervista a Variety, Michael Mann si è però assunto tutta la responsabilità per il flop di Blackhat, ammettendo che la sceneggiatura, scritta da Morgan Davis Foehl, avrebbe beneficiato di ulteriori revisioni. Ha anche suggerito, forse con un pizzico di orgoglio, che Blackhat fosse troppo accurato.

Prima dell’uscita di Blackhat, si era vociferato che fosse la rappresentazione più realistica degli hacker mai vista al cinema. L’hacking, lontano dall’essere stilizzato e appariscente come in Hackers del 1995, è qui infatti presentato in modo sobrio. Mann fece molte ricerche e veri professionisti della sicurezza informatica notarono quanto il film fosse fedele alla realtà, sia per il comportamento degli hacker sia per il funzionamento effettivo dei computer nel 2015.

Questa accuratezza, tuttavia, ha forse sacrificato il dinamismo cinematografico. Mann ha suggerito che il pubblico non fosse pronto per un cyber-thriller grigio e monotono, sottolineando che molti spettatori si aspettavano ancora storie cyber-pulp spettacolari. Come disse a Variety:

È colpa mia. La sceneggiatura non era pronta per essere girata. Il soggetto era forse troppo ‘avanti’ per il pubblico, poiché molti pensavano che fossero solo fantasie. Sbagliato. Tutto è assolutamente accurato.

Michael Mann ha addirittura cercato di ‘migliorare’ Blackhat per una proiezione del 2016 alla Brooklyn Academy of Music, accorciando alcune scene, aggiungendone di nuove e spostando una delle violazioni informatiche principali a metà film. Successivamente, ha realizzato una director’s cut trasmessa su FX nel 2017, diffusa in home video solo nel 2023.

Blackhat potrebbe avere un futuro come ‘case study’ per gli studenti di montaggio, o come esempio per chi cerca la massima accuratezza nei cyber-thriller.

Di seguito una scena clou di Blackhat: