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Titolo originale: The Texas Chain Saw Massacre , uscita: 11-10-1974. Budget: $140,000. Regista: Tobe Hooper.

Riflessione: Non Aprite Quella Porta, le ispirazioni di Hooper per il classico del 1976

17/12/2024 news di Redazione Il Cineocchio

Cosa ha generato Leatherface e la famiglia Sawyer?

Quando si parla di Non Aprite Quella Porta (The Texas Chain Saw Massacre), molti associano immediatamente il film a una storia vera, soprattutto grazie al marketing che ci ha girato intorno da subito.

Eppure, purtroppo per i fan del vero orrore, non esiste un serial killer texano con il nome di Leatherface, né una famiglia di cannibali chiamata Sawyer. Tuttavia, il film ha in effetti delle radici in crimini reali che hanno alimentato la fantasia di Tobe Hooper (regista) e Kim Henkel (sceneggiatore).

Se non c’è una “vera” famiglia Sawyer, il film è comunque ispirato a figure macabre come Ed Gein e Elmer Wayne Henley, che hanno lasciato un segno indelebile nella cronaca nera americana.

Ed Gein: il vero volto dietro Leatherface

Il primo riferimento per il personaggio di Leatherface è senza dubbio Ed Gein, una delle figure più macabre nella storia del crimine statunitense. Gein, conosciuto anche come “Il macellaio di Plainfield“, viveva in un piccolo paese del Wisconsin ed è noto per la sua spaventosa abitudine di esumare i corpi dalle tombe per creare “souvenir” macabri.

Tra le sue creazioni più disturbanti c’erano maschere fatte con la pelle umana, mobili con ossa e teschi umani e altri oggetti raccapriccianti. Sebbene non fosse un cannibale nel vero senso della parola, la sua ossessione per il corpo umano, e in particolare per la pelle femminile, è alla base di molte delle creazioni di Leatherface nel film.

Leatherface 1974 Non aprite quella portaNel film, vediamo Leatherface indossare una maschera fatta di pelle umana e creare decorazioni per la casa usando ossa umane, elementi che ricordano le atrocità compiute da Gein.

Ma chi era davvero Ed Gein? Noto per la sua psicologia disturbata, Gein è stato arrestato nel 1957 dopo aver ucciso una donna, Bernice Worden, e averne mutilato il corpo in modo raccapricciante. Quando la polizia ha perquisito la sua casa, hanno trovato una serie di oggetti raccapriccianti, tra cui una “tuta” di pelle umana che Gein aveva realizzato con le vittime che aveva dissotterrato.

La sua ossessione per la madre, che vedeva come un’icona puritana, lo ha portato a creare una sorta di “rituale” macabro che ha ispirato non solo Leatherface, ma anche il personaggio di Norman Bates in Psycho e Hannibal Lecter in Il silenzio degli innocenti. Gein è stato ricoverato in un ospedale psichiatrico e morì nel 1984. Sebbene non fosse un cannibale, la sua fascinazione per la pelle e per la morte ha avuto un impatto enorme sul cinema horror.

Elmer Wayne Henley: un altro killer texano

Sebbene Ed Gein sia la figura centrale che ha ispirato l’aspetto macabro di Leatherface, non bisogna dimenticare Elmer Wayne Henley, un altro killer che ha influenzato indirettamente Non Aprite Quella Porta. Henley, un texano che ha operato negli anni ’70, ha fatto parte di un duo criminale insieme a Dean Corll, noto per il suo coinvolgimento in rapimenti, torture e omicidi di giovani ragazzi.

Anche se i crimini di Henley non avevano nulla a che fare con il cannibalismo o la costruzione di maschere di pelle umana, l’approccio psicologico alla violenza e l’indifferenza morale dei suoi crimini hanno avuto un impatto sullo sviluppo dei personaggi del film.

Henley ha ammesso di aver partecipato agli omicidi, ma anche di aver avuto un atteggiamento di “superiorità morale” rispetto alle sue azioni, in un contesto di totale disconnessione emotiva. Questa “schizofrenia morale”, come la definì Henkel, è uno dei tratti distintivi dei personaggi di Non Aprite Quella Porta.

I membri della famiglia Sawyer, pur consapevoli della brutalità delle loro azioni, sembrano oscillare tra un senso di colpa e una totale indifferenza verso la violenza che infliggono alle loro vittime. Henley, dopo aver ucciso Corll nel 1973 per i suoi comportamenti estremi, è stato arrestato e condannato a numerosi ergastoli, ed è ancora rinchiuso.

Ed GeinLa violenza degli anni ’70 e la sua influenza sul film

Tuttavia, la violenza che caratterizza Non Aprite Quella Porta non è solo una riproduzione di eventi reali. La violenza nel film è anche il riflesso di un periodo storico segnato da una crescente disillusione nei confronti delle istituzioni.

Negli anni ’70, gli Stati Uniti vivevano sotto l’ombra della guerra del Vietnam, degli scandali politici come il Watergate, e di una recessione economica che aveva minato la fiducia nelle autorità. La violenza e l’orrore, che prima venivano visti come eccezioni, erano ormai entrati nel quotidiano grazie alla copertura mediatica. Le notizie mostrano scene di guerra in diretta, con immagini violente e reali che bombardano i telespettatori.

Tobe Hooper ha raccontato in più occasioni che l’inspirazione per il film è nata da quel clima di disillusione. La violenza che si vede in Non Aprite Quella Porta non è solo una scelta estetica, ma una riflessione su un’umanità capace di orrore, un orrore che non si trova solo nelle storie di fantasmi o di mostri, ma nella realtà stessa.

Il regista ha anche sottolineato che il film è stato una risposta a come i media trattavano le tragedie, rendendole quasi “normali” nella percezione del pubblico. Questo è il motivo per cui Leatherface indossa una maschera: la violenza, in fondo, è umana, e la maschera è solo un altro modo per esprimere il mostro che è dentro ogni uomo.

I sequel e prequel: l’evoluzione del mito di Leatherface

Con il successo di Non Aprite Quella Porta, sono seguiti numerosi sequel, reboot e prequel che hanno ampliato l’universo di Leatherface. Il secondo capitolo, Non Aprite Quella Porta – Parte 2 (1986), è un film più esagerato e grottesco, con un tono quasi parodico e un sottotesto di vendetta. Altri sequel, come Non aprite quella porta – Parte 3 (1990), hanno cercato di mantenere l’atmosfera inquietante del primo film, mentre nel 2003 è arrivato un remake che ha aggiornato la storia con uno stile più moderno e visivamente spettacolare, ma ha comunque preso spunto dalla realtà dei crimini di Ed Gein.

Nel 2017, la saga ha visto l’uscita di un ulteriore film, Leatherface, un prequel che cerca di raccontare le origini di questo leggendario assassino, ma che si allontana ulteriormente dai crimini reali e si concentra più sulla mitologia del personaggio.

Il trailer di Non Aprite Quella Porta in 4K: