Voto: 8/10 Titolo originale: Spider-Man: Into the Spider-Verse , uscita: 06-12-2018. Budget: $90,000,000. Regista: Rodney Rothman.
Spider-Man: Un Nuovo Universo: la recensione del film d’animazione di Ramsey, Persichetti Jr. e Rothman
19/03/2020 recensione film Spider-Man - Un nuovo universo di William Maga
Peter Ramsey, Bob Persichetti e Rodney Rothman dirigono l'animata, vertiginosa e amorevole ventata d'aria freschissima che non ci si aspetta all'interno dello stanco mondo dei supereroi cinematografici
Difficile scrollarsi di dosso la sensazione di esser stati letteralmente bombardati da Spider-Man nel corso degli anni. Abbiamo in effetti visto ben tre attori diversi – Tobey Maguire, Andrew Garfield e Tom Holland – indossare in sei film (senza contare le scappatelle in casa Marvel dell’ultimo arrivato) il costume dell’arrampicamuri sul grande schermo dal 2002 a oggi.
E ora, con un altro progetto, Spider-Man – Un nuovo universo (Spider–Man: Into the Spider-Verse), che vanta un titolo che promette ancora di più, è comprensibile che alcuni spettatori possano pensare che si sia davvero superato il limite. Tuttavia, questo preconcetto potrebbe far sì che si lascino sfuggire una delle migliori, se non LA migliore, avventure dell’Uomo Ragno arrivate al cinema.
Doppiato in originale da Shameik Moore (Dope), Miles Morales è brillante ragazzino afro-latina cresciuto a Brooklyn che sta affrontando un periodo difficile dopo che ha cambiato scuola, intrappolato tra la voglia di ribellione di quell’età e i rigidi insegnamenti del padre poliziotto (Brian Tyree Henry, Atlanta).
Il suo mondo viene però stravolto quando viene morso da un ragno radioattivo e assiste per caso a un pericolosissimo esperimento quantico condotto dal malvagio Wilson Fisk aka Kingpin (Liev Schreiber) che porta alla morte di Peter Parker / Spider-Man (Chris Pine) e al contemporaneo e imprevedibile arrivo nella sua dimensione di alcuni Spider-Man alternativi da altri universi paralleli.
Miles fa così la conoscenza di un secondo Spider-Man / Peter Parker (Jake Johnson), di Spider-Gwen (Hailee Steinfeld), di Spider-Noir (Nicolas Cage), di Peni Parker (Kimiko Glenn) e di Spider-Ham (John Mulaney). Mentre impara a padroneggiare i suoi nuovi poteri, Miles dovrà anche riuscire ad aiutare i ‘colleghi’ a tornare alle rispettive case e a fermare una volta per tutte Kingpin e i suoi scagnozzi, tra cui spiccano Prowler, Scorpion e Doc Ock.
La folta squadra dietro a Spider-Man: Un Nuovo Universo è guidata da Phil Lord e Chris Miller, acclamati a Hollywood dopo i successi di LEGO movie, di 21 e 22 Jump Street e – in parte – di Solo: A Star Wars Story (prima che venissero messi da parte). Dire che si sono rivelate le persone giuste per questo lavoro è un eufemismo. Lord ha co-scritto la sceneggiatura insieme a Rodney Rothman (22 Jump Street), collaborando poi con un gruppo di registi composto da Peter Ramsey (Le 5 leggende), Bob Persichetti e Rothman stesso.
La lampante differenza rispetto alle precedenti versione per il grande schermo di Spider-Man: Un Nuovo Universo è ovviamente che è animato, ma non solo. L’animazione con cui è stato realizzato è impressionante e assurdamente libera e avanguardistica. Si tratta di una meravigliosa combinazione di estetica disegnata a mano e magie alimentate dalla CGI in 2D e 3D (il budget si aggira sui 90 milioni di dollari) che garantiscono il pieno raggiungimento dell’obiettivo di portare letteralmente in vita i fumetti del personaggio; è come entrare – o essere avvolti – dalle storie lette sugli albi comprati in edicola, rimanere totalmente immersi in quelle tavole ed esplorarle mentre si volteggia tra le pagine. Stando alle fonti ufficiali, il film ha potuto contare sul più grande team di animazione che abbia mai lavorato su un progetto della Sony Pictures, e non è difficile capirlo.
Il livello di attenzione ai dettagli è quasi vertiginoso (i fan di Spidey avranno una giornata campale nell’individuare i numerosi Easter Egg celati in bella vista quando uscirà il DVD / Blu-ray, da Brian Michael Bendis a Bill Sienkiewicz …), e le folli sequenze d’azione sfruttano in modo intelligente lo stile e il medium scelti. Non è un’opera che utilizza semplicemente un certo stile di animazione per il gusto di farlo, come quei film animati che ci fanno domandare se ci sarebbe molta differenza in una traduzione in live-action. Spider-Man: Un Nuovo Universo dimostra che deve proprio essere assaporato in questo formato.
Al di là delle innegabili capacità tecniche e artistiche, la creatività visiva e tutti i soldi del mondo non possono tuttavia sistemare una narrazione e una sceneggiatura poco brillanti. Per fortuna, Phil Lord e Rodney Rothman hanno consegnato ai produttori uno script pieno di amore, arguzia e sentimento.
Miles Morales è quasi istantaneamente un personaggio vincente, meravigliosamente in equilibrio tra serietà e carattere. Affronta momenti piuttosto duri, momenti che hanno un peso emotivo grazie a quanto sia facile preoccuparsi per lui e la sua situazione. I familiari (padre, madre e zio) e la resa di una New York familiare sebbene cartoonesca contribuiscono ulteriormente alla forza magnetica della storia; lo spettatore è irretito, e potrebbe non rendersene conto fino a quando i momenti più drammatici non entrano in gioco.
Anche gli Spider-Man alternativi – pur non essendo centrali – sono resi in modi curati e personalissimi, specie il Peter Parker moro, fuori forma e depresso, che presto diventa un mentore alla Obi-Wan Kenobi. La sua relazione col giovane Morales garantisce una delle sottotrame emotive più forti di Spider-Man: Un Nuovo Universo, che, in fondo – nonostante quello che provi auto-ironicamente a negare – è sia un coming-of-age che una storia delle origini a tutti gli effetti. L’idea di rendere l’Uomo Ragno ‘adulto’ un personaggio di supporto è una delle mosse vincenti di questa versione.
Gwen Stacy spicca per appeal e freschezza e – non a caso – la Sony sta proprio pensando a un suo spin-off. La Spider-gang è adeguatamente completata da Peni Parker e dal suo robot (da Terra-14512), disegnati in perfetto stile manga, dal plumbeo detective Spider-Noir, prelevato direttamente dagli anni ’30 e caratterizzato sui toni del nero e del grigio e dall’esilarante Spider-Ham, apparentemente il più fuori luogo e incoerente del mazzo, ma che funziona benissimo con le sue trovate degne dei Looney Tunes.
Se bisogna trovare a tutti i costi un difetto in questo schema, non è tanto la durata vicina alle 2 ore o la relativa originalità della trama, quanto un problema atavico dell’Universo Cinematografico Marvel: ai cattivi non viene dedicata la giusta dose di tempo e spessore.
Alla tragica backstory del gigantesco Kingpin e alle sue motivazioni vengono lanciati qua e là solo pochi intriganti ammiccamenti, che uno spettatore poco avvezzo al personaggio potrebbe cogliere purtroppo solo superficialmente e che invece avrebbero meritato lo spazio che in fondo c’era. Provare ogni tanto a elevare dalla loro monodimensionalità i villain del caso non significa per forza renderli degli esempi edificanti agli occhi dei ragazzini a cui i cinecomic sono destinati.
In ogni caso, Spider-Man: Un Nuovo Universo è una corsa ipercinetica, coloratissima, esuberante ed emotiva che riesce a trasmettere tutto il suo amore per il tessiragnatele più amato della storia. Con una tonnellata di battute autoreferenziali non compiaciute e strizzate d’occhio all’intera storia editoriale del fumetto creato da Stan Lee (che compare naturalmente in un commovente cameo, sottolineando il vero significato della parola ‘supereroe’) e da Steve Ditko, il film porta con sé l’autoconsapevolezza del business che il marchio si porta inevitabilmente dietro, del suo posto nel tempo e di ciò che il personaggio significa per così tante persone, risultando una gioia per chi occhi e per il cuore e fungendo da vera celebrazione dell’universo intero di Spider-Man.
E sì, c’è una scena post titoli di coda che è già la regina dei meme dei social network del 2019.
Di seguito il trailer italiano di Spider-Man: Un Nuovo Universo:
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