Voto: 6/10 Titolo originale: The Killer , uscita: 22-08-2024. Budget: $30,000,000. Regista: John Woo.
The Killer (2024): la recensione del film di John Woo che rifà se stesso
27/09/2024 recensione film The Killer di Marco Tedesco
Nathalie Emmanuel e Omar Sy sono al centro di un rifacimento che rivede e 'corregge' il classico del 1989, un'operazione contestabile ma non del tutto disprezzabile nel risultato
Se chiedete a un vero appassionato di film d’azione, in qualsiasi parte del mondo con accesso a internet o alla TV via cavo, quale sia il regista più influente di questo genere, sicuramente vi nominerà John Woo.
Non tanto per i pur interessanti esperimenti americani di Senza Tregua, Nome in codice: Broken Arrow, Face/Off o Mission: Impossible 2, quanto per i titoli del suo periodo hongkonghese coi vari Hard Boiled, A Better Tomorrow e, naturalmente, The Killer del 1989.
Il suo ritorno a Hollywood dopo 20 anni con Silent Night (la recensione) era stato accolto per lo più positivamente, ma la decisione di fare un auto-remake proprio di The Killer ha spiazzato tutti. Detto questo, possiamo dire che effettivamente almeno merita il titolo di ‘rifacimento’.
Il nuovo The Killer di John Woo, scritto da Brian Helgeland, Josh Campbell e Matt Stuecken, racconta la storia di Zee, un’assassina che vive a Parigi e lavora per un gangster di nome Finn. Viene incaricata di eliminare Serge e i suoi uomini, che hanno rubato dell’eroina a un principe.
Zee, abile e letale, porta a termine la missione, ma Jenn, una cantante presente sul posto, perde la vista durante la sparatoria. Anche se Finn le ordina di uccidere Jenn, Zee si sente in colpa e decide di risparmiarla. Quando scopre che Finn vuole comunque Jenn morta, Zee diventa allora la sua guardia del corpo. Nel frattempo, Sey, un poliziotto violento, e il suo partner Jax tentano di fermare Coco, compagno di Jenn, coinvolto in una spirale di violenza. Questo porta a uno scontro tra Sey e Zee, scatenando il caos per le strade di Parigi.
Come l’originale, The Killer del 2024 ruota attorno al tentativo disperato di un malvivente di redimersi dopo aver distrutto la vita di una persona innocente. Esplora la presa di coscienza di un poliziotto, che realizza che il sistema per cui lavora è corrotto, e il criminale che insegue segue un suo codice morale.
E, ovviamente, il film è intriso di violenza, religione, droga e … colombe. Ma qual è il senso di questo remake?
Senza entrare nei dettagli, sembra che John Woo volesse dare a questi personaggi tormentati, che aveva creato ispirandosi ai fumetti Spy vs. Spy e a Mean Streets di Scorsese, un lieto fine (spoiler: il film del 1989 ha uno dei finali più strazianti mai visti).
Forse allora John Woo era giovane e rabbioso, ma adesso, a quasi 80 anni, non vuole che i nuovi Ah Jong, Li Ying e Jennie soffrano tanto. Vuole solo che partecipino a qualche “balletto di pallottole”, inseguimenti e un po’ di sangue, per poi arrivare a vivere felici e contenti, e i suoi sceneggiatori lo hanno accontentato. È efficace? Per lo più, sì.
A dire il vero, la remore derivano – comprensibilmente – dal fatto che non si può separare la visione di questo remake dall’originale. È impossibile non cercare le differenze nella storia, nei temi e nei personaggi. L’unica possibilità di imparzialità starebbe nel non conoscere minimamente il classico del 1989.
Ma così non è, e per questo l’esplorazione delle dinamiche tra i personaggi, delle varie poste in gioco e del finale del nuovo The Killer appaiono come una versione annacquata di quanto già visto.
L’azione orchestrata da John Woo è comunque ancora al top, soprattutto in un’epoca in cui pochi, a parte i franchise di Mission: Impossible e John Wick, riescono a fare qualcosa di altrettanto efficace a Hollywood. Anche se la struttura delle scene action nel remake sono simili all’originale, il regista dimostra che, anche alla sua età, è ancora in grado di dire ampiamente la sua nel campo.
La fotografia di Mauro Fiore, il montaggio di Zach Staenberg, la musica di Marco Beltrami, e tutto il team di produzione, stunt e gestione delle colombe meritano inoltre un applauso. Andrebbe solo risolto il problema del frame rate nelle scene al rallentatore.
Il casting di The Killer è interessante quanto le performance di Nathalie Emmanuel e Omar Sy. Un aspetto chiaro dei film di John Woo è la tensione omoerotica tra i personaggi maschili, anche se il regista ha sempre negato intenzioni deliberate in tal senso.
Forse per eliminare queste “accuse”, John Woo e il casting director hanno deciso di rendere il rapporto tra i protagonisti eterosessuale. Nathalie Emmanuel è brillante nel bilanciare la spietatezza e la dolcezza di Zee, e sembra aver eseguito molte delle sue scene di combattimento, il che è lodevole.
Omar Sy è adeguato come gigante gentile, ma pronto a colpire chiunque lo infastidisca. Sam Worthington è un antagonista minaccioso. Ogni volta che uno di loro è sullo schermo, la scena si fa elettrica. Diana Silvers avrebbe meritato più spazio, mentre Eric Cantona, leggenda del Manchester United, resta piuttosto dimenticabile. Gli altri membri del cast, inclusi gli attori che vengono uccisi dai due protagonisti, e gli stuntmen, sono ampiamente dignitosi.
Insomma, non si nega una certa riverenza benevola d’ufficio verso un maestro come John Woo che, all’età di 77 anni, si rimette in gioco rifacendo uno dei suoi titoli più acclamati per dimostrare la sua abilità insuperata con le doppie pistole, le auto capovolte, i coltelli e gli scontri al rallentatore.
Si può rimanere perplessi dall’operazione, ma non troppo dal risultato.
Di seguito trovate il trailer internazionale di The Killer:
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