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Voto: 5/10 Titolo originale: The Munsters , uscita: 27-09-2022. Regista: Rob Zombie.

The Munsters / I Mostri: la recensione del film di Rob Zombie

08/01/2023 recensione film di William Maga

Il regista rilegge il serial degli anni '60 senza centrarne lo spirito, per un risultato bizzarro e sfilacciato

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Abbandonando inaspettatamente i consueti territori horror Rated R per qualcosa di indirizzato alle famiglie, Rob Zombie torna ora sulle scene con un progetto tanto sentito quanto ‘assurdo’, The Munsters, una reimmaginazione che non riesce a dare ai neofiti (e, ovviamente, nemmeno ai fan di lunga data) un’idea del motivo per cui gli spettatori avevano apprezzato la serie del 1964 in primo luogo.

Dopo essere stato ripudiato dal suo creatore e saccheggiatore di cadaveri, il dottor Henry Augustus Wolfgang (Richard Brake), l’esperimento fallito Herman Munster (Jeff Daniel Phillips) viene incoraggiato a entrare nel circuito dell’intrattenimento da circo della Transilvania dall’assistente di laboratorio di Wolfgang, Floop (Jorge Garcia).

Un giorno, ad una esibizione canora di Herman assiste Lily (Sheri Moon Zombie), una vampira in cerca di marito che ha messo gli occhioni su un mostro dalla testa quadrata che ha dei bulloni infilati nel collo. Mentre il padre di Lily, il Conte (Daniel Roebuck), si oppone alla loro unione e cerca in ogni modo di rovinare la nascente relazione, il fratello della donna, Lester (Tomas Boykin), che lavora per la strozzina locale Zoya (Catherine Schell), cerca di approfittare della situazione … e a un certo punto l’azione finisce al 1313 di Mockingbird Lane.

TheMunsters.jpgNon c’è dubbio che lo sceneggiatore / regista / rocker Rob Zombie sia un fan sfegatato della serie I Mostri (trasmessa senza lasciare grossi strascichi anche in Italia), e l’essere riuscito ad accaparrarsi i diritti per realizzare un altro reboot / storia delle origini è per lui stato un sogno che si è avverato.

Fin dalle prime immagini e dai trailer apparsi online mesi fa, tuttavia, i nostalgici e gli estimatori di Rob Zombie hanno praticamente all’unanimità messo in dubbio le qualità – e la necessità – di questa reinterpretazione in Technicolor della sitcom monocromatica degli anni Sessanta. Un po’ come era accaduto un decennio fa col Dark Shadows di Tim Burton.

D’accordo, nessuno si è sorpreso quando il filmmaker 57enne ha affidato alla sua musa e moglie Sheri il ruolo di Lily Munster, ma questo ha comunque lasciato ‘aperti’ molti altri ruoli e molte possibilità, tra cui i cameo di Cassandra “Elvira” Peterson, Sylvester McCoy e Catherine Schell.

In seguito era stato poi annunciato che The Munsters avrebbe bypassato le sale cinematografiche per sbarcare direttamente a Netflix e in Blu-ray, e il fandom ha aspettato tra ansia e curiosità: tale decisione era legata alla qualità intrinseca del film, o Rob Zombie aveva forse realizzato un prodotto ‘invendibile’ al grande pubblico, ma creativamente brillante?

A metà strada tra la sensazione di guardare un pilot televisivo troppo lungo (110 minuti complessivi …) e un programma per bambini che affoga nella nostalgia, The Munsters è – in sostanza – una sequela di riferimenti a I Mostri che, a differenza di Herman Munster stesso, non diventano mai qualcosa di superiore alla somma delle singole parti.

Daniel Roebuck riesce a rendere il “Nonno” più sinistro, l’Herman di Jeff Daniel Phillips ci mette il cuore e Sheri Moon centra il suo cosplay di Lily, ma le scenette casuali che li vedono coinvolti non riescono mai a far collimare i pezzi in una narrazione coerente.

I primi trenta minuti di The Munsters sono presi di peso da Frankenstein Junior, una scelta ardita che comunque non c’entra il punto. Negli anni ’60, l’idea cruciale de I Mostri era che i bizzarri protagonisti fossero in realtà una famiglia perfettamente americana e ‘normalissima’. Rob Zombie invece impiega un’ora per portare i suoi personaggi fuori dal Vecchio Continente e altri venti minuti per portarli negli Stati Uniti. A quel punto, il film è quasi finito, e la carica satirica insita nella premessa è stata ampiamente ridimensionata, posizionata sullo sfondo.

Un approccio più funzionale avrebbe probabilmente potuto essere quello di mettere il Nonno contro Herman, fino al punto di distruggere quasi tutto e poi scatenare una riconciliazione, invece la narrazione serpeggiante, incentrata quasi interamente su giochi di parole e gag visive, genera sì un paio di sorrisi, ma perlopiù imbarazzo. Nemmeno l’assente ingiustificata DRAG-U-LA del Nonno avrebbe potuto cambiare il risultato.

the munsters film rob zombie 2022 sheri moonThe Munsters si riduce allora all’annosa questione: a chi sarebbe destinato questo film? I ragazzini di oggi, totalmente all’oscuro della serie originale, si aspetterebbero una maggiore raffinatezza da un film coi mostri ‘simpatici’; se cercate un prodotto nostalgicamente macabro ma moderno, l’esempio da seguire è l’animato The Cuphead Show su Netflix.

Allo stesso modo, gli adulti in cerca di un film per passare il sabato sera sul divano senza pensieri difficilmente riusciranno a ‘capirlo’. Quindi, restano praticamente solo i patiti di I Mostri curiosi oltre misura e capaci di sorvolare sul casting, il colore e l’idea di una ‘attualizzazione’ pop.

Dopo il videoclip ‘premonitore’ di Dragula del 1998, è in qualche misura sorprendente che Rob Zombie non abbia insistito sull’innocenza e non abbia puntato tutto sulle situazioni demenziali, senza alcuna spiegazione. L’Igor di Sylvester McCoy è delizioso ed è un simpatico sparring partner per il Conte, ma il Floop di Jorge Garcia ha troppo poco da fare se non la semplice spalla; la parte di Casandra Peterson è invece appena più lunga di quella mostrata nel trailer, dove si trovano già tutte le parti migliori.

I caratteri cartooneschi suggeriscono qualcosa di più interessante rispetto al montaggio finale, a ulteriore riprova del fatto che furono gli attori originali a far funzionare al meglio il materiale di partenza del 1964.

I Mostri venne giustamente concepita come un serial, un prodotto strettamente del suo tempo, con molto meno a cui attingere rispetto a qualcosa come il debutto datato 1938 a cartoni animati della Famiglia Addams, che può ancora oggi essere rielaborata quando Hollywood decide di attenersi alle sue idee di base.

L’unico modo per riportare in auge I Mostri sotto una forma moderna che onorasse l’originale potrebbe essere quello di ispirarsi a What We Do in the Shadows, visto che la versione televisiva di sessanta anni fa aveva già perfettamente azzeccato la formula del suo successo. Insomma, l’ennesima prova che quasi nessuno riesca a girare reboot o remake all’altezza. Avanti il prossimo.

Di seguito trovate il full trailer internazionale di The Munsters / I Mostri: