Voto: 5/10 Titolo originale: The Room , uscita: 12-09-2019. Regista: Christian Volckman.
The Room – La stanza del desiderio: la recensione del film fanta-drama di Christian Volckman (con Olga Kurylenko)
15/06/2020 recensione film The Room - La stanza del desiderio di Sabrina Crivelli
Il secondo lungometraggio del regista francese tradisce le intriganti premesse, non sfruttando come avrebbe dovuto l'idea stessa della magica camera del titolo
Una stanza in cui venga per ‘magia’ materializzato qualsiasi desiderio. Chi non vorrebbe qualcosa di simile nella propria casa? Certo è una premessa perfetta per un thriller sci-fi dal tocco soprannaturale e dai risvolti terrificanti. Tale, quantomeno, era la nostra speranza approcciando The Room – La stanza del desiderio, secondo lungometraggio dopo Renaissance diretto dal francese Christian Volckman, che ne ha anche scritto la sceneggiatura insieme a Sabrina B. Karine e Eric Forestier.
Tuttavia, l’idea iniziale viene sprecata in un film piuttosto piatto, a tratti prevedibile e in altri passaggi con risvolti decisamente forzati. Soprattutto, la ‘stanza’ del titolo, che dovrebbe essere sulla carta il vero e proprio epicentro dalla narrazione horror fantastica, rimane un mero escamotage narrativo per un triangolo freudiano contraddistinto da dinamiche piuttosto trite.
The Room – La stanza del desiderio si sviluppa su un meccanismo semplice e potenzialmente valido (ma qui non particolarmente fruttuoso): la continua creazione di aspettative nello spettatore, legate sovente a dinamiche e topoi conosciuti, che poi vengono sconfessati. In tal modo, lo sviluppo dovrebbe suscitare continue sorprese. Dovrebbe, appunto.
Il problema è che, man mano che la storia evolve e le possibili strade che il racconto potrebbe intraprendere si riducono, il percorso seguito è tutt’altro che convincente, puntando su un ovvio e tedioso scontro intergenerazionale edipicheggiante e tralasciando del tutto l’elemento più interessante dell’insieme, ossia quella stessa stanza dai misteriosi poteri del titolo, che avrebbe potuto invece contenere parecchie meraviglie, e orrori …
Sin da principio la strategia è chiara. The Room – La stanza del desiderio si apre infatti con un vero e proprio cliché di genere, quello della casa stregata. Su tale archetipo sono state costruite intere saghe, come quella incentrata sugli inspiegabili delitti avvenuti a Amityville e messi in scena in Amityville Horror di Stuart Rosenberg e nei plurimi seguiti (la nostra riflessione sulle origini del mito), in film come Poltergeist – Demoniache presenze (Tobe Hooper, 1982), oppure in recenti franchise di successo, come The Conjuring. Ovvio, quindi, che appena inquadrata la facciata di una fatiscente magione vittoriana, o i suoi fascinosi e decadenti interni ricoperti di tappezzerie malridotte, venga suscitata immediatamente nello spettatore la percezione della presenza di un qualche ‘male’ occulto, di una minaccia sovrannaturale.
Questa almeno è la sensazione che comunicano le prime sequenze di The Room – La stanza del desiderio, quando vediamo i protagonisti, Kate (Olga Kurylenko, Quantum of Solace) e Matt (Kevin Janssens, Revenge) rimirare la loro nuova proprietà. La coppia si è difatti appena trasferita da New York in una villa d’epoca dispersa nel mezzo delle campagne e intende pian piano ristrutturarla. Proprio mentre è intento nei lavori di restauro e smantellamento del precedente mobilio, Matt s’imbatte in una fenditura nella carta da parati, dietro al quale trova una camera nascosta.
Non è finita qui; scopre che in quelle quattro mura avvolte dalla penombra, per una forza misteriosa quanto stupefacente, qualsiasi cosa lui chieda subito prende forma davanti ai suoi occhi attoniti. Condivisa la scoperta con la moglie, i due si danno per qualche giorno alla pazza gioia godendosi ogni tipo di bene materiale (cibo, soldi, diamanti, opere d’arte…), ma presto si stufano. Dunque lei chiede l’unica cosa che davvero, intimamente aneli: un figlio. E un neonato, Shane, come per incanto appare davanti a lei. Tuttavia, ciò che prende vita nella misteriosa camera ha un’essenza effimera: nulla che viene creato al suo interno può essere portato fuori dalle mura domestiche, a meno che il suo creatore non muoia (come suggerito già nel trailer).
“L’unica cosa più pericolosa di qualcuno che non può ottenere ciò che vuole“, viene detto ad un certo punto in The Room – La stanza del desiderio, “è una persona che può avere tutto ciò che desidera“. E se qualcosa ci hanno insegnato fiabe, miti e film in cui vengono realizzati magicamente i sogni (più o meno possibili), è che esiste sempre un lato oscuro della medaglia, un caro prezzo da pagare, e spesso ciò che si ottiene è ben lungi da ciò ci si aspettava.
Pensiamo ad esempio a La zampa di scimmia (The Monkey’s Paw, 1902), racconto scritto da William Wymark Jacobs (e ai suoi molteplici adattamenti per il grande e piccolo schermo arrivati negli anni), oppure a Button, Button di Richard Matheson, da cui è stato tratto nel 2009 The Box di Richard Kelly (e prima l’episodio ‘La Pulsantiera’ nella serie Ai Confini della Realtà). Insomma, abbiamo una casa sinistra con un potere inspiegabile con le leggi della fisica, uno ‘scambio’ che avrebbe tranquillamente potuto avere del demoniaco e che ‘produce’ un neonato, tutti gli ingredienti per un ensemble decisamente cupo. Ancor di più visto che i precedenti proprietari sono morti in poco chiare circostanze uccisi da un ragazzo la cui identità è avvolta nel mistero.
A ciò si somma quello che appare un principio di follia che coglie Matt, artista tormentato che inizia a bere in continuazione, a chiudersi nel suo studio e a ricoprirlo di fogli pieni di strisce nere. Si prospetterebbe una novella filiazione di Amityville o una specie di The Devil’s Candy di Sean Byrne (la nostra recensione). Non un concept inedito certo, ma almeno pieno di spunti accattivanti per un horror terrificante e denso di suspense.
The Room – La stanza del desiderio, però, più che sul paranormale, punta (ahinoi …) sul lato drammatico della vicenda, e così facendo lascia innumerevoli domande aperte (prima di tutte la natura stessa della stanza) e fin troppi punti salienti irrisolti. Inoltre, il film di Christian Volckman finisce per perdere gran parte della tensione e per essere un racconto pasticciato e privo di una direzione definita con colpi di scena molto prevedibili, oppure inverosimili.
In generale, se l’idea alla base avrebbe anche un notevole potenziale, quando poi viene sviluppata all’interno del copione e delle sequenze filmate non risulta affatto altrettanto convincente. Ed è un vero peccato, visto che non mancherebbe nulla in termini di regia, solida, di fotografia, suggestiva, e di recitazione dei due protagonisti Olga Kurylenko e Kevin Janssens, assolutamente convincenti.
In definitiva, The Room – La stanza del desiderio resta un’allettante promessa mancata; tecnicamente non ha nulla di sbagliato, ma non riesce a costruire un’atmosfera realmente angosciante o surreale, né una narrazione coerente o davvero coinvolgente.
Di seguito trovate il trailer italiano di The Room – La stanza del desiderio, disponibile in VOD dall’11 giugno:
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