Voto: 6.5/10 Titolo originale: 哭悲 , uscita: 22-01-2021. Regista: Rob Jabbaz.
The Sadness: la recensione del film horror taiwanese di Robert Jabbaz
15/04/2022 recensione film The Sadness di William Maga
Il regista esordisce con un'opera che guarda apertamente a Crossed di Garth Ennis, guidandoci in un brutale viaggio nel cuore oscuro dell'umanità
Quando la serie The Walking Dead è diventata un clamoroso caso televisivo, ogni produttore di Hollywood è parso guardarsi intorno (come sempre accade in questi casi) alla spasmodica ricerca di fumetti a tinte horror che potessero diventare il prossimo adattamento di successo.
Scorrendo la lista dei papabili, la battuta ricorrente tra i conoscitori più attenti di comics americani era però che nessuno – visti gli standard – avrebbe mai e poi mai provato a portare sul piccolo (o grande) schermo l’iperviolenta saga di Crossed, ideata da Garth Ennis nel 2008 (e pubblicata anche in Italia). Ora, oltre dieci anni più tardi, il truculento zombie movie canadese-taiwanese The Sadness (Ku Bei) di Robert Jabbaz – presentato in anteprima ad alcuni Festival di genere europei, tra cui Locarno e Parigi – potrebbe invece essere la cosa che più si avvicina, e che più si avvicinerà mai, a una sua fedele trasposizione live action. Un rip-off consapevole? Chi lo sa …
Per chi non la conoscesse, ciò che ha definito le pagine disegnate di Crossed è la rottura di praticamente ogni tabù (una cosa certo non insolita se si conosce Garth Ennis): un’infezione sconosciuta scatena la ‘rimozione’ di ogni senso di moralità negli infetti. Ne scaturisce ogni sorta di ‘crudeltà creativa‘ rivolta verso gli esseri umani ancora sani, un elemento decisamente condiviso dal sanguinoso abbandono da The Sadness, una viziosa discesa verso ogni forma di depravazione.
Fondamentalmente, nominatela (o immaginatela …), qualsiasi cosa turpe e immorale che possa essere fatta a un corpo umano e la vedrete realizzata. L’esplosione irrazionale di ferocia inizia con un attacco con coltello immotivato a bordo di un treno di pendolari a Taipei, a cui Kat (Regina Lei) assiste.
Incolpate la nuova tremenda variante di un virus senza nome, che si diffonde rapidamente secondo lo schema del ‘peggior scenario possibile’ nell’eventualità di una pandemia. In realtà, la colpa è delle motivazioni sinistre che si annidano nel cuore stesso degli esseri umani, desideri reconditi e malevoli che improvvisamente vengono sprigionati da questa malattia, che sembra disabilitare permanentemente il pulsante del ‘no interiore’ di chi ne è affetto.
L’improvvisa orgia di depravazione – sessuale, violenza cieca, scatologica, necrofila, tutta messa sullo schermo attraverso dettagli raccapriccianti – è presagita dai viscidi interessi di un uomo d’affari senza nome (Tzu-Chiang Wang), che aveva già delle mire su Kat prima dello scoppio dell’epidemia.
Una volta effettivamente infettato, diventa allora l’incarnazione ambulante, affettante ed emantrice di muco e viscosità vari dell’egoismo puro, il tipico salaryman asiatico come metafora del patriarcato personificato, ed è proprio la sorridente avidità di Tzu-Chaing Wang a donare a The Sadness il suo nucleo più inquietante e spietato.
Mentre Kat cerca di ricongiungersi con il suo ragazzo, Jim (Berant Zhu), lo stalker è sempre alle sue spalle, anche se la cinepresa di Robert Jabbaz – che deve essersi visto più di una volta anche Incubo sulla città contaminata di Umberto Lenzi – fluttua spesso sopra la marea di avvenimenti grotteschi che sta travolgendo la città.
Eppure, The Sadness non è mai del tutto sicuro di quale tipo di messaggio voglia veicolare. Gli effetti sanguinolenti schizzano e si sbrindellano alla maniera di un tipico horror splatter giapponese della metà dei gloriosi anni 2000, con un pizzico di dark humor sopra le righe alla Sam Raimi, quasi come se lo sceneggiatore e regista Rob Jabbaz avesse avuto paura di abbracciare appieno il cupo nichilismo al centro della sua storia.
Siamo davanti a Tokyo Gore Police o a È difficile essere un dio? Cercando di essere entrambe le cose, The Sadness finisce per non essere veramente nessuna delle due, rimanendo (e non è comunque poco) un brutale viaggio nel cuore oscuro dell’umanità alimentato dalla volontà di schifare e far rabbrividire il pubblico piuttosto che di spingerlo a riflettere sulle implicazioni filosofiche di una simile situazione.
Di seguito trovate il trailer Red Band di The Sadness, distribuito in Italia direttamente in streaming sul canale di Midnight Factory:
© Riproduzione riservata