Home » Cinema » Azione & Avventura » The Suicide Squad – Missione Suicida: la recensione del film di antieroi di James Gunn

Voto: 6/10 Titolo originale: The Suicide Squad , uscita: 28-07-2021. Budget: $185,000,000. Regista: James Gunn.

The Suicide Squad – Missione Suicida: la recensione del film di antieroi di James Gunn

02/08/2021 recensione film di Marco Tedesco

Margot Robbie, John Cena, Idris Elba e Joel Kinnaman sono i protagonisti di un cinecomic Rated R 'gunniano' fino al midollo, qualcosa di decisamente diverso dai soliti prodotti coi supereroi

the suicide squad - missione film 2021

Sembra proprio di essere già stati da queste parti. Un cattivo di serie C dei fumetti della DC Comics viene portato in vita sul grande schermo da uno dei talenti britannici più apprezzati a Hollywood negli ultimi anni, Idris Elba. L’attore incarna Bloodsport, recalcitrante al lavoro di squadra ma subito addomesticato nel corso di una scena apparentemente generica che coinvolge la figlia adolescente del suo personaggio. Quando abbiamo visto una variazione di questo cliché nel primo film sulla Suicide Squad, la sceneggiatura la inseriva meramente per giustificare il filiforme ‘sviluppo del personaggio’, una storia familiare che permetteva al Deadshot di Will Smith di dimostrare che voleva davvero solo rendere orgogliosa la sua bambina. Ma quello era il 2016, questo è il 2021. E questo è The Suicide Squad – Missione Suicida di James Gunn.

Quindi, quando il villain incarcerato interpretato dall’attore 48enne guarda sua figlia attraverso il plexiglass della prigione, e lei gli rivela che è stata pizzicata dalla polizia e ora è in attesa di una data per l’udienza in tribunale per aver rubato uno smartwatch, l’uomo ha solo una domanda per lei: “Perché sei stata beccata per aver rubato qualcosa così stupido?”. “Un anno in riformatorio le farà bene”, sibila più tardi. “È sempre stata un po’ stordita come sua madre.”

suicide squad - missione suicida film 2021 posterBenvenuti nella versione familiare – eppure perfidamente singolare – diretta da James Gunn di una preziosa proprietà intellettuale della Warner Bros… Nel solco degli strani tempi in cui si trovano a lavorare oggi i dirigenti dello studio, The Suicide Squad – Missione Suicida di Gunn è una tabula rasa piuttosto dura di un film che – bene o male – aveva comunque incassato quasi 750 milioni di dollari cinque anni fa.

Per essere chiari, però, è anche una sorta di sequel del cinecomic di David Ayer, nonostante le dichiarazioni in proposito degli ultimi mesi, con riferimenti sia al film precedente che al periodo da ‘solista’ di Margot Robbie nei panni di Harley Quinn in Birds of Prey (la recensione).

Eppure, sebbene la sua ambientazione rimanga necessariamente incasellata all’interno dell’Universo Esteso della DC, The Suicide Squad – Missione Suicida si svolge su un pianeta completamente plasmato, governato e infine martoriato dal prisma della singolare sensibilità di James Gunn. Era dai tempi di Super – Attento crimine!!! del 2010 che la visione del regista 54enne non si mostrava così incontrollata e sovversiva, capace di costruire un intero lungometraggio capace di riflettere appieno il suo senso dell’umorismo: oscuro, crudo e paradossalmente sincero.

Che la Warner Bros. abbia scelto di assecondarlo è già di per sé un piccolo miracolo.

I presupposti della visione di James Gunn per The Suicide Squad – Missione Suicida sono narrativamente abbastanza semplici. La Amanda Waller di Viola Davis sta ancora perseguendo l’idea davvero rischiosa di prendere dei supercriminali condannati e inserire nel loro collo dei micro esplosivi prima di ordinargli di salvare il mondo o di morire nel tentativo. Ma a differenza del caotico guazzabuglio di un lustro fa, il regista non vuole che i suoi antieroi sembrino cool mentre lo fanno … almeno la maggior parte delle volte.

Le vittime della Waller includono anche volti familiari come la frizzante Harley Quinn di Margot Robbie e il colonnello Rick Flag (Joel Kinnaman). C’è anche una sfilza di nuova carne da macello, primo fra tutti lo stoico Bloodsport di Idris Elba (un sicario che può trasformare qualsiasi oggetto in un’arma); il Peacemaker di John Cena (un Captain America che ha guardato Fox News tutto il giorno); la Ratcatcher II della portoghese Daniela Melchior (una giovane donna che può controllare i topi) e il Polka-Dot Man di David Dastmalchian (un tipo depresso col potere di controllare… i pois). Infine c’è Sylvester Stallone, che presta la sua voce in originale a un grande squalo bianco parlante e che cammina, King Shark, che è adorabile proprio come sembra.

La squadra viene inviata nella fittizia nazione insulare di Corto Maltese per distruggere le prove di qualcosa chiamato “Progetto Starfish”. Ne conseguono dosi di follia e un sacco di brutali omicidi.

the suicide squad - missione suicida film 2021Nella sua essenza, la storia di James Gunn è ciò a cui il concept stesso di Suicide Squad ha sempre guardato: uomini e donne spediti in una missione avventurosa e imprevedibile. In effetti, il filmmaker rende omaggio alla struttura narrativa di numerosi blockbuster del genere “infiltrati e scappa” degli anni ’60, con La sporca dozzina (1967) e Dove osano le aquile (1968) come pietre miliari. Aguzzando bene lo sguardo si potrebbero addirittura vedere il cinico col cuore d’oro (Bloodsport) e il patriottico fino all’assurdo (Peacemaker) come assurdi omaggi all’archetipo incarnato da Lee Marvin.

Ma pur con tutte queste allusioni narrative, James Gunn non punta a qualcosa di particolarmente colto, ma nemmeno di ‘facile accesso’. È più che felice di strisciare attraverso tanto fango e turpiloquio (siamo nel Rated R), e di avere la sua penna di sceneggiatore slegata allegramente dai vincoli della Disney. Più che i suoi film dei Guardiani della Galassia, The Suicide Squad – Missione Suicida ricorda allora i suoi primi lavori, inclusi quelli per la Troma (c’è anche un fugace cameo di Lloyd Kaufman nel ‘club per gentiluomini), e il suo esordio a Hollywood, Slither (il nostro dossier). Proprio come in quella fanta-comedy che parlava di alieni e body horror, c’è qualcosa di vagamente perverso e persino giovanilistico nei set, specialmente all’inizio.

Facile immaginare che molti spettatori adoreranno la rudezza di The Suicide Squad – Missione Suicida nei primi 15 minuti circa, anche se altrettanti lo troveranno abrasivo, gratuito e un po’ immaturo. Che è poi la verità. Fortunatamente, James Gunn è in grado di maneggiare i suoi eccessi, bilanciando la gioia primordiale del guardare un grande squalo bianco umanoide strappare in due un soldato con l’autenticità emotiva per cui è stato a lungo sottostimato. È proprio questo che ha reso i suoi film dei Guardiani così stranamente sarcastici, ma sinceri, nel panorama Marvel, ed è allo stesso modo ciò che impedisce qui di sfociare in un esercizio di stile.

Mentre Margot Robbie ha messo ormai a punto la sua Harley alla perfezione, sollevando così la questione di quanto oltre possa alzare l’asticella di questo amato personaggio (escludendo un possibile film su/con Poison Ivy), e Idris Elba si conferma carismatico come sempre, sono i relativamente sconosciuti Daniela Melchior e David Dastmalchian a brillare in The Suicide Squad – Missione Suicida. I due attori sono dotati di due dei superpoteri apparentemente meno fighi della storia: il controllo mentale sui ratti e la capacità di lanciare pois fosforescenti, ma l’affinità di James Gunn con gli emarginati e i perdenti li eleva a personaggi coi quali desideriamo maggiormente trascorrere del tempo. C’è vero pathos qui, e nel caso della Melchior anche grazia in mezzo a una cacofonia altrimenti bizzarra. Ratcatcher II parte come tramite per veicolare battute sui millennial, mentre Polka-Dot Man è giustamente soprannominato “Norman Bates”, eppure entrambi quasi riescono a rubare la scena ai colleghi più famosi.

The Suicide Squad - Missione suicida film 2021Naturalmente, con tutti i momenti assurdi e sopra le righe infilati nel film (non abbiamo nemmeno menzionato il kaiju Starro il conquistatore!) è difficile per un singolo elemento oscurare davvero gli altri a lungo. The Suicide Squad – Missione Suicida è così pieno di idee e di gag che a volte è decisamente travolgente. Per alcuni sarà un danno, ma che il giocoliere James Gunn sia stato in grado di tenere in aria tutti i birilli e sia riuscito a rendere la maggior parte di questi disadattati coinvolgenti – e persino accattivanti – è il suo più grande successo.

Da troppo tempo ormai i cinecomic si sono fatti spuntati, innocui e ripuliti da ogni forte senso di identità. Molti galleggiano semplicemente in modi blandamente inoffensivi, che permettono loro di svanire dalla memoria più velocemente di quanto non ci siano entrati. Con la sua stravaganza e affabilità, The Suicide Squad – Missione Suicida è invece il risultato che si può raggiungere quando a un regista singolare viene lasciata carta bianca e un budget sostanzioso con cui mettere in pratica le sue inusuali idee. Non è detto che sia un buon investimento in termini prettamente economici, ma tentare più spesso potrebbe rivelarsi un azzardo che ripaga.

Si, c’è una scena alla fine dei titoli di coda che apre le porte a un sequel.

Di seguito – sulle note di Dirty Work degli Steely Dan – trovate il red band trailer italiano di The Suicide Squad – Missione suicida, nei nostri cinema dal 5 agosto: