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Voto: 6.5/10 Titolo originale: Together , uscita: 28-07-2025. Budget: $17,000,000. Regista: Michael Shanks.

Together: la recensione del body horror di coppia di Michael Shanks

30/09/2025 recensione film di Gioia Majuna

Alison Brie e Dave Franco sono al centro di un'opera che unisce orrore e dramma sentimentale per una riflessione feroce sulla coppia

brie e franco together film

Together è un piccolo laboratorio di orrori sentimentali che prende sul serio l’idea di coppia come unione – fino a farla diventare carne, tendini, pelle incollata. Michael Shanks, all’esordio nel lungo, costruisce una parabola di attrazione/repulsione che si alimenta dei non detti di una relazione decennale: Millie (Alison Brie), insegnante con una vita da rimettere in ordine, e Tim (Dave Franco), musicista trentacinquenne ancora aggrappato al sogno, si trasferiscono in campagna per “ricominciare”.

Basterebbe la premessa per una commedia amara; Shanks ci aggiunge un pozzo in una grotta, un sorso d’acqua che “non si doveva bere” e, dal mattino dopo, un fenomeno inspiegabile: i corpi dei due si cercano, aderiscono, si saldano, si lacerano per separarsi. È l’horror corporeo come cartina tornasole della dipendenza affettiva.

La regia abbraccia con cognizione la tradizione del perturbante fisico: si evocano le metamorfosi vischiose e “meccaniche” care al cinema della mutazione, ma Shanks le piega a un ritmo comico-nerveroso che raramente sgonfia il brivido. L’incubo della “famiglia di ratti legati per la coda” infilata nel cappello di una plafoniera, i baci che diventano saldature, l’elasticità quasi cartoonesca di certe aderenze: il film alterna gag e disgusto, e quando spinge (memorabile l’incontro clandestino al bagno della scuola) lo fa con un’energia scenica che arriva al pubblico allo stomaco prima che alla testa.

Anche grazie a effetti pratici e digitali dosati con mestiere: non c’è compiacimento, c’è precisione. La fotografia accompagna il crescendo con una messa in quadro leggibile, che sa quando schiacciare i personaggi contro l’inquadratura e quando concedere un respiro.

together brie franco film 2025La forza di Together è stare dalla parte del rapporto, prima che del “mostro”. Shanks scrive Millie e Tim come due persone riconoscibili: lei che teme di confondere l’abitudine con l’amore; lui sospeso tra frustrazione e bisogno, ferito da un passato familiare che continua a bussare. La loro “malattia di coppia” è al tempo stesso fardello e legame, collante che li salda e lama che li separa.

Non sorprende che diversi critici abbiano notato come l’idea alla base sembri ricalcare troppo da vicino Better Half, corto del 2014 che già esplorava la simbiosi amorosa in chiave grottesca: un’accusa di plagio che, al di là dei giudizi legali, pesa perché riguarda il cuore concettuale dell’opera, cioè la rappresentazione fisica e disturbante della coppia come organismo unico.

L’horror diventa allora uno strumento drammaturgico, non un’allegoria didascalica: la mutazione fisica non “spiega” i personaggi, li mette in crisi, li costringe a guardarsi. In questo senso, il film dialoga idealmente con The Substance, dove il corpo femminile era il campo di battaglia dell’autocostruzione identitaria e del desiderio di controllo: qui il campo è la coppia, l’identità nasce e si deforma a due. E il vecchio mito dell’altra metà che ci completa, viene rovesciato: completarsi può significare anche perdersi, fondersi fino a non sapere più dove finisco io e inizi tu.

Shanks semina con furbizia gli oggetti che torneranno a chiedere il conto (il “seghetto elettrico” è una perfetta pistola di Čechov), calibra la suspense su micro-situazioni domestiche e allarga il fuoco con la figura di Jamie, collega di Millie, presenza gentile e ambigua che increspa il fragile equilibrio. Eppure, proprio quando l’oscillazione tra desiderio e rifiuto ha raggiunto un tono quasi musicale, il racconto inciampa. L’ultimo atto si preoccupa di spiegare troppo ciò che funzionava meglio come mistero, si fa “ingombrante” nella logica interna e spinge verso un epilogo che rischia il colpo di scena compiacente. Non rovina il viaggio, ma lo rende meno netto: l’ansia di chiudere con una chiave interpretativa attenua quella vibrazione inquieta che teneva insieme risata e orrore.

Resta, però, un lavoro sorprendentemente coeso sul piano sensoriale e attoriale. Brie e Franco si offrono con generosità a una prova fisica e caratteriale che chiede di essere grottesca senza diventare buffonesca, vulnerabile senza scadere nel piagnisteo. Lei gestisce con misura la curva di Millie – la cura, l’esasperazione, il desiderio; lui attraversa l’ombra del fallimento con una gamma di scarti che vanno dal ridicolo al tragico. Nelle loro mani la materia “viscida” del film diventa materia emotiva: il sangue e la colla non sono shock decorativi, sono la sostanza (questa sì) di un legame che tira e strappa.

together film 2025 francoSul fondo, Together interroga l’idea di unione come creazione di un terzo elemento – la relazione – che non è la somma dei singoli, ma un organismo autonomo: dà conforto, toglie aria. È qui che il film trova il proprio centro etico: amare non significa annullarsi, né difendere a oltranza un’identità monolitica; significa accettare che ogni patto a due ridefinisca i confini del sé. Quando il racconto si ricorda di questo, la sua crudeltà è lucidità. Quando cerca scorciatoie esplicative, perde spessore.

Detto ciò, per chi cerca un horror sentimentale capace di far ridere e sussultare, di mostrare e alludere, “Together” è una visione che resta addosso. Per merito della messa in scena (sequenze costruite come piccoli numeri da circo dell’adesione/recisione), per l’intelligenza con cui usa il corpo come grammatica dei sentimenti, per la leggerezza (mai facilona) con cui scivola dal comico al macabro. È un film che parla alla pancia e al cuore, e quando inciampa con la testa lo fa perché ambisce a dire qualcosa in più sul patto di coppia.

Se The Substance mostrava la tirannia dell’autoperfezionamento, qui si indaga la tirannia della simbiosi: in entrambi i casi, il corpo – individuale o condiviso – è il terreno su cui si gioca la libertà.

In definitiva, Together funziona quando accetta di essere una parabola sensoriale sulla dipendenza affettiva e la paura di restare soli; traballa quando si convince di dover dimostrare tutto. Ma il suo cuore batte forte: nell’idea che, per restare insieme, non basta diventare “uno”, bisogna imparare a separarsi senza strapparsi. E questo il film lo incide nella carne prima ancora che nelle parole.

Di seguito trovate il trailer doppiato in italiano di Together, nei nostri cinema l’1 ottobre:

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Attore, regista, mecenate. Ricordiamo il divo recentemente scomparso attraverso il film di Sydney Pollack simbolo del cinema cospirativo anni ’70, capace di intrecciare intrattenimento e riflessione politica. Esempio di prodotto di genere raffinato, ma anche documento culturale che restituisce l’atmosfera di sfiducia e tensione del periodo