L’ultimo squalo meccanico originale di Lo Squalo sarà esposto al Museo dell’Academy
08/01/2016 news di Redazione Il Cineocchio
L'imponente museo, che conterrà numerosissimi reperti tra fotografie, manifesti e oggetti di scena, aprirà nel 2017 a Los Angeles
Steven Spielberg ha contribuito a inaugurare l’era dei blockbuster con la sua hit del 1975 Lo Squalo. Per raccontare la storia del terribile ‘grande bianco’, Spielberg ha utilizzato diverse versioni meccanizzate, pratica piuttosto comune prima dell’avvento della CGI (che Spielberg ha aiutato a esplodere con Jurassic Park). E visto che fu utilizzato un modello reale, questo può essere messo in mostra così che tutti possano vederlo, ed è questo ciò che la Academy of Motion Picture Arts and Sciences ha intenzione di fare.
Un nuovo museo per l’Academy (famoso per ospitare la serata degli Oscar) è attualmente in costruzione e in esso si potranno trovare moltissimi cimeli cinematografici, tra cui appunto il famigerato squalo. Yahoo News racconta un aspetto interessante nella storia di questo squalo, o meglio, degli squali.
Furono realizzati un totale di quattro modelli meccanici dello squalo, ciascuno lungo 25 piedi. Furono progettati da Joe Alves, production designer e art director che ha partecipato anche a Fuga da New York, Sugarland Express e Lo squalo 2 (e che ha poi diretto Lo squalo 3). A ogni squalo fu dato il soprannome di ‘Bruce’, ispirato a Bruce Ramer, l’avvocato di Spielberg di quel tempo. Come noto, gli squali furono una fonte costante di problemi, a causa dei malfunzionamenti durante le riprese (non stavano nemmeno troppo a galla), che costrinsero Spielberg a modificare il modo di filmarli e ad accorciare il tempo in cui gli squali dovevano apparire sullo schermo (il che li ha probabilmente resi una minaccia ancora più spaventosa).
Dei quattro modelli progettati, solo uno sopravvive ancora oggi. Tre sono stati infatti realizzati con il lattice, che si è deteriorato col tempo. Il quarto si è invece dimostrato più durevole grazie all’uso di vetroresina, poichè era stato destinato ad essere utilizzato per eventi promozionali. Questo ‘Bruce’ era stato lasciato negli Universal Studios di Hollywood, ma a causa di questa prolungata esposizione all’aperto ha subìto dei danni nel corso degli anni, trovando poi nuova vita dopo esser stato spedito alla Aadlen Brothers Auto Wrecking in California, “un cimitero per oggetti di scena e veicoli scartati dalla Universal”. E lì ci è rimasto per oltre 30 anni.
I fratelli Aadlen hanno deciso di chiudere recentemente il negozio, e hanno pensato di donare Bruce all’Accademia. Come osserva Yahoo News, si tratterà dell’oggetto più grande nella collezione. E sarà anche in buona compagnia, visto che anche una pinna utilizzata nello Squalo 2 verrà aggiunta alla raccolta.
Si tratta proprio di un bel viaggio per uno squalo che affondò la prima che è entrato in acqua, ma è bello sapere che un così famoso pezzo di storia del cinema sarà mantenuto in vita e potrà esser visto dagli amanti del cinema. E fa quasi desiderare che un maggior numero di reperti non fosse stato sostituito dalla CGI, così che oggi potesse essere data una seconda occasione simile anche ad altri iconici pezzi che vediamo sul grande schermo (ma almeno BB-8 è reale).
Al di là di Bruce, la collezione del Museo dell’Academy contiene 62.000 opere d’arte, 12 milioni di fotografie, 80.000 sceneggiature, 55.000 manifesti, oltre a un numero enorme di storyboard, note di produzione, corrispondenza e diari. Ospiterà tantissimi oggetti di scena, come una testa di cavallo usata nel Padrino, maschere del Pianeta delle scimmie e le scarpette rosse e la criniera del leone da Il Mago di Oz.
Il museo aprirà nel 2017 nello storico palazzo May Company a Los Angeles.
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Fonte: Collider