Nel 1997, nell'episodio intitolato Deadliners, i nuovi Acchiappafantasmi se la vedevano con creature infernali e con uno scrittore a metà strada tra Stephen King e H. P. Lovecraft
Gli anni ottanta e novanta non scarseggiano in termini di serie animate popolate di personaggi ed eventi singolari, con inaspettate derive horror. Capita perfino ad alcuni dei nostri eroi favoriti dell’infanzia, come Ken il Guerriero, di imbattersi in un Villaggio di Zombi (il nostro approfondimento sull’episodio 15). Certo, è meno insolito che qualcosa del genere avvenga in Extreme Ghostbusters (1997), una versione animata che cercava di rilanciare il popolare franchise cinematografico nato nel 1984 con il film di Ivan Reitman.
Nel cartone animato – composta da 40 episodi complessivi – ritroviamo tre personaggi già conosciuti, ovvero Egon, Janine e Slimer, e un gruppo di più giovani allievi (Roland Jackson, Garrett Miller, Eduardo Rivera e Kylie Griffin). Nonostante il ritorno di alcuni protagonisti, si tratta di qualcosa di molto diverso, inevitabilmente per alcuni spettatori e fan degli Acchiappafantasmi. D’altra parte, ciò non toglie che ci siano diversi aspetti positivi e originali, per cui vale la pena riscoprire lo show a 23 anni dalla chiusura.
Anzitutto, c’è la sigla, una versione in stile grunge del tema originale. Inoltre – e soprattutto -, rispetto ai film e, ancor più, alla serie animata precedente, qui compaiono creature assai più cupe e mostruose.
Arrivarono quindi gli anni ’90, quando i produttori, dopo aver spolpato per bene il concept originario, si persuasero che era giunto il momento di un cambiamento. Perciò, iniziarono a considerare un possibile rilancio con uno spin-off dal titolo dubbio di Super Ghostbusters. Tuttavia, a quel punto il panorama dell’animazione era parecchio cambiato ed erano stati sdoganati temi e produzioni per un pubblico adulti (fino a casi estremi, come con l’anime La città delle bestie incantatrici, il nostro approfondimento). Dunque, fu ripensato il tutto in chiave più dark, nel senso letterale del termine. Si passò allora dall’allegra, vivace e fumettesca grafica di The Real Ghostbusters a una gamma di colori cupi e atmosfere ben più fosche del nuovo show d’animazione, che prese il titolo evocativo appunto di Extreme Ghostbusters.
Questo sequel era spesso ambientato di notte, in interni inquietanti e esterni sinistri, e dominavano toni slavati, spenti. Allo stesso modo, i fantasmi sembravano la versione deformata e più inquietante di quelli visti nel predecessore. Ricordavano quasi delle creature aliene (simili a quelle della serie animata di Men in Black che debuttò sempre nel 1997 su W.B.).
Tra i mostri incontrati in Extreme Ghostbusters ne emerge però uno in particolare, anzi tre ad essere precisi: i Supplizianti della saga horror di Hellrasier. Difatti, nell’episodio 5, intitolato Deadliners, i protagonisti devono sconfiggere un trio di creature agghiaccianti, palesemente ispirate a quelle create dalla mente dello scrittore Clive Barker. Il tributo – non ufficiale – è chiaro sin dall’elenco dei personaggi sulla bozza finale della sceneggiatura scritta da Duane Capizzi (già autore dell’episodio 3×04 di The Real Ghostbusters, intitolato Poultrygeist), in cui si menzionano i “Vathek – un trio di demoni ultraterreni in stile Hellraiser”.
Con nomi come “Crainiac” e “Gristle“, tali demoni ultraterreni erano ciò che di più vicino a un Cenobita ci si possa aspettare da un cartone animato della fascia pomeridiana. Vere e proprie maschere deformi, sui loro visi lembi di pelle morta si tendevano mostrando carne e ossa sottostanti. Il loro leader aveva una sega circolare impiantata in mezzo al cranio. Un altro di loro era invece del tutto privo di teschio e la sua testa era un disgustoso ammasso di pieghe gorgoglianti di tessuti dermici informi; sembrava una manica vuota di carne da cui di tanto in tanto emergevano suoni gutturali. Non solo, per vedere usava gli occhi che aveva impiantati sui suoi palmi (proprio come in Il Labirinto del Fauno). Oltre a ciò, si alternavano bocche cucite con graffette di ferro, trapani chirurgici al posto delle mani, placche di metallo che tenevano insieme volti deturpati. Insomma, un incubo decisamente inadatto a un pubblico in età prescolare.
Giunge quindi un quesito: chi portava i maligni Vathek nel nostro mondo?
La saga letteraria che ha fruttato fama e successo a J.N. Kline è intitolata invece Gore, come apprendiamo da un servizio alla TV che i nostri Acchiappafantasmi stanno guardando, e ha come protagonisti proprio i Vathek. Infatti, i demoni prendono vita dei suoi scritti e trovano nelle loro pagine un varco per la nostra realtà. Tutto ha inizio con una serie di strani eventi. J.N. Kline è scomparso in oscure circostanze, e insieme a lui diversi abitanti del posto. Quindi, gli Acchiappafantasmi, che sono chiamati per risolvere il mistero, si dirigono verso la magione dello scrittore dispersa in mezzo ai boschi del New England.
A questo punto vale la pena sottolineare un aspetto essenziale: i demoni si ispirano ai cenobiti di Hellraiser solo per ciò che riguarda il loro aspetto spaventoso. La componente sadomasochistica più estrema, visto il pubblico di minori a cui era destinato Extreme Ghostbusters, viene comprensibilmente tralasciata. Ciò non toglie che non solo le loro carni siano mostruosamente dilaniate – come nel primo film di Clive Barker -, ma si dilettino pure a torturare le loro vittime. Per i Vathek i corpi degli sventurati diventano le “tele” delle loro raccapriccianti creazioni e contengono “infinite possibilità estetiche”. Addirittura, prima della sigla, viene suggerita una scena di vivisezione su un povero ragazzo, che si dimena terrorizzato alla vista di una serie di strumenti di tortura. Trascorsa una manciata di minuti, abbiamo un assaggio delle loro raccapriccianti creazioni.
Nel libro, come in Extreme Ghostbusters, uno scrittore è imprigionato dalle realtà letteraria da lui creata, o addirittura della sua stessa immaginazione. Detto ciò, i Vathek alla fine venivano sconfitti, naturalmente, dagli Acchiappafantasmi. Dunque, come per magia, tutti i loro esperimenti di chirurgia mal riusciti tornavano alla normalità con un banale escamotage (che si spiega facilmente visto che siamo in un cartone animato). Se ne può concludere che ci sia un lieto fine, ma certo il contenuto non è appropriato per l’audience a cui era destinato. E ciò ebbe un impatto su come la serie fu recepita dal pubblico.
A quel tempo, le serie animate duravano almeno 65 episodi quasi di default, ovvero cinque episodi a settimana per 13 settimane. In tal maniera, era consentito alle emittenti di programmare un trimestre senza fatica. Eppure, Extreme Ghostbusters arrivò a malapena alla quarantina prima che fosse cancellato. Questo perché il contenuto non era adatto alla fascia oraria a cui veniva trasmesso lo show. A ciò si aggiunse il reiterare per più anni una programmazione sbagliata, che gli diede il colpo di grazia. La distribuzione in home-video non poi aiutò, anzi. Uscirono ai tempi solo sei episodi divisi su 3 volumi (Volume 1: “Darkness at Noon, Part 1” e “Darkness at Noon, Part 2”; Volume 2: “The Infernal Machine”e “Grundelesque”; Volume 3: “Back in the Saddle, Part 1”, “Back in the Saddle, Part 2”). Nel 2009, fu realizzata anche un’edizione in DVD che conteneva i primi 13 episodi e fu distribuita in Australia, UK, Germania, Paesi Bassi e Italia (dove è stata anche trasmessa da Italia1). La serie completa, invece, non ha mai visto la luce. Probabilmente, il motivo è che, rispetto ai più amati predecessori, Extreme Ghostbusters non raccolse lo stesso seguito, benché proponesse personaggi originali e storie decisamente più spaventose.
Negli Stati Uniti, la serie ha infine trovato una propria collocazione ed è ora interamente disponibile in streaming su Hulu. In Italia, al contrario, non siamo stati così fortunati con Extreme Ghostbusters, ma in caso ci siano tra voi fan di Clive Barker o lettori curiosi di come questo bizzarro mash-up possa essere, di seguito trovare l’episodio 5, Deadliners, completo: