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Titolo originale: 幼獣都市 , uscita: 19-04-1987. Regista: Yoshiaki Kawajiri.

Dossier | La città delle bestie di Yoshiaki Kawajiri: quando horror e pornografia s’incontrano nell’animazione

16/04/2020 recensione film di Sabrina Crivelli

Nel 1987 il regista giapponese adattava l'omonimo romanzo di Hideyuki Kikuchi, per un risultato capace di mescolare perversamente sesso estremo e immagini sconvolgenti

Wicked City - La città delle bestie film 1987 anime

Gli anni ’80 non solo hanno rappresentato un periodo d’oro per il cinema horror e di fantascienza, ma anche per l’animazione giapponese. Infatti, sulla scia del successo di Akira (uscito nel 1988, ma arrivò da noi solo nel 1992, la recensione) esplose in Occidente una vera e propria febbre per i film e le serie anime destinate ad un pubblico di adulti, che continuò per tutti gli anni ’90 e oltre. Alcuni titoli come Ghost in the Shell (la recensione) o Cowboy Bebop, per dirne un paio, sono divenuti veri e propri classici, conosciuti dagli estimatori del genere e non solo.

Altri, invece, quali Angel Cop Genocyber hanno avuto meno fortuna e sono rimasti prodotti di nicchia apprezzati da un limitato numero di appassionati. Tra questi, figura anche un OAV che vale la pena di (ri)scoprire: Wicked City – La città delle bestie (妖獣都市 Yōjū toshi?, anche conosciuto come La città delle bestie incantatrici) diretto da Yoshiaki Kawajiri nel 1987 e prodotto dalla mitica Madhouse (a cui dobbiamo Perfect Blue, Paprika – Sognando un sogno, Millennium Actress, Death Note e molto altri).

Wicked City - la città delle bestie anime 1987 - posterIl film d’animazione, ispirato al romanzo di Hideyuki Kikuchi (che ha collaborato con Kawajiri anche al ‘sequel’, Demon City Shinjuku, la città dei mostri), è un affascinante miscuglio V. M. 18 di atmosfere neo-noir, creature demoniache, body horror in stile La cosa di John Carpenter (la recensione) e pornografia decisamente spinta.

Il progetto è nato in realtà come un cortometraggio di circa 35 minuti. Tuttavia, la storia fu successivamente sviluppata e Wicked City – La città delle bestie divenne un lungometraggio di circa 82 minuti. La narrazione si sviluppa in una realtà surreale, in cui il mondo degli umani coesiste con una dimensione  infernale, il “Lato Oscuro” popolata di demoni. Sebbene una faida segreta continui in segreto da millenni, le due razze cercano di convivere in modo più o meno pacifico. Ciò è possibile soprattutto grazie a una serie di regole contenute in un trattato che è stato sottoscritto da entrambe le fazioni. Tuttavia, il documento sta per scadere e un il ‘delegato demoniaco’, Giuseppe Maiato, è stato designato per siglare il suo rinnovo.

Se per qualche motivo questi dovesse essere ucciso, il fragile equilibrio raggiunto si sgretolerebbe all’istante. Esiste però una società segreta che mira proprio a uccidere il vecchio demone italiano in modo da riaccendere il conflitto. Di conseguenza, quest’ultimo deve essere protetto ad ogni costo, e per la delicata missione sono stati selezionati due agenti speciali, l’umano Renzaburo Taki e la bellissima Makie, donna di origine demonica dall’aspetto umano, anzi decisamente attraente.

Il duo deve quindi resistere a pericoli e insidie di ogni tipo, inclusi attacchi frontali da parte di nemici letali, diaboliche femme fatale che dietro a curve procaci celano una natura oscura e terrificante, parassiti che s’insinuano sotto pelle e assalti da temibili donne ragno che cercano di intrappolare i nostri eroi in ragnatele prodotte e eiettate dai genitali (e molto altro ancora …). Insomma, assistiamo a una galleria di creature lovecraftiane, grottesche, scabrose e altamente eroticizzate che popolano le strade oscure di una città decadente, che assaltano la hall fané di un albergo, lavorano in locali notturni promiscui, popolano le strade buie rischiarate solo da insegne al neon, attendono silenziose nelle autostrade e nei tunnel illuminati da una surreale luce giallastra, o aggrediscono le loro vittime nei capannoni abbandonati fatiscenti. La loro pelle, l’epiderma, nasconde la loro essenza mostriforme.

Wicked City - La città delle bestie film 1987Alcuni (quelli maschili perlopiù) hanno solo tratti terrificanti. Costole e tentacoli emergono dal costato, o cadaveri fatti a pezzi si rigenerano. Inoltre, in più di un caso, un parassita si cela all’interno di umane spoglie, oppure cerca di insinuarsi dentro il successivo ospite. Così, le carni subiscono trasformazioni agghiaccianti – e a tratti disgustose, oppure appendici corporee separate dal busto si deformano e addirittura iniziano ad avere vita autonoma. In questo senso, il debito di Wicked City – La città delle bestie al classico del 1982 diretto da John Carpenter è piuttosto immediato. Ad esempio, in una delle scene d’apertura, Renzaburo Taki si scontra con due misteriosi avversari, e ad uno è tagliata la testa. Tuttavia, alla parte mozzata spuntano dei tentacoli e cerca di avventarsi contro il suo avversario. La citazione dell’iconica inquadratura di La Cosa è evidente, e non è l’unica.

Poi c’è quella strana, turpe e malata commistione tra sesso, violenza e mostruosità. In parecchi potranno essere sconcertati e profondamente turbati dalle immagini erotiche sempre più scioccanti. Se, difatti, non mancano in Wicked City – La città delle bestie scene pornografiche più soft, compresi l’amplesso con la donna ragno in apertura e un nuru massage in un locale notturno, si arriva gradualmente a stupri individuali e di gruppo; c’è perfino una sorta di shokushu goukan (o ‘tentacle rape’, tipico del genere hentai). Perché tanta violenza in un film d’animazione?

Da una parte, tali aspetti discendono dall’originale letterario, dall’altra rispondono invece a un voyeurismo perverso non raro negli anime e manga riservati a un pubblico adulto che, al contrario, non di rado contengono elementi pornografici estremi.

Fatto strano, il lieto fine con cui si chiude Wicked City – La città delle bestie è in totale attrito con i violenti accadimenti di cui è disseminato. Al contrario, come se ciò che è preceduto fosse velocemente dimenticato e le convenzioni del genere noir, esiste una sottotrama romantica. Addirittura, tutto si risolve in una storia d’amore convenzionale  e, nell’epilogo, si prospetta perfino la possibilità di una nuova e più profonda fusione tra la razze umana e demoniaca … D’altra parte, in generale, il racconto non è particolarmente fluido, ma piuttosto frammentario. Diversi passaggi sono abbozzati, mentre la trama in generale non è molto curata.

Wicked City – La città delle bestie punta, difatti, più sulle immagini ad effetto che sulla coerenza del plot (che è anzi piuttosto superficiale), o sull’approfondimento dei personaggi, delle dinamiche che tra loro intercorrono e delle loro motivazioni. Perfino il sentimento tra i due protagonisti esplode dal nulla a un certo punto, in maniera piuttosto estemporanea. D’altronde, ciò non è anomalo tra i film d’animazione giapponesi del periodo, Akira compreso.

Wicked City - la città delle bestie anime 1987 - 4Yoshiaki Kawajiri costruisce tutto sulle atmosfere, sui disegni, sulla grafica, insomma sulla fascinazione dello sguardo. Così, un character design infernale e marcatamente pornografico (in cui ricorrono vagine dentate o di dimensioni e posizioni anomale) è collocato in panorami suggestivi dai contrari cromatici quasi espressionisti. La tenebra, spesso spezzata dalla luce innaturale e tagliente dei neon (peculiarità stilistica del regista) trasmette subito la sensazione di oscurità, di perdizione.

Poi ci sono i contrasti cromatici che alternano la purezza algida della carnagione femminile, ai rossi accesi di sangue, tessuti a contrasto o interni resi caldi dai toni dominanti. Questi si contrappongono a loro volta alle gradazioni fredde del blu degli esterni (assai meno ospitali) in notturna. Molti di questi aspetti si ritroveranno poi nel sopracitato sequel Demon City Shinjuku, la città dei mostri del 1988, che però risulta meno intenso e visionario.

Del tutto inadatto agli spettatori impressionabili, a chi non tollera la violenza o le immagini forti, Wicked City – La città delle bestie non può dunque che essere un’opera ‘maledetta’ destinata solo a selezionati cultori dell’estremo. Tuttavia grazie alla sua raccolta di creature eccentriche e scabrose e ai suoi panorami surreali dall’estetica conturbante non può che scioccare e affascinare allo stesso tempo.

Di seguito trovate il trailer internazionale: